La moda kinky è tornata E il suo tempismo non è casuale

Quando l’attore Alexander Skarