Il sesso, oggi, è fantascienza? Ce lo spiega Valeria Montebello La scrittrice, giornalista e podcaster ha tenuto un incontro sull’eros e la tecnologia al Trieste Science+Fiction

È la prima cosa che non possiamo esimerci dal chiedere a Valeria Montebello: dopo tutti questi appuntamenti disastrosi, dopo il porno sempre più pervasivo nella vita quotidiana, dopo fidanzate fatte con l’IA e rapporti che si riducono ad appuntamenti da dover persino commentare e recensire, le persone continueranno a fare sesso? E non sesso digitale, sesso trascendentale, sesso extra-sensoriale. Solo semplice, primitivo sesso carnale. "Sì", ci risponde la scrittrice, giornalista e realizzatrice dei podcast Il sesso degli altri (2022) ed È solo sesso (2023), prodotti da Spotify Studios in collaborazione con Chora Media, al debutto nel romanzo nel 2024 con Succede di notte. Opera in linea con i temi che Montebello esplora nel proprio percorso di analisi e divulgazione di tematiche di aspetto sessuale, tanto che la protagonista del libro ha a sua volta un podcast sui medesimi argomenti, Post Love, che va dal tramonto del romanticismo all’invio indesiderato di dick pic

Narrazione personale e divulgazione: il sesso come fantascienza e tecnologia

"Però non sono io, non sono mai io", racconta quando le si chiede quanto della sua esperienza personale si innesti all’interno dei propri lavori, in un confine sottile che prende da eventi che le sono vicini, ma che rivivono sempre un’elaborazione, soprattutto per riuscire a restituire un quadro più grande della situazione sociale, emotiva e sessuale del panorama umano. Qualcosa che deve essere sempre mediato dalla narrazione: “Anche perché per quale motivo dovrei pensare che alla gente interessi cosa mi capita? Se voglio raccontare qualcosa c’è sempre una base narrativa importante che ha il compito di aprire le storie a tutti”. È la bussola che Valeria Montebello sta seguendo anche nella stesura di una serie, ancora in fase di scrittura, che parte come spunto proprio dal podcast Il sesso degli altri. "Siamo al lavoro con alcuni sceneggiatori, sia per la serie, ma anche per altri progetti cinematografici. Non tutto c’entrerà con i podcast, ma ci vorrà ancora del tempo per farli uscire, è così che funziona nell’audiovisivo".

@choramedia È uscito il primo episodio della terza stagione di È solo sesso, il podcast di Valeria Montebello che racconta gli orrori e le sfide delle relazioni contemporanee. Dating, relazioni, ritorni di fiamma, amori che sembrano infiniti ma durano una manciata di messaggi. Ex che tornano, red flag che scegliamo di ignorare, appuntamenti che iniziano con una speranza e finiscono con una domanda: ma perché continuo a farmi questo? Malintesi, dipendenze affettive, fantasmi digitali, illusioni romantiche: ogni volta sembra quella giusta, e ogni volta si riparte da zero. Con la convinzione che lo swipe perfetto esista davvero, che stavolta sarà diverso, che – in fondo – anche noi meritiamo la nostra scena alla Notting Hill. O forse no. Nel dubbio, meglio ascoltare la terza stagione di È solo sesso, il podcast di Chora Media che ogni settimana vi accompagna in un viaggio tragicomico dentro i disastri sentimentali della nostra epoca. Gli altri episodi di È solo sesso, uno a settimana, saranno disponibili in anteprima sull'app MyTim di Tim dal 4 settembre e su tutte le piattaforme gratuite dal 19 settembre. Attiva la campanella per ricevere una notifica all’uscita degli episodi #relazioni #Montebello #èsolosesso #dating #podcast #podcastitaliano suono originale - Chora media

