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Dylan Mulvaney chi è e perché il suo "Days of Girlhood" ha fatto il giro del mondo

Simbolo di rappresentazione per le persone trans, da TikTok alle fashion week, Dylan è inarrestabile

Dylan Mulvaney chi è e perché il suo Days of Girlhood ha fatto il giro del mondo Simbolo di rappresentazione per le persone trans, da TikTok alle fashion week, Dylan è inarrestabile

Era il 16 marzo 2022 quando Dylan Mulvaney lanciava la serie che l’avrebbe fatta diventare una vera e propria celebrità del web, proiettandola in un mondo fatato e modaiolo ma anche sulla bocca di tutti, nel bene e nel male. Questa serie, intitolata dalla creator Days of Girlhood è partita come una sorta di video diario della sua transizione. Ogni giornata affrontava un problema, grande o piccolo, dell’essere una ragazza: dal makeup alla procedura laser per eliminare i peli facciali passando per la skin care, l’abbigliamento, il mondo del dating online and so on. Con il sorriso sulle labbra e un approccio sempre garbato e vivace, Dylan spiegava tutti i giorni il suo punto di vista, le sue sfide e le sue conquiste, e se qualcuno la insultava pregava i suoi follower di non andare ad attaccare l’utente negativo. Presto, si è creato attorno a lei un gruppo di sostenitori pronti a difenderla dalle insidie del web e molto grati di quello che sta facendo per la comunità tutta.

@dylanmulvaney Day 4 of being a girl #trans #woman original sound - Dylan Mulvaney

Quando Dylan, grazie anche a questa inaspettata popolarità - che è ben presto diventata un lavoro - è riuscita a sottoporsi a delle operazioni di femminilizzazione facciale, ad esempio, ha creato una campagna di lancio della sua “nuova faccia”, il cui video finale, quello appunto del reveal, ha totalizzato 3.4 milioni di likes e 26.8 milioni visualizzazioni solo su TikTok.

@dylanmulvaney DAY 365 Never been kissed MEETS hasnt been kissed as a girl!!!! #drewbarrymore @drewbarrymore they might kiss x promiscuous - ‍

La storia di Dylan, però, non si è fermata certo qui, e presto ha sfondato le pareti dei social network. Con il successo e la viralità sono arrivati a una velocità travolgente e ingestibile per chiunque i primi omaggi, gli inviti alle sfilate della New York Fashion Week (nel pubblico ma anche in passerella) e ai talk show, i brand deal (compreso quello con Nike).

Una sua collaborazione con un brand, in particolare, le sta facendo accumulare un numero preoccupante di attacchi, anche in Italia. Si tratta di quella con Bud Light, storica marca statunitense di birra bionda a buon mercato. Bud Light ha inviato a Dylan una cassa di lattine di birra personalizzate in occasione della campagna di marketing dedicata al March Madness (il torneo di basket NCAA che avviene appunto tra marzo e aprile) e alcuni conservatori statunitensi hanno reagito boicottando a gran voce l’azienda, comprando e poi gettando teatralmente nei bidoni dell’immondizia le iconiche lattine azzurre, filmandosi e postandosi sui social mentre lo facevano o semplicemente lasciando una valanga di commenti negativi sulle pagine social del brand. Kid Rock ha addirittura sparato su delle lattine di birra per dimostrare tutto il suo disappunto. Verrebbe da trattare la questione come l'ennesima bagarre da social, amplificata dalle bolle e inesistente nel mondo-di-fuori, se non fosse che questi tentativi di boicottaggio (inutili da diversi punti di vista, Bud Light non è indietreggiata di un millimetro) sono stati strumentalizzati sia negli Stati Uniti che in Italia, con pezzi di opinione che riportano indietro di anni, forse di decenni, il dibattito sugli stereotipi di genere e continuano senza sosta a ghettizzare la comunità trans, che si trova in un frangente particolarmente delicato.

Non è un caso, infatti, che le critiche a Dylan Mulvaney non siano arrivate soltanto dai conservatori statunitensi. Alcune donne che si definiscono Trans Exclusionary Radical Feminist (TERF), infatti, ne hanno criticato la volontà di portare sempre con sé tamponi e assorbenti per regalarli alle persone che ne hanno bisogno e che potrebbe incontrare nei bagni delle donne. Non solo, pare che le stesse persone abbiano diffuso la notizia, poi smentita da Tampax su Twitter, che Dylan Mulvaney fosse diventata il volto profumatamente retribuito del marchio di prodotti femminili. 

@dylanmulvaney DAY 365 show info!!!!! Dreams coming trueeee #trans #theatre Wes Anderson-esque Cute Acoustic - Kenji Ueda

Questi attacchi fatti di fake news e dimostrazioni plateali, solo apparentemente bipartisan, sembrano arrivare dalla stessa volontà: quella di silenziare le voci delle persone trans e di mantenere intatto lo stato delle cose. Inutilmente. Dylan è inarrestabile. Accumula contratti e sponsorship con brand sempre più grandi, ha lanciato un live show ispirato alla sua serie su TikTok e il conteggio dei suoi follower e dei suoi sostenitori non accenna a calare, a prescindere da qualsiasi scandalo si cerchi di cucirle addosso, anzi aumenta. Sempre più ragazzi e ragazze trans si sentono capiti e ispirati dal suo viaggio e la sua figura è diventata un simbolo e un reminder dell’importanza fondamentale della rappresentazione, nonostante tutto.