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Esplorando il fascino di Michèle Lamy

Un focus sullo stile controverso una delle personalità più eccentriche e audaci del panorama moda

Esplorando il fascino di Michèle Lamy Un focus sullo stile controverso una delle personalità più eccentriche e audaci del panorama moda

Nell’ultimo periodo ci è piaciuto molto il mondo di Barbie e il suo immaginario ultra pink fatto di corpi scultorei e chiome platinate, ma la moda non ha sicuramente dimenticato il fascino delle tenebre, tra churchcore e estetica punk. La prima sofisticata musa del “lato oscuro”, di una moda destrutturale e cruda, con un aspetto apparentemente tenebroso, è la compagna di vita e affari di Rick Owens. A vedersi, Michèle Lamy può essere scambiata per una divinità primitiva, una sacerdotessa pagana, una sciamana uzbeka, una viandante del futuro. La realtà è che Michèle Lamy è semplicemente una studiosa delle regole non regole dell’estetica che esplora i parametri di bellezza e bruttezza, capace di annientarli e confonderli con sapienza e consapevolezza.

 

Gli esordi 

Michèle Lamy è un avvocato difensore di professione, che dopo innumerevoli viaggi su e giù per la Francia come ballerina di cabaret, mossi dal profumo di rivoluzione che aleggiava in quel periodo, si sposta negli USA, da New York a Los Angeles, dove gestisce due locali di riferimento per la nightlife underground di L.A., il Café des Artistes e il Les Deux Café. Diventa già icona nell’ambiente fashion e volto emblematico dello star system grazie ai place to be in cui era riuscita a creare un nuovo ritrovo per gli addetti ai lavori della moda, con quel sapore parigino trapiantato. In questa veste abbraccia le sue doti creative ampliando la ricerca nel clothing design e fonda lei stessa il suo brand di sportswear maschile, Lamy.

La relazione con Rick Owens

In questa occasione la strada di Michèle incrocia quella di un giovane Rick Owens. L’incontro avviene a Little Tokyo, a Los Angeles, per un colloquio di lavoro organizzato dal collaboratore di Michèle che le suggerisce il nome di un giovane artista americano per una posizione da coprire in Lamy. Il colloquio va a buon fine, Rick Owens viene assunto come pattern maker e di lì a poco si ritrova a bussare alla porta di Michèle di notte, ubriaco, per dirle:  "I have a crush on you and you have a crush on me!" (io ho una cotta per te e tu hai una cotta per me!) Questo evento sancisce l’unione della power couple più iconica della moda sperimentale e dello stile futurista, fautori l’uno del successo dell’altro e complici tanto nel business quanto nella vita privata. La loro complicità si basa sulla compensazione: conciliando i diversi modi di essere - lei è un animale sociale e lui un introspettivo che ha bisogno della solitudine -entrambi traggono la massima ispirazione artistica dalle proprie esperienze quotidiane e danno vita ad un’unica ampia visione artistica avantgarde.

Rick Owens rivede in lei una profonda fonte di ispirazione, che usa per incarnare il suo stile. Michèle appare in pubblico indossando le sue creazioni come un vero e proprio manifesto estetico, avvicinando ogni sua uscita pubblica ad una sorta di performance artistica.

 

Body painting, stile Lamy

Lo studio delle forme e i riferimenti culturali sono tratti inconfondibili dello stile Michèle Lamy. Il risultato è ombroso e gotico, mette quasi in soggezione, come ogni espressione d’arte che si distingua. Con le dita costantemente macchiate di henna e i tatuaggi di ispirazione berbera sulle falangi, disegna sulla sua fronte una linea crayon spessa e imprecisa, condivide il suo rituale di decorazione del corpo con il mondo.

 

Maxi Maxi Maxi

Indossa enormi accessori, bangles metallici giganti su tutto l’avambraccio, difficili da sfilare a causa dell’enorme quantità di grandi anelli sulle dita. Esaspera le forme corporee con voluminose spalline marziane, maxi tasche e ampie bisacce che ricordano l’anatomia dei marsupiali. I riferimenti al mondo animale continuano con copricapi voluminosi a forma di orecchie di coniglio, corna o antenne. Si innalza due palmi dal terreno indossando gli iconici e vertiginosi heels con prismatici platform di Rick Owens. Michèle Lamy prende le abitudini visive del senso umano e le stravolge, demolendo i preconcetti estetici.

Gipsy Vibe

Spesso quando sale in taxi o cammina per strada le viene chiesto se può leggere la mano. Le decorazioni del corpo quasi cerimoniali, i gioielli d’aspetto tribale, la predilezione per il total black che va ad uniformarsi a capelli corvini e pelle scura, come fosse sempre bruciata dal sole. Il tutto fa risaltare gli incredibili occhi celesti che diventano ancor più penetranti, come se ne avessero bisogno. Tutto questo conferisce a Michèle Lamy quell’aspetto da nomade e quasi da fattucchiera che non può passare inosservato. Concilia e contrappone l’appearence da cartomante gitana alla ricerca sul lusso e sui materiali preziosi, andando spesso a richiamare i trend della nostra contemporaneità. Non a caso, collabora con Kanye West e ha sfilato a Parigi per la sua presentazione di Yeezy Season 9 a Parigi indossando un outfit reminescente della sua estetica creando un ponte tra lo styling post-apocalittico del suo brand e quello in evoluzione del rapper americano. Michelle inoltre è amica e sostenitrice di ASAP Rocky (con cui condivide la passione per i denti d’oro e diamanti), fu protagonista del video “M3LL155X” di FKA TwigsMichèle Lamy è fortemente connessa all’attualità artistica e culturale, ma contribuisce all’evoluzione citando e traendo da realtà lontane.

Femminile, Sensuale, Audace

Nonostante il suo stile iper-sofisticato e apparentemente studiato al dettaglio, Michèle Lamy dichiara spesso che molte delle sue scelte sono casuali, come il pesante make-up nero attorno agli occhi, la linea sulla fronte e i denti d’oro. Un mix di riferimenti così vario è di fatto l’outcome di un background culturale costruito a forza di esperienze, viaggi, studio delle diversità e incontro con una grande varietà di culture, ma perlopiù involontario. Questo è forse il tratto più affascinante di Michèle Lamy. L’inconsapevole coraggio di osare e di unire innumerevoli universi, abbattendo confini di genere e stereotipi di costume, la rende un’entità di indiscutibile e feroce sensualità. La sua personale interpretazione di figura femminile è una donna audace che si discosta dai classici canoni di bellezza (pratica boxe da anni e venera le sue rughe, solo per fare un paio di esempi) ma definisce un'identità di genere ancora più potente. Il suo charme deriva dalla cultura e dalla coniugazione di elementi apparentemente sconnessi tra loro, con un solo comune denominatore: lei stessa.

La moda gravita attorno alle sue iconiche “muse” e alle loro interpretazioni groundbreaking. Personalità indipendenti in grado di lanciare trend anziché seguirli e spesso di generare una vera e propria rivoluzione di costume. Sebbene Michèle Lamy non ami questa definizione, si può davvero considerare una “musa” contemporanea, laddove per musa si intenda un’entità ammaliante che susciti ispirazione artistica. La sua potenza comunicativa e il suo indiscutibile fascino evocano arte e sono frutto di autodeterminazione sconnessa dalle tendenze e legata agli ideali.