
Parliamo di skin purging: che cos'è e perché avviene? Come capire se è un'irritazione o solo turnover cellulare

Quanto è fastidioso guardarsi allo specchio la mattina e ritrovarsi la faccia piena di piccoli sfoghi, dopo aver passato la sera prima a fare una routine di skincare che manco quella di Hailey Bieber? Ti svegli convinta di avere il viso perfetto e luminoso, invece le uniche cose che luccicano sono la fila di brufoletti sul mento (e magari fossero solo lì). Il punto è che spesso non è colpa tua né dell’ultimo siero acquistato: potrebbe essere semplicemente skin purging, quel fenomeno in cui la pelle accelera il turnover cellulare e porta a galla le imperfezioni che erano già lì, solo nascoste.
Skin purging: che cos'è?
Skin purging sembra quasi il nome di una tortura medievale, e se ci pensi effettivamente non è poi così lontano dalla realtà. È quel momento in cui inizi a usare un nuovo principio attivo e la tua pelle decide di fare coming out di tutte le imperfezioni che stava tenendo nascoste sotto la superficie. Di solito i colpevoli sono: retinoidi, acidi esfolianti AHA/BHA, vitamina C ad alta concentrazione o prodotti specifici per acne. Quando questi ingredienti accelerano il turnover cellulare, quindi quello che era intrappolato negli strati più profondi (microcomedoni, sebo, cellule morte) viene spinto verso fuori più velocemente. Tutto ciò ti porta a pensare che tu stia peggiorando, in realtà è semplicemente la tua pelle che sta accelerando il processo di miglioramento, abbi fede! Ed è importantissimo capire questa non è nuova acne. È acne che sarebbe uscita comunque, solo che ora lo fa in due settimane invece che in due mesi. Un fastidio momentaneo, sì, ma ne vale la pena.
Come gestire la fase di sfogo della pelle
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La regola numero uno? Non demoralizzarti alla prima imperfezione. Se si tratta davvero di purging, la tua pelle ha semplicemente bisogno di tempo per adattarsi al nuovo attivo. La strategia migliore è introdurre il prodotto gradualmente, iniziando una o due volte a settimana, così la pelle non viene travolta e può abituarsi con calma. Nel frattempo, tieni la routine il più semplice possibile: detergente delicato e una crema idratante che protegga la barriera cutanea. Non farti venire in mente di aggiungere altri esfolianti con il pensiero di accelerare ulteriormente il processo. Per ultimo: mani lontane dai brufoli e protezione solare ogni giorno, soprattutto se stai usando retinoidi.
Quanto può durare lo skin purging?
Ok, sì, lo skin purging sarà anche un processo utile per la pelle, ma quanto deve durare questa fase? Secondo l’Istituto Dermatologico Europeo, la durata media va dalle 2 alle 6 settimane, un periodo che dipende molto dalla forza del principio attivo che stai usando e da quanto velocemente la tua pelle si rinnova. Se però superi questo lasso di tempo e continui a vedere peggioramenti, allora non è più purging: potrebbe trattarsi di irritazione o semplicemente un prodotto non adatto al tuo tipo di pelle. In questo caso, anche la dott.ssa Beth McLellan, dermatologa statunitense specializzata in acne, consiglia di fare un passo indietro, rivalutare la routine e, se necessario, confrontarsi con un dermatologo certificato. Insomma: il purging è temporaneo, ha un inizio e una fine. Se non finisce non è purging.
Come capire se è skin purging o irritazione
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Per togliersi il dubbio ecco le differenze principali: lo skin purging ha caratteristiche abbastanza precise, dura solitamente 2-6 settimane, si concentra nelle zone in cui hai di solito imperfezioni (fronte, mento, naso) e si manifesta con comedoni piccoli e superficiali. Una reazione irritativa invece compare spesso in zone inusuali, provoca rossore diffuso, prurito, bruciore, sensazione di pelle che tira o si spella. Ecco in tal caso, meglio interrompere il prodotto e rivolgersi a un dermatologo.




















































