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La Spagna approva una legge che regolamenta i rapporti senza consenso

La legge "Sólo sí es sí" dirà basta alla distinzione legale sugli abusi

La Spagna approva una legge che regolamenta i rapporti senza consenso La legge Sólo sí es sí dirà basta alla distinzione legale sugli abusi

Dopo il congedo mestruale retribuito ed il diritto all’aborto senza il consenso dei genitori per tutte le donne a partire dai sedici anni, la Spagna compie un nuovo passo verso il female empowerment. Il Congresso dei Deputati di Madrid ha approvato la Ley de Garantía Integral de la Libertad Sexual, una nuova norma che elimina la distinzione giuridica tra aggressione e abuso considerando come stupro tutti i rapporti sessuali privi di un consenso libero ed esplicito. Da oggi, dopo un lungo dibattito, 201 voti favorevoli, 140 contrari (da parte dei partiti della destra radicale PP e Vox) e 3 astensioni è finito il tempo delle interpretazioni arbitrarie che in sede processuale umiliano le survivor con domande come "Hai chiuso bene le gambe?", "Come eri vestita?" e "Hai resistito abbastanza?" e con sentenze che ne minimizzano sofferenze ed abusi subiti. Come sottolineano sia El Pais sia la ministra de Igualdad Irene Montero:

"Oggi è un giorno molto importante per le donne del nostro paese: la libertà sessuale diventa finalmente un diritto. Oggi possiamo dire tutte insieme "sorella io ti credo"."

La legge, conosciuta anche come "Sólo sí es sí", è il risultato dell’indignazione e delle mobilitazioni popolari nate da un caso di violenza sessuale di gruppo di sei anni fa che ha dato vita a uno vero e proprio movimento per i diritti delle donne spagnole.  Nel luglio del 2016, durante la festa di San Fermìn a Pamplona, un gruppo di cinque uomini, che si faceva chiamare su WhatsApp la Manada e comprendeva un membro della polizia della Guardia Civil e uno del Pronto Soccorso Militare, aveva attirato una ragazza di diciotto anni dentro un portone e l’hanno violentata. Poi, l’aveva abbandonata per strada senza cellulare per impedirle di chiedere aiuto e erano scappati. La survivor li denunciò ottenendo in cambio un’ulteriore umiliante violenza. Dopo undici udienze e un processo mediatico in cui fu messa alla gogna, la corte escluse il reato il reato di aggressione sessuale, preferendo quello più "soft" di abuso, condannando i cinque con una pena di soli 9 anni contro i 22 richiesti dall’accusa. La sentenza ha suscitato enormi critiche ed è stata in parte ribaltata dal Tribunale Supremo spagnolo che elevò la pena a 15 anni, condannando i componenti del branco per stupro.

"Sólo sí es sí" è il risultato del caso di la Manada e di tanti altri simili nei quali le survivor sono state aggredite una seconda da tribunali e stampa per il modo in cui erano vestite, parlavano, sorridevano, avevano o non avevano reagito alle presunte violenze. Un piccolo passo che contribuisce ad intaccare la cultura dello stupro, ma la strada da fare è ancora tanta se si considera che nel 2021 in Spagna sono stati denunciati 2143 casi di stupro (una media di 6 al giorno), con un aumento del 34% rispetto al 2020, e che, secondo l’Inchiesta sulla Violenza contro le Donne promossa dal ministero per l’Uguaglianza, solo l’8% delle vittime di violenza sessuale la denuncia.