Eros tra carne, codice e sex tech

Invitata alla 25esima edizione del Trieste Science+Fiction, Montebello ha tenuto il panel Eros. Tra carne, codice e sex tech: nuovi desideri e intimità in cui ha cercato di riportare al pubblico del festival l’andamento delle tendenze sessuali, ma anche emotive, che stanno attraversando le persone e, soprattutto, la generazione dei Millenial. Un’occasione per andare ancora più affondo nei temi che affronta anche nei suoi articoli, come l’esperienza con Replika, la quale sembra uscita totalmente da un racconto di sci-fi, ma che è invece più vera (e digitale) che mai. Partiamo da cosa si tratta: app chatbot di proprietà della Luka Inc. ideata prima della pandemia nel 2017, Replika permette la creazione di un legame affettivo con un’intelligenza artificiale che può diventare o un/a amico/a virtuale o, persino, un fidanzato/a. “Solo il 5% delle donne la utilizza, mentre il principale utente sembra essere un uomo sui quarant’anni etero. Tra le varie cose inquietanti di questa Replika c’è la possibilità data a chi ne usufruisce di poter regolare il carattere dei partner tecnologici e sembrerebbe che la maggior parte li abbia impostati per avere delle fidanzate virtuali dolci e mansuete. Si sono riscontrati persino casi in cui uomini sposati o con delle fidanzate reali usassero Replika per sfogarsi. Ma cosa è successo poi? Che come tutte le intelligenze artificiali, anche questa ha appreso dati e insegnamenti da chi ne usufruisce. Così Replika ha iniziato a rispondere male e non era certo ciò che speravano gli utenti”.

Tradimento digitale: cosa cambia?

Un qualcosa di incredibilmente "umano" che coinvolge le IA, le quali sono diventate nel corso degli anni anche degli autentici oggetti, o possiamo continuare a definirle partner sessuali. “Sono tante le domande di fronte a cui questa nuova società tecnologica ci pone”, prosegue Montebello al Trieste Science+Fiction. “Se ho un partner reale ed uno digitale è tradimento? Se ho una fidanzata e faccio sesso con un chatbot è tradimento? Fare sexting, con una persona vera o un chatbot, è tradimento? La tecnologia sta influenzando le relazioni, ma paradossalmente le app di dating, nate proprio per far approcciare le persone, stanno svolgendo sempre meno il proprio dovere. Un po’ perché la gente ormai flirta su altre piattaforme, come i social, persino su Linkedin. Un po’ perché uscire sembra diventato sempre più terrificante, gli hasthag sui peggiori appuntamenti sono i più seguiti su TikTok. E stando al porno, anche i gusti sembrano starsi spostando sempre di più”.

L’ascesa dell’hentai e la trasformazione del porno

Nel 2024 la parola “Hentai”, genere anime che sfocia nel pornografico, sembra essere stata la più cercata su PornHub secondo il New York Post. E non è un mistero che questa tipologia di intrattenimento erotico permette alle storie di condurre anche in situazioni estreme, coinvolgendo persino degli stupri. “Il sesso “vanilla” sembra ormai superato”, afferma Montebello. “Gli hentai, quando raggiungono picchi gravi, fanno sentire moralmente salvi i fruitori perché pensano che tanto si tratti solamente di animazione, non di persone vere. Ma se il mercato deve soddisfare la richiesta si ha come l’impressione che si andrà sempre di più per questa strada che escluderà a priori il sesso normale o tra persone in carne ed ossa, almeno nel porno. Prendiamo anche Only Fans: era nata come finestra per le creator e i creatori per esprimersi liberamente, portando avanti una propria immagine e personalità. Adesso è risaputo che anche loro studiano le statistiche così da adattarsi sempre di più a ciò che viene richiesto, appiattendo l’originalità o i video “particolari” che facevano prima per dirigersi così tutti nella stessa direzione”.  

Educazione sessuale affettiva e rischi digitali

Che in tutto questo ci sia la necessità di avviare dei discorsi sull’educazione sessuale affettiva è ovvio, quasi retorico. "Si sa che ormai i bambini già a dieci anni conoscono o si approcciano al porno. Entrare in azione dal punto di vista educativo è fondamentale. C’è bisogno di persone preparate, di psicologi. Anche se ammetto che mi è capitato di incappare persino in professionisti che si mettono a parlare sui social di questi argomenti finendo per dire cose aberranti. Capisco che bisogna trovare dei metodi per restare al passo, ma bisogna essere sempre ragionevoli e preparati. Il giovanissimo è difficile che ti stia a sentire, anche perché i termini cambiano ogni giorno più velocemente, se ne aggiungono continuamente di nuovi e, sarà un caso, ma ogni volta servono ad esprimere qualcosa di negativo, mai di positivo". Tendenza che si abbina alla cronaca giornaliera, dalle app che spogliano le donne, note o meno (come il caso riportato da Francesca Barra) o che possono persino creare porno con persone che conosci, basta solo avere delle loro foto (c’è stato ad ottobre lo stop a Clothoff, in grado di generare deepfake pornografici). E se il futuro del sesso è ancora da capire, scoprire, regolare, sarebbe almeno il caso di iniziare a fare dei passi in avanti nel presente. Per capire che vivere i rapporti e il sesso in maniera sana dovrebbe essere la consuetudine, non fantascienza.