Mappa vintage

Vedi tutti

Le best cose che abbiamo imparato nel 2023

Che essere ragazze è bello, che il cringe va celebrato e che forse vogliamo andare a vivere in campagna

Le best cose che abbiamo imparato nel 2023 Che essere ragazze è bello, che il cringe va celebrato e che forse vogliamo andare a vivere in campagna

Il 2023 è stato l’anno in cui abbiamo realizzato molte cose, proprio come Kylie Jenner nel 2016. Lo abbiamo fatto grazie a TikTok e ai dibattiti social, a causa della politica internazionale e dell’inflazione. Abbiamo scoperto cose brutte, ma anche cose belle e liberatorie, abbiamo pensato al mondo ma anche a noi stesse e a come ci muoviamo dentro i tempi contemporanei, e abbiamo imparato qualcosa di nuovo, o forse anche due o tre. Con la scoperta, poi, arrivano i cambiamenti. Abbiamo scoperto che anche questi vanno bene, e che è ora di smetterla di fare i bastian contrari e di coltivare la nostra felicità, che non può essere reale se non è condivisa. Cosa impareremo nel 2024? Non lo sappiamo, intanto però facciamo il punto sul 2023

Essere cringe è bello

Il 2023 è stato l’anno del lasciare andare la vergogna, da tutti i punti di vista (o quasi). Basta farsi mille problemi su come si appare, se si parla troppo o troppo poco, basta forzare un atteggiamento misterioso e distaccato o etichettare le cose che non ci piacciono o che consideriamo strambe o sfigate come cringe. L’importante è essere se stessi, non fare male a nessuno e godersi la vita, nel nome della spontaneità e della gioia, proprio come dice la creator Dylan Mulvaney. E se non siete riuscite a farlo nel 2023, c’è sempre il 2024.

Non esistono regole di stile

Se non esiste il cringe non esistono neanche delle regole di stile. Il nero e il marrone, nel 2023, hanno superato la loro faida e stanno benissimo insieme. Se le regole le può infrangere Taylor Swift, forse, le possiamo infrangere pure noi. Le creator di TikTok ci erano arrivate prima, proponendo abbinamenti folli e massimalisti e urlando al mondo intero che, secondo loro, le regole fashion sono ormai superate, insieme ai fashion blogger. L’ispirazione adesso è policentrica, si prende per strada, dai film, dai cartoni animati e dai videogiochi. Un buon proposito per il 2024? Fate quell’abbinamento che vi piace ma che non avete il coraggio di proporre e sfoggiatelo con fierezza. La moda è anche comunicazione e personalità, e non può essere limitata da idee del secolo scorso.

Stop all’hate-watching

@laurenssuitcase Protect your peace! #socialmediatips #socialmediaproblems #hatefollowing #hatefollower #protectyourpeace Chill Vibes - Tollan Kim

Il 2023 ha segnato la fine dell’hate-watching e dell’hate-following. Di cosa stiamo parlando? Di quella tendenza naturale (ma da combattere) a continuare a seguire e guardare persone, brand e prodotti audiovisivi che non ci piacciono più, solo per arrabbiarci o avere qualcosa da odiare e di cui parlare male con le amiche. Quando si parla di economia dell’attenzione e creator online, poi, si inserisce in questa visione anche l’aspetto economico. Con le nostre visualizzazioni, di fatto, aiutiamo alcuni personaggi a sfondare. Perché non usare dunque quel tempo in modo diverso e più produttivo, senza farci intrappolare dai meccanismi dell’hate-watching? 

Che cos’è il pretty privilege

In un mondo in cui l’apparenza è tutto, prendere consapevolezza del proprio pretty privilege può essere fondamentale per spostare il focus sulle cose importanti e sulle categorie discriminate, e a muoverci nel mondo con più consapevolezza. Se si allarga il concetto di pretty privilege a nozioni come l’abilismo e il razzismo, non sarà difficile rilevare come le persone non bianche, non cis, anziane, grasse e con qualche forma di disabilità siano trattate diversamente da quelle bianche, cis, magre e con un corpo conforme agli standard, sia a scuola che sul lavoro che nel quotidiano. Capire il privilegio non è ammettere una mancanza di merito, quanto una riflessione che ci permette di utilizzarlo meglio, per noi e a vantaggio delle persone che non lo hanno

Essere come le altre ragazze va bene, anzi è un complimento

Il 2023 è stato l’anno della girlhood. Le ragazze, che prima cercavano di rendersi uniche e diverse, hanno abbracciato le diverse sfumature dell'essere girl insieme, dalla musica ai passatempi, scoprendo e imparando l'infinito potere di essere proprio come le altre, insieme e in barba alle distinzioni tra basic b. e pick me girl. In questo filone si inserisce la riscoperta del gossip e dell'importanza fondamentale della solidarietà femminile contro una società che ci vuole in guerra per approfittarsi di noi. 

La città ci ha stufato, vogliamo andare a vivere in campagna

Questa cosa l'abbiamo imparata quest'anno, ma in realtà è un risultato a medio termine della pandemia del 2020. Se alla riscoperta della campagna, dei piccoli centri abitati, dell'aria pulita e di case abbastanza grandi da contenere una famiglia intera si aggiungono l'inflazione, l'eco-ansia, i prezzi della vita e degli affitti delle grandi città italiane e chi più ne ha più ne metta, è davvero così sorprendente che le priorità stiano cambiando?