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Il rapporto fra industria del beauty e black community

Come agiscono i brand per combattere razzismo e discriminazione

Il rapporto fra industria del beauty e black community Come agiscono i brand per combattere razzismo e discriminazione

Nelle ultime settimane, in seguito alla morte di George Floyd, dagli Stati Uniti è partita (raggiungendo poi tutto il mondo, anche Milano) una reazione a catena di proteste e manifestazioni contro il razzismo, ma anche iniziative di raccolta fondi e donazioni a favore di quelle associazioni che si occupano di supportare il movimento #blacklivesmatter.

brand del settore beauty hanno dimostrato impegno e dedizione nel supportare la causa attraverso i social, ma anche con donazioni o iniziative charity a supporto delle realtà più piccole, indipendenti e black-owned. 
Ci sorge spontanea quindi una domanda: quanti brand, oltre a dimostrare coinvolgimento emotivo sui social, si impegnano realmente ogni giorno per essere inclusivi nei confronti di tutte le etnie? 

L'evoluzione del make-up

Ad oggi, specialmente nel mondo occidentale, esistono davvero poche sfumature di fondotinta o correttore che sono abbastanza scure per ogni tonalità di pelle. A tal proposito, Bobbi Brown, celebre make-up artist e founder dell'omonimo brand, ha espresso la sua opinione.

Quando è nato il mio marchio, i fondotinta sembravano artificiali ed esistevano davvero poche tonalità sul mercato. È diventata quindi una missione per me creare prodotti che corrispondessero al colore della pelle di ogni donna. Ora, molte altre aziende lavorano a prodotti per donne di tutte le etnie e fasce di età. Sono ottimista e penso che questo sarà il futuro del beauty".

Soltanto negli anni '90 infatti, marchi come MAC Cosmetics, NARS Cosmetics e Bobbi Brown iniziarono ad ampliare la propria gamma di correttori e tonalità di fondotinta. Nel 1994 la supermodel Iman ha fondato il proprio beauty brand IMAN Cosmetics, Skincare & Fragrances, "make-up for women of color". Un altro passo è stato compiuto qualche anno dopo dal noto brand americano di cosmetici CoverGirl, che ha dato voce a bellezze come Tyra Banks e Queen Latifah, con la quale nel 2006 ha realizzato la Queen Collection adatta alle tonalità di pelle più scure. 

Più recentemente, a settembre 2017, la vera rivoluzione è arrivata con Fenty Beauty, brand di Rihanna, nato con l'intenzione di dare a tutte le carnagioni, anche le più scure, la corretta nuance di fondotinta. Inutile dire che è diventato immediatamente icona e punto di riferimento per il cambiamento, con la sua innovativa gamma di oltre 50 tonalità di fondotinta. Un'altra assoluta game-changer del settore è la make-up artist di celebrity e modelle Pat McGrath: dal lancio del suo brand Pat McGrath Labs, alla partnership con la sua musa e amica Naomi Campbell, Pat si è sempre mostrata fiera rappresentante della bellezza black. 

Oggi anche brand più mainstream e accessibili come NYX, Kiko Milano, MAC Cosmetics, Too Faced, Make Up For Ever, stanno implementando le proprie linee di prodotto per cercare di soddisfare tutte le esigenze. 

Sicuramente tanti piccoli passi verso una maggiore "inclusion" nel settore beauty sono stati compiuti e vengono compiuti ogni giorno, ma esperti del settore ritengono sia necessario fare molto di più. 
Un recente studio ha confermato che negli Stati Uniti le donne di colore spendono nove volte di più in bellezza e cura dei capelli rispetto alle donne bianche.

E non si tratta solo di brand. Tym Buacharern, make up artist che ha lavorato sui set di "Black Panther", "Dreamgirls" e per la serie "Hunger Games", ha criticato le scuole di bellezza, che non insegnano adeguatamente ai loro studenti come lavorare con tutte le tonalità della pelle e tipologie di capelli.

Non solo make-up

Per quanto riguarda la cura dei capelli, pioniera assoluta è stata Madam CJ Walker, che nel 1905 si impegnò a realizzare prodotti rivolti ai problemi che lei e altre donne afro-americane stavano affrontando, come forfora e perdita di capelli. La serie Netflix Self Made offre uno sguardo su come Walker è stata la prima donna afro-americana a diventare milionaria, partendo da zero. Walker inventò inoltre il primo prototipo di piastra per capelli e prodotti con formula lisciante per capelli black, qualcosa di totalmente nuovo e controverso all'epoca, trattando i capelli in modo innaturale.

