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Come sono andate le ultime Fashion Week digitali

La Settimana della Moda ai tempi del Coronavirus

Come sono andate le ultime Fashion Week digitali La Settimana della Moda ai tempi del Coronavirus

Dopo gli show annullati, quelli a porte chiuse e i primi tentativi digitali visti durante l’estate, si conclude il primo vero fashion month in era Covid-19. Notevoli le proposte dei 41 show digitali di Milano e i 45 di Parigi, che hanno dimostrato che il fashion system non si ferma, e che questo è solo l’inizio di un lungo dialogo tra la moda e la tecnologia.

Se non si può far sfilare le proprie collezioni in passerella, la soluzione è sfruttare al meglio i mezzi che si hanno a disposizione, accelerando il processo di digitalizzazione che era già (parzialmente) in atto. Se la Settimana della Moda newyorkese non ha performato come sperato, non sfruttando al meglio le risorse digitali, è andata meglio a Milano e Parigi. Vediamo insieme i successi digitali presentati nelle due città.

Il "dialogo" tecnologico

Il vero dialogo fra Miuccia Prada e Raf Simons nella presentazione della collezione SS21 di Prada, è stato sicuramente l'esperimento più riuscito. Il digitale fa parte della nostra vita, oggi più che mai, ce ne siamo accorti noi, se ne è accorta anche Miuccia: da sempre restia alla tecnologia, per potersi focalizzare sull’umanità, ha ammesso di essersi resa conto quanto essa sia un’estensione di noi stessi, e soprattutto durante il lockdown, necessaria. Proprio la tecnologia, durante lo streaming della collezione, viene in supporto e si fa protagonista: uno sfondo asettico, interamente giallo - il colore preferito del nuovo co-direttore Raf Simons - schermi e telecamere che circondale le modelle apparse sui nostri display. Riprese aeree e ravvicinate hanno aiutato a percepire i dettagli e i tessuti della nuova collezione.

I filtri Instagram

C'è anche chi ha optato per un un mix di fisico e digitale, in un’edizione che è stata appunto ribattezzata phygital. Fra questi, Boss e Blumarine, in occasione della prima collezione firmata dal nuovo direttore creativo Nicola Brognano. Entrambi i brand hanno appositamente creato dei filtri Instagram in tema con le rispettive collezioni. Con sottofondo musicale e cornice floreale, come le stampe sui tessuti Boss, il filtro Milan Flowers. Il titolo spiega la mossa ecosostenibile del brand nei confronti di Milano, alla quale donerà 40 alberi di acacia. Mentre Blumarine gioca con una B in swarovski riflessa su un occhio per il filtro She Are, le stesse B dei copri capo e delle cinture viste in passerella.

I messaggi digitali

Totalmente digitale, si ripete la voglia di lanciare dei messaggi forti da parte di MSGM. Dopo l’inno alla libertà in occasione della Digital Week dedicata all’uomo, Massimo Giorgetti affronta il tema del body shaming con il progetto Autoritratto. Prima di presentare la nuova collezione, le 12 donne scelte raccontando sé stesse e il rapporto col proprio corpo. Più forti di qualsiasi nuova location o dj-set, le voci di chi come loro è riuscito ad amare se stesso ed invita gli altri a farlo.

Il mondo dello spettacolo in difficoltà in questo periodo è stato a cuore a Giorgio Armani, che lo ha supportato attraverso le due collezioni. Un casting televisivo e musicale, da Najwa Nimri - nota per le parti in Vis à Vis e La Casa di Carta, a Joan Thiele, cantautrice italiana, ad Alice Pagani, la star di Baby, per portare in scena il corto Building Dialogues. Con l’intenzione di democratizzare la moda invece, Giorgio Armani sceglie di presentare la sua prima linea in televisione, in un programma condotto da Lilli Gruber su La7. 

Un casting d’eccezione quello scelto da Moschino, dove il digitale incontra la tradizione. Delle marionette in legno sostituiscono modelle e pubblico, fra cui i "modellini" di Gigi Hadid e Anna Wintour in prima fila. Quando la fantasia non ha limiti, neanche chiusi in casa durante un lockdown, per ricominciare bisogna partire dal piccolo, come afferma Jeremy Scott.

Cos'è successo alla Paris Fashion Week

Un pubblico vero, anche se in streaming, quello della sfilata digitale firmata Miu Miu. Per la sua seconda collezione Miuccia Prada sceglie un campo delineato da linee curve sospese in un bianco ottico dove le modelle, in una divisa sportiva e ammiccante, giungono agli spalti rosa fatti di schermi, verso il pubblico le osserva. In un momento in cui le Zoom call sono parte della nostra quotidianità, la sfilata digitale di Miu Miu riflette la realtà e ci fa sentire tutti parte del Miu Miu Club.

A viaggiare nello spazio sono anche i protagonisti del corto della stilista Marine Serre, Amor Fati, con cui fa il suo approdo digitale alla Paris Fashion Week. Un vero e proprio mini film, lanciato sul sito e sulle piattaforme social, ha tenuti gli spettatori incollati allo schermo per 15 minuti, grazie anche ai contenuti interattivi per analizzare meglio la collezione e i filtri Instagram dedicati.

Nuovi esperimenti bel riusciti quelli di Dior e Dries Van Noten: entrambi i brand hanno collaborato con artisti a cui hanno dato ampio spazio nel loro show digitale. È l’artista Lucia Marcucci, esponente del movimento artistico Poesia Visiva, a mostrare il suo lavoro in un video realizzato dalla regista Alina Marazzi. Collage di immagini fatte di dissenso, che hanno ispirato la personalizzazione della location ai Giardini de Tuileries e la collezione di Maria Grazia Chiuri.
L’artista e fotografa olandese Viviane Sassen crea un caleidoscopio di colori nel corto realizzato con Dries Van Noten, ispirandosi alla corrente psichedelica degli anni '20: un vortice di stampe, tratte dai fotogrammi dell’artista-regista Len Lye, creano movimento e spensieratezza. L'arte multimediale e la moda si uniscono veicolando messaggi e trascendendo il quotidiano.

Si conclude così il mese della moda del cambiamento, con i distanziamenti, le mascherine abbinate ai look e gli streaming da casa o dall’ufficio, per gli addetti ai lavori. Ma non solo per loro, il digitale riesce ad avvicinare alla moda un pubblico più ampio, a rendere tutto meno esclusivo, soprattutto grazie ad Instagram e allo streaming. Lo stesso pubblico che permette di arrivare a cifre di ascolto mai sentite prima, come i 95 milioni di visualizzazioni per Dior e i 685 mila spettatori per Giorgio Armani. Numeri che hanno visto la voglia di novità, di comodità, che hanno messo da parte i temi sognanti a cui ispirarsi, per la concretezza. Quella moda alla ricerca di un dialogo col suo pubblico, a cui noi non vediamo l’ora di prendere parte.