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Milano Fashion Week: tutto quello che è successo il secondo giorno

Da Prada a Blumarine, ecco le collezioni SS24 che hanno segnato la giornata

Milano Fashion Week: tutto quello che è successo il secondo giorno Da Prada a Blumarine, ecco le collezioni SS24 che hanno segnato la giornata

Cosa è successo nel secondo giorno della MFW? Le sfilate continuano a ritmo serrato, tra brand storici, debutti e una grande dose di sensualità, interpretata in modo diverso da Prada a Blumarine. La giornata ha visto alternarsi Benetton, Fiorucci, Moschino che ha festeggiato i 40 di moda, Tom Ford con il nuovo direttore creativo, Max Mara e le sue giardiniere chic, mentre alle modelle di Blumarine sono spuntate le ali. Lo show che ha ricevuto i maggiori applausi, riservando un inaspettato momento virale? Quello della collezione SS24 di Prada. Il vostro preferito?

 

L'utility glamour di Max Mara

Il lato casual dell’eleganza in un gioco di contrasti. Blu profondo, verde scandinavo, cammello e delicati colori pastello. Denim e organza. Cuoio e cotone. Maxi camicie e hot pants. Giacche cargo e pencil skirt. Leggerezza e dettagli utility. La collezione SS24 di Max Mara porta in una passerella punteggiata da alberi e arbusti un giardino segreto che si ispira all’eccentrica e sarcastica intellettuale britannica Vita Sackville-West e dal suo volume Women’s Land Army, un ritratto delle donne inglesi di ogni ceto e classe sociale che negli anni ’40 si riunirono per lavorare la terra e dare nutrimento alla nazione. Il direttore creativo Ian Griffiths traduce quelle pagine in un sofisticato workwear fatto di giacche, trench e jumpsuit che ricordano le uniformi degli aviatori; pantaloni jodhpur da cavallerizza o abiti da sera con le spalline incrociate, i tasconi e la schiena nuda che reinterpretano il concetto di grembiule. Il risultato è una collezione perfettamente bilanciata tra utility e glamour, understament e flirty.

 

L’inchino di Miuccia a Zambernardi

Il momento virale del secondo giorno della MFW e il finale della sfilata di Prada. Dopo che le modelle hanno mostrato l’ultima (e come sempre bellissima) collezione disegnata da Miuccia Prada e Raf Simons, insieme a loro si affaccia per salutare il pubblico anche Fabio Zambernardi. Il nome non suonerà familiare a molti, ma il talentuoso design director sia di Prada sia di Miu Miu e storico braccio destro della Signora, lascia l’azienda dopo più di 30 anni. Ancora entusiasta per i capi visti in passerella, il pubblico fa la standing ovation, mentre, sorridente, Miuccia applaude e s’inchina davanti al suo storico collaboratore, l’uomo che insieme a lei a contribuito a plasmare l’estetica del marchio milanese. E prima di questo segno di riconoscenza e stima cosa è successo? La colonna sonora del cult di Hitchcok, Vertigo, ha fatto accompagnato una serie di capi dalle geometrie austere e i dettagli sorprendenti. Le giacche grigio fumo di Londra, con le spalle squadrate, nette e affilate, in contrapposizione con la vita sottilissima, sottolineata dalla cintura, convivono con le cappe di voile e le scintillanti frange metallizzate, il caban in cotone robusto con le gonne a tubino in chiffon, gli abiti svolazzanti con i gilet in pelle con anelli in metallo o la polo in cachemire ricamata a mano con cristalli e borchie.

 

 

La sfilata in 4 atti di Moschino

Moschino compie 40 anni e, approfittando dell’assenza temporanea di un direttore creativo alle redini del brand, festeggia con una sfilata evento. Per la nuova collezione ha chiamato quattro celebri stylist, affidando ad ognuna la creazione di 10 outfit a testa ispirati all’archivio del marchio: Carlyne Cerf De Dudzeele, Gabriella Karefa-Johnson, Lucia Liu e Katie Grand De Dudzeele, icona anni 80 che per dieci anni ha curato lo styling di Moschino a fianco di Jeremy Scott, parte dal dipinto del founder Franco Moschino Natura morta con cuore e realizza una serie di dolcevita e jeans, tubini neri e pantaloni sartoriali, tailleur bianchi e neri, tutti decorati con una pioggia di maxi cristalli, rigorosamente fake. Karefa-Johnson, simbolo della moda inclusiva e prima stylist afroamericana a firmare una copertina di Vogue America, preferisce un’iniezione di colore, tra crochet, patchwork, pois e cappelli da cowgirl. La stylist e creative director cinese Lucia Liu rievoca la verve ironica e provocatoria di Moschino con t-shirt manifesto abbinate a pezzi cutecore alla Marie Antoinette. Infine, Katie Grand, stylist amatissima e fondatrice di Perfect magazine, opta per un Loud Luxory con tanto di ballerini coreografati da Wayne McGregor. Così in passerella tornano i capi chiave e l’ironia del fondatore Franco Moschino. Ma è solo una versione sbiadita e molto meno incisiva dell’originale.

 

Gli angeli Y2K di Blumarine

Siamo tutti santi e peccatori. Come canta Lily-Rose Depp nella colonna sonora di The idol, che fa da sottofondo all’incedere delle modelle, e come racconta Nicola Brognano nella collezione SS24 di Blumarine. In passerella sfilano angeli che sembrano più simili ad antiche divinità, da ammirare e riverire, che indossano abiti bianchi drappeggiati sul corpo, top a tubo e pantaloni a vita bassa, catsuits in jersey sottile come un collant, nude dress in pvc trasparente e pantaloni spalmati d’oro. Sono creature ultraterrene, bellissime, irraggiungibili. Eppure sensuali, carnali. Come la farfalla, da sempre codice del marchio e animale guida dello stile Y2K, che viene reinterpretato su abiti e accessori, diventando fibbie di cinture, top, gonne, slip e piccole borse. 

 

Il ritorno alle origini di Tom Ford

Tutto cambia, niente cambia. Peter Hawkings, braccio destro e successore di Tom Ford, debutta a Milano con la sua prima collezione come direttore creativo del marchio e sceglie di rimanere fedele alla linea. Per un attimo sembra di essere ancora tra la fine degli anni ’90 e primi 2000, a quando lo stilista texano conquistava il mondo con la sua estetica patinata fatta di capi sensuali e glamour. I codici e i pezzi cult ci sono tutti: i tailleur pantalone in velluto; i tuxedo; gli shorts; le camicie di seta sbottonate fino all’ombelico; le gambe nude; i tacchi affilati; il finto coccodrillo; gli abiti in jersey, fermati sui fianchi dalla maxi cintura con ovale metallico. Una curiosità: pare che una delle ispirazioni di Hawkings per questa collezione sia stata Donyale Luna, la prima top model black, musa ispiratrice di Andy Warhol e Richard Avedon. A lei è dedicato il documentario Donyale Luna: Supermodel uscito il 13 settembre su HBO e in arrivo prossimamente su Sky.