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5 artiste emergenti da tenere d'occhio

Il panorama musicale italiano si arricchisce sempre più di giovani e talentuose musiciste

5 artiste emergenti da tenere d'occhio  Il panorama musicale italiano si arricchisce sempre più di giovani e talentuose musiciste

È inevitabilmente complesso essere donna nel panorama musicale italiano. Eppure, nonostante le molteplici difficoltà che hanno rallentato la loro scalata verso il successo, le giovani donne di cui stiamo per parlare hanno sfidato una scena tradizionalmente dominata da una prospettiva maschile, cercando di plasmarla a loro piacimento, regalandole un equilibrio a lungo cercato. L’ultimo anno è stato senza ombra di dubbio l’anno delle donne: mai come adesso la musica ha assistito ad un'esplosione di femminilità che ha suggestionato ogni genere e stile sonoro. Con la pubblicazione del piccante PAPRIKA, Myss Keta ha lasciato un segno indelebile, erotico e avvolgente come il miglior Tinto Brass, nella discografia italiana e si è confermata essere molto più di un fenomeno virale, molto più di una semplice immagine senza alcun contenuto. È stato poi il turno di Levante che, con il suo Magmamemoria, ha attirato le luci dei riflettori, ritagliandosi il proprio spazio nel cantautorato italiano. 

A fianco di questi nomi così importanti e prorompenti della musica italiana, troviamo cinque artiste emergenti a cui il pubblico non ha ancora prestato abbastanza attenzione: partendo dalle eclettiche sonorità di Joan Thiele fino ad arrivare all’aggressiva delicatezza di Madame, cinque ragazze si sono fatte portatrici di punti di vista inedita e terribilmente affascinanti. Proprio per questo, meritano di essere supportate, magari finendo all’istante nella vostra nuova playlist. 

 

Madame

Non c’è alcun posto per la debolezza. Le canzoni di Madame sono un inno alla forza della femminilità cantato con potenza, urlato a squarciagola. Se seguite anche solo sporadicamente la scena rap italiana, avrete già sentito parlare di lei, una delle giovani artiste femminili più interessante della declinazione nostrana della musica urban. Classe 2002, nonostante la giovanissima età, Madame è stata in grado di scuotere il panorama musicale italiano, innovando e svecchiando una musicalità che fino agli ultimi anni si era limitata a presentarsi come un copia-e-incolla di schemi dal sapore obsoleto, dimenticandosi totalmente di ogni potenzialità che la sperimentazione offre. Sopraggiunto con l’eccentrico singolo Sciccherie (con cui la giovane ha mostrato al pubblico il suo amore coraggioso e anticonformista per i virtuosismi) e consacrato nell’olimpo del rap italiano con MADAME - L’anima (che si è rivelata una delle tracce più emozionanti di Persona, l’ultimo album di Marracash), il successo improvviso e totalmente giustificato di Madame è forse un simbolo della brillante carriera musicale che la attende dietro l’angolo?

 

Lil Jolie

Quando l’ho conosciuta per la prima volta qualche settimana fa, Lil Jolie mi si è presentata nella sua semplicità. La stessa semplicità che, unita a quella dose di insicurezza che contraddistingue ogni adolescente, costituisce l’essenza della sua musica. Non è una che rifiuta le sue incertezze, Lil Jolie. Le teme, certo, ma le ama allo stesso tempo. Potrebbe tenerle nascoste a volte, cercando di zittirle, ma, al contempo, le condivide con altri come lei. Ed è forse per questo che la sua arte è così sincera e pura. Nonostante sia sotto le luci della ribalta da qualche manciata di secondo (il suo primo singolo, Farsi Male, è stato infatti rilasciato lo scorso ottobre), è subito riuscita ad imporsi non solo come una cantante dalle eccezionali doti canore, ma anche (e soprattutto) come icona della rinascita del pop italiano, benedetto dalla giovane di Caserta con quella ventata di freschezza di cui tutti ultimamente sentivano la mancanza. Volto giovanissimo del panorama musicale italiano, Lil Jolie è riuscita a fare delle sue canzoni un manifesto generazionale, in cui vengono realisticamente proiettate le paranoie, i drammi e le brevi tregue di felicità di una generazione difficile. Ed è pronta a conquistarsi la scena dando voce a paure che in pochi avrebbero la forza di raccontare. 

 

Mara Sattei

Mara Sattei è principalmente conosciuta per essere la sorella di uno degli artisti emergenti più interessanti della scena rap italiana, Tha Supreme. Ed è un peccato, perché stiamo parlando di una giovane artista romana dal talento puro come un diamante. Non è con il suo primo EP, pubblicato nel 2014, che Mara Sattei inizia ad avere visibilità nel bizzarro e imprevedibile universo della musica, ma con i brani Nuova registrazione 326 e Nuova registrazione 402. Prodotti dal fratello e pubblicati tra l’aprile e l’ottobre di quest’anno, i suoi ultimi due singoli sono un’esplorazione emotiva attraverso il paesaggio tanto affascinante quanto pericoloso della musica pop, profondamente influenzata da quel mix di hip hop e RnB che, dopo aver conquistato l’America, è pronto a scalare le classifiche italiane. Di Mara Sattei si sta parlando ancora troppo poco purtroppo, ma siamo sicuri che, tra qualche mese, la giovane sfonderà a tutti gli effetti nel music business italiano.

 

Joan Thiele

C’è qualcosa che sa di esotico nella musica di Joan Thiele, in cui convivono un mix di etnie e tradizioni completamente diverse, e forse è proprio questo qualcosa che le consente, con una facilità disarmante, di trasportare il suo ascoltatore in un altro universo. È fin da quando si è fatta conoscere per la prima volta, nell’estate del 2016 con un EP che si chiamava proprio come lei, che Joan Thiele continua ad affascinarci con le sue sonorità ammalianti e sognanti che trovano le loro radici nel terreno fertile della musica elettronica. Canzone dopo canzone, la giovane della provincia bresciana si riconferma essere un brillante demiurgo le cui creazioni si trasformano in viaggi catartici che fanno piangere e che alleviano i dolori che ci nascondiamo dentro. Soprattutto adesso che si è avvicinata ancor più alla scena nazionale con Le Vacanze, il primo singolo in cui canta solamente in italiano, rinunciando alle strofe inglesi a cui ci aveva da subito abituati. Dai contorni onirici in cui è semplice immedesimarsi, la musica di Joan Thiele è la traduzione in suoni dell’anima della sua creatrice che, aprendo il suo cuore, ci parla delle sue insicurezze e delle sue consapevolezze, di una quotidianità personale in cui chiunque può immedesimarsi. Senza ombra di dubbio, con l’avvento del nuovo anno, le sue opere si vestiranno finalmente dell’importanza che meritano di avere all’interno della scena pop italiana.

 

Eugenia degli Eugenia Post Meridiem

La scena indie assume nuove sfumature, grazie ad Eugenia e al gruppo di cui è leader: le sfumature tipiche del folk, un genere che, in Italia, non ha mai riscontrato un grande successo. È facile riconoscere Eugenia degli Eugenia Post Meridiem. Con il peculiare incontro del suo canto limpido e delle note della sua inseparabile chitarra, la ragazza sviluppa la sua idea di musica tra la soleggiante Lisbona, l’affascinante Parigi e la caratteristica Genova, città che le ha dato i natali. Tre città che hanno influenzato diversamente la giovane, aiutandola in un percorso di crescita artistica che è sfociato nella creazione di una musicalità che, dall’anima indie, è ibrida, in continuo ed instancabile mutamento. Oscillando fra surf rock e note psichedeliche, Eugenia ammalia il suo pubblico con la semplice bellezza e la delicata potenza delle sue melodie, simbolo di un’armoniosa unione di generi che, ad una rapida occhiata, potrebbero apparire come macrocosmi impossibili da conciliare.