
New York: il momento peggiore è anche il momento migliore? Consigli su una città ricca di contrasti
New York è la città di tutte le serie tv dei Millennials, della Gen Z e anche di qualche Gen X. È la patria del Martini, del chinese food d’asporto, della metropolitana che non si ferma mai e di Central Park. Ma andiamo oltre le apparenze. Per chi arriva da Roma topi, sporcizia e una certa varietà umana non sono una novità. Eppure, nei giorni in cui il mondo tratteneva il fiato per il bombardamento in Iran, mi sono ritrovata per la seconda volta a camminare tra le avenue di Manhattan (e non solo). Il contesto era straniante: da un lato la tensione geopolitica, dall’altro brunch pieni, vetrine e parchi affollati. Un mix di contrasti che solo questa città sembra riuscire a contenere.
Com'è New York per le donne oggi? Sicurezza nella Grande Mela nel 2025
Tra un apprezzamento e una critica, una domanda ha cominciato a emergere con forza: le persone socializzate come donne si sentono davvero al sicuro, qui? Me lo sono chiesta più volte. È sicuro tornare a casa da sole, la sera? Un punto a favore c’è, ed è concreto: la metropolitana funziona 24 ore su 24 e copre praticamente tutta la città. Una rarità: a Roma chiude prima di mezzanotte (a volte anche prima). A New York, invece, puoi uscire tardi da una cena a Brooklyn e tornare nel Queens o nel Bronx senza dover per forza affidarti a un taxi. Ma disponibilità non significa automaticamente vivibilità.
Secondo un sondaggio del 2022 del New York City Department of Transportation, il 60% delle donne ha dichiarato di sentirsi insicura nei viaggi notturni in metropolitana, contro il 16% degli uomini. Un divario che parla chiaro. Molte raccontano di cambiare carrozza se si sentono osservate, di evitare vagoni vuoti, di aspettare treni affollati anche se significherà rientrare più tardi. Il problema non è solo percepito. Secondo la Women’s Foundation of New York, nel 2023 il 35% delle donne ha dichiarato di aver subito molestie verbali sui mezzi pubblici. In questo contesto, le soluzioni "tech", dal bike sharing alle app per condividere corse con altre donne, restano strumenti utili ma non strutturali.
I lati positivi di New York e i posti da visitare
A Roma il rischio è spesso vissuto come inevitabile. A New York, invece, sembra esserci qualche possibilità in più. Anche nella città che non dorme mai, essere donna significa ancora dover calcolare, prevedere, prevenire. Per le persone socializzate come donne e per quelle della comunità LGBTQIAPK+, la vita non è mai davvero semplice. Una nota positiva in più, però, esiste, in un problema come la sicurezza che è diffuso a livello internazionale. Qui, le persone sembrano sentirsi libere di vestirsi e sperimentare senza giudizio. In dieci giorni ho visto davvero pochi episodi di catcalling, e ragazze prendere la metro in costume: una cosa che a Roma non farei mai. Le note positive, quindi, non mancano. Come i luoghi da visitare, pubblici e meno. L’esperienza concreta di vivere la città. E per non lasciarvi con l’amaro in bocca, ecco cinque posti che mi hanno colpito e che, ciascuno a suo modo, raccontano qualcosa di New York oggi.
Breeze - Greenpoint, Brooklyn
Di proprietà di David Yang, Louie He e Colin Guo, Breeze è un progetto giovane e ambizioso nato da tre ragazzi cinesi che volevano ricreare i sapori dell’infanzia. Non è solo un ristorante: è uno spazio dove la cucina asiatica incontra cocktail ispirati ai tè cinesi, in un ambiente rilassato e accogliente. Il risultato è qualcosa di difficilmente replicabile in Italia: una sintesi autentica tra tradizione familiare, immaginario pop e voglia di sperimentare. Greenpoint è il quartiere giusto per ospitare questa energia: in continua trasformazione, multiculturale, giovane ma non costruito.
Dilly Dally - Brooklyn
Questo piccolo locale, sempre a Brooklyn, mi ha ricordato il quartiere della Garbatella a Roma. Un posto semplice, senza estetica da copertina, ma con un’identità chiara e una cucina onesta (e delle bellissime spillette). È il classico luogo in cui fare una cena leggendo un libro, mangiare qualcosa di buono senza troppe pretese, sentirsi parte del quartiere anche solo per mezz’ora. Si respira un’aria genuina, da gestione giovane ma solida. Nessun effetto speciale, ma proprio per questo funziona.
Caviar Kaspia - Upper East Side
Tutt’altro registro per Caviar Kaspia, ristorante francese celebre per i suoi piatti a base di caviale, situato al piano terra del The Mark Hotel, nell’Upper East Side. Qui non si va per la cucina in senso stretto, ma per vivere un’estetica precisa fatta di velluti, cristalli e richiami a un certo tipo di immaginario da jet set. Siamo nel cuore dell’Upper East Side, a due passi da dove prendeva forma l’universo di Gossip Girl. Se volete vivere la sensazione di essere dentro un film, almeno per una sera.
Paloma Bakery - Greenpoint
Colazioni con dolci di ispirazione francese e ingredienti americani, in una delle strade più vive di Greenpoint. La Paloma Bakery racconta bene la nuova identità del quartiere: un passato polacco ancora visibile, ma sempre più affiancato da giovani creativi, spazi ibridi, famiglie con passeggino e laptop. Qui il caffè non è solo una pausa, ma un piccolo studio sociologico sul cambiamento urbano. E la pasticceria è ottima.
Messy - Soho
Messy è una delle tante nuove aperture a Soho, ma riesce a distinguersi. Non tanto per l’arredamento, semplice e funzionale, quanto per la proposta: piatti freschi, accessibili, con ottime opzioni vegetariane. In un quartiere notoriamente costoso, è un indirizzo interessante per chi vuole mangiare bene senza sentirsi in una vetrina. Anche questo è un segno dei tempi: meno status, più sostanza.
Dove dormire a New York
Le opzioni erano poche. Per risparmiare, ho inizialmente valutato Newark, New Jersey, ma poi ho scelto di restare a Manhattan, optando per due hotel della stessa catena: il Moxy del Lower East Side e poi quello di Chelsea, per cambiare zona. Ben collegate alla metro e si trovano in quartieri vivi, pieni di locali, luci e persone. Per chi viaggia da sola, questo fa la differenza. Nota pratica: nei Moxy l’acqua e il caffè sono gratuiti nella hall. Può sembrare secondario, ma in una città dove anche una bottiglietta può costare 5 dollari, non lo è. E poi ci sono i rooftop. Quello del Moxy Lower East Side, in particolare, offre una vista suggestiva e un’atmosfera rilassata, senza l’effetto-clubbing da cartolina.
New York non è mai neutra. Ti spinge a pensare, a guardare con più attenzione, a fare confronti. È una città che sa accogliere e respingere nello stesso momento. E forse è proprio in questo equilibrio instabile, tra sogno e realtà, tra possibilità e contraddizione, che si gioca la sua natura profonda.




















