Più tardi, diverse modelle e personalità del settore si sono schierate contro quella che è considerata una vera e propria discriminazione: da un lato, la mancanza di prodotti per le esigenze dei capelli black, dall'altro gli stereotipi di bellezza del tempo (ad esempio, i capelli liscissimi).

Basti pensare alla top model sud-sudanese Alek Wek, che durante una sfilata di Betsey Johnson nel lontano 1998, ha lanciato a terra la parrucca bionda che stava indossando, con un gesto impulsivo e coraggioso contro gli stereotipi di bellezza discriminatori. 

Questi episodi succedevano (e succedono) troppo spesso. Anche la modella Selena Forrest ha preso posizione su questa tematica, denunciando come molti hairstylist non sappiano assolutamente trattare i capelli afro, arrivando ad usare la piastra a 400 gradi (letteralmente!) per stirare i ricci in modo innaturale, piuttosto che lasciarli nella loro forma naturale.

Altri personaggi del settore hanno espresso un'opinione molto simile sulla tematica dei capelli black, su come sia difficile trovare dei prodotti adeguati di brand mainstream, ma anche saloni ed hairstylist che sappiano trattarli con le giuste cure e attenzioni.

"Riesco a malapena a trovare prodotti adatti ai miei capelli dalle marche tradizionali, figuriamoci trovare saloni o hairstylist bianchi capaci di soddisfare le esigenze dei miei capelli" - dichiara la beauty columnist Funmi Fetto.

 

"Non ho bisogno di trattamenti magici per i miei capelli, ciò di cui ho bisogno è che gli hairstylist imparino a trattare questa tipologia di capello. Spesso gli hairstylist nei backstage dei fashion show si rifiutano di farmi i capelli. Con che coraggio mi mandano in passerella con capelli non acconciati? Se succedesse ad una modella bianca, sarebbe uno scandalo" - ha testimoniato invece la modella Londone Myers.

Queste proteste, negli ultimi anni, hanno portato ad un ritorno dei capelli naturali. Soprattutto gli afro hair naturali, grazie anche a celebrity come Halle Barry, Solange Knowles, Yara Shahidi, Alicia Keys, che hanno sfoggiato splendide capigliature al naturale.
Se la situazione si sta smuovendo più agilmente negli Stati Uniti, in Europa (e soprattutto in Italia), si fatica ancora a trovare prodotti per diverse tipologie di capelli, oltre a saloni e professionisti che sappiano trattarli - nonostante gli sforzi compiuti dalla community afro-italiana, da diverse Youtuber e influencer, e anche da brand come Nappy Italia.

I beauty brand black-owned e indipendenti

Non solo i grandi marchi leader del settore. Esistono centinaia di brand beauty indipendenti, black-owned, che stanno rivoluzionando l'industria cosmetica. In che modo? Creando un modello di business e un prodotto che includa o sia realizzato appositamente per le esigenze della black community.

Molti dei trend beauty che vediamo ogni giorno come treccine, baby hair e capelli effetto bagnato, nails lunghissime e ricostruite, così come i look urban derivano proprio dalla black culture. Come riconoscere e supportare le donne (e uomini) che ci influenzano quotidianamente, anche se spesso questo non viene riconosciuto? Iniziare a conoscere i marchi di bellezza black-owned può essere un primo passo. 

Dai prodotti per capelli di Pattern Beauty e Briogeo, ai fondotinta di BlackUp, Cover FX e Range Beauty, alla protezione solare di Blackgirlsunscreen, dai rossetti di TheLipBar agli smalti di Mented Cosmetics.

In seguito alle proteste, recentemente è stata lanciata la campagna 15PercentPledge, un appello ai grandi e piccoli retailer per sollecitarli a dedicare almeno il 15% del loro spazio sugli scaffali / dei propri e-commerce alle attività black-owned.
Il leader del beauty Sephora ha accolto la richiesta e ha dichiarato il proprio impegno nei confronti delle attività gestite dalla black community.

Il make up e i prodotti beauty sono qualcosa di estremamente personale - forse ancora più che i vestiti - essendo qualcosa che proviamo letteralmente sulla nostra pelle. Non c’è nulla che possa fare sentire più integrati e veramente inclusi dei prodotti per il nostro viso, fatti apposta per la nostra pelle - e tutti dovrebbero averne accesso.