
Un bilancio social sul mese del Pride 2025 Meno contenuti, meno attenzione, meno investimenti economici: cosa sta succedendo?
Come ogni anno, il mese dell'orgoglio della comunità LGBTQIA+ porta con sé anche ombre. Quest'anno, sembra, più del solito. Si è registrato, infatti, un minore interesse da parte dei brand (della moda e non) nel partecipare con iniziative, partnership e sponsorizzazioni. Ancora, pare, l'attenzione nei confronti di temi come inclusività e diversità sui social sia scesa rispetto agli anni precedenti. La colpa, con tutta probabilità, è data dai cambiamenti nei governi mondiali - con un'attenzione tutta particolare sugli Stati Uniti, dove i provvedimenti del presidente Donald Trump stanno minando le conquiste della comunità, e sull'Italia, che sta seguendo a ruota - ma anche da un cambiamento economico. Se avvicinarsi a queste cause non vende più, allora i brand non lo fanno. Ed ecco che, invece di andare avanti, andiamo inesorabilmente indietro.
I dati di Buzzoole sui social network durante il mese del Pride 2025
I numeri ce li fornisce Buzzoole, che ha analizzato oltre 160.000 contenuti e campagne: negli ultimi dodici mesi (da giugno 2024 a giugno 2025), i contenuti relativi a diversity & inclusion sui social media hanno registrato un calo del 21% rispetto all’anno precedente: si è passati da 204.820 a 161.570 contenuti totali. Anche gli investimenti pubblicitari (ADV) sono diminuiti, ma in misura minore (-8,9%). Durante il Pride Month, da sempre punto focale dell’attivismo LGBTQIA+, la visibilità ha subito un drastico ridimensionamento: i contenuti totali pubblicati tra il 1 e il 18 giugno 2025 sono stati il 43% in meno rispetto allo stesso periodo nel 2024, con un calo del 49% nelle ADV. Questo evidenzia un disimpegno crescente da parte dei brand, che si traduce in minori contenuti sponsorizzati e minore esposizione mediatica.
Instagram rimane al primo posto ma TikTok vince
Nonostante la predominanza di Instagram come piattaforma principale (80% dei contenuti sia organici che ADV), TikTok si conferma più rilevante in termini di contenuti spontanei. I formati più utilizzati restano i post statici, ma i video sono in crescita, soprattutto nelle campagne ADV (40,2%). La fascia di creator più coinvolta è quella con 10–30K follower, privilegiata per la sua efficacia e engagement localizzato. Dal punto di vista strategico, il report sottolinea una perdita di centralità del tema D&I nei calendari editoriali, con una stagionalità troppo concentrata sul mese di giugno e un'assenza di continuità nel resto dell’anno. Nel corso dell’anno, il mese di giugno rappresenta chiaramente il picco di attività pubblicitaria legata ai temi di inclusione e diversity, raccogliendo da solo il 14,2% di tutte le ADV annuali. Questo dato è direttamente connesso al Pride Month, che catalizza l’attenzione dei brand in termini di visibilità e comunicazione a tema. Luglio mantiene un buon livello di attivazione, probabilmente come effetto trainante della coda lunga delle campagne pride. A partire da agosto, però, si osserva un progressivo calo nei volumi, che tocca il suo minimo a febbraio (5,97%), segnalando come nei mesi invernali il tema sia molto meno presente nelle strategie di comunicazione. Un’inversione di tendenza si registra invece a maggio, mese in cui si rileva una ripresa dell’attività ADV, probabilmente in preparazione alle campagne primaverili e agli attivismi pianificati per il Pride.
Le nostre conclusioni
Tutti questi dati dipingono un quadro non roseo e non promettente per gli anni a venire. Investimenti e coinvolgimento in temi così importanti, quali rappresentazione e diritti di gruppi marginalizzati, dovrebbero prescindere dai governi conservatori, e andare oltre. Se non è così, la risposta ce la dà l'approccio su TikTok, più libero e spontaneo. Molte persone, infatti, sono stanche di affiancarsi ai brand e di aspettare che prendano l'iniziativa. Fanno da sole, partecipano a eventi e marce alternative, rifiutano l'opportunismo e cercano connessioni più vere, un sostegno che duri tutto l'anno e una spontaneità nuova.


















































