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Nessuno può più dirci come ci dobbiamo vestire

Le regole non esistono: è il fallimento della fashion influencer pura

Nessuno può più dirci come ci dobbiamo vestire Le regole non esistono: è il fallimento della fashion influencer pura

Nero e marrone (o era blu e marrone? Nel dubbio, entrambe le cose) fa cafone. Nero e blu insieme mai. Le scarpe devono essere dello stesso colore della borsa. Non si indossa il nero ai matrimoni. Le ballerine accorciano la gamba e non si mischiano gioielli color oro con gioielli color argento. Non si indossano più pattern contemporaneamente. Queste e molte altre sono le regole dell'abbigliamento che ci sentiamo ripetere fin da quando eravamo bambine, a ogni cerimonia o evento speciale, ma anche semplicemente prima di andare a scuola. E non stiamo neanche affrontando il tema abiti da cerimonia o completi da uomo, a loro volta minuziosamente codificati tra cravatte, calzini e taschini. Il sottotesto è sempre lo stesso: bisogna apparire raffinati e consapevoli delle consuetudini non scritte. Pena l'accusa di cafoni, eccentrici e anche un po' buzzurri. 

Taylor Swift infrange le regole

Taylor Swift, in una paparazzatissima apparizione newyorkese in vista dell'uscita di 1989 Taylor's Version, ha infranto una di queste regole: ha indossato un top nero sotto una giacca marrone, abbinato a una minigonna in un altro tono di marrone. A finire, un paio di stivali con il tacco di un ulteriore colore che potremmo quasi definire marrone, molto caldo, quasi un borgogna. Suonate gli allarmi e chiamate la fanteria, la popstar più famosa del momento ha infranto una regola fondamentale dell'abbigliamento moderno, che ci viene tramandata dalle nostre mamma e dalle nostre nonne. Fa ridere, ma fa anche pensare. Se lo fa Taylor Swift, non esattamente un personaggio tenuto di gran conto per le sue scelte disruptive e avanguardistiche nel campo dell'abbigliamento, vuol dire che possiamo farlo anche noi. Come se avessimo bisogno del suo permesso.

Su TikTok stava già succedendo

La verità è che, mentre tutto si rompe e si frammenta, ai giovani delle regole dell'abbigliamento importa sempre meno. Mai più scarpe dello stesso esatto tono della borsa, mai più un solo colore di metallo per i nostri gioielli: la gen Z ha distrutto tutto quello che credevamo e ha fatto nascere dalle macerie della moda del secolo (o del decennio, ma vale quasi lo stesso) scorso una varietà di stili, talmente tanti che tenere il conto è impossibile, solitamente definiti core per mancanza di altro termine. Li vediamo tutti i giorni su TikTok. Il goth si mescola al balletcore, il clowncore al clean. Le subculture sono morte e non esiste neanche più il concetto di poser: l'abbigliamento è espressione di sé in assoluto, in barba a cosa ci valorizza e anche ai dress code. E le regole? Non ci servono più, non abbiamo nulla da perdere.

@tinyjewishgirl Top and shoes @reformation original sound - clara

Che fine fanno i fashion blogger?

E qui si apre una questione. Se nessuno può dire a questi giovani come devono vestirsi per essere belli, tradizionalmente belli, oppure cool, tradizionalmente cool, allora dove finiscono quelle che nel decennio scorso erano chiamate fashion blogger? Le ragazze che ci spiegavano come abbinare cosa, portatrici assolute del baluardo di ciò-che-si-deve-fare, che si spostarono dai blog a Instagram e lì divennero famose, per intenderci. La verità è che c'è un motivo per cui queste personalità del web stanno cercando di reinventarsi, chi come imprenditrice e conduttrice, chi come family vlogger e chi più ne ha più ne metta. La gen Z, che sta sui social tutto il giorno e coglie i trend e i microtrend ancora prima che arrivino in superficie, non ha bisogno di essere influenzata ma di essere ispirata. Queste ispirazioni arrivano da una pluralità di luoghi, e non tutti sono dentro ai social, anzi. Libri, videogiochi, film, fanfiction, cartoni animati, giocattoli: tutto è ispirazione e tutto è rimasticato e sputato, filtrato dall'interpretazione personale. Se tutto è trend, niente più è trend e non ci serve più nessuno a lanciarli. È una sorta di postmodernismo più che della moda dell'abbigliamento, che della moda alta se ne infischia anzi va a ricercare pezzi unici nel vintage o nella personalizzazione fatta in casa. 

I millennial e le regole

E i millennial? I millennial arrancano, tentando di smontare queste convinzioni granitiche e di stare al passo coi tempi o, al contrario, scegliendo di trincerarsi dietro gli insegnamenti appresi da piccoli, al grido di: "Non si mettono i sandali con i calzini!". Alla fine, il punto è tutto qui: nella libertà di scegliere cosa portare e come farlo a prescindere da età e genere. Senza preconcetti e senza sindacare sulle scelte altrui. E non occorre stare qui a chiedersi come si fa, o chi dobbiamo imitare: la risposta è nessuno, noi stessi oppure tutte le cose del mondo, senza fare gerarchie, in una visione dello stile olistica, difficile da racchiudere e limitare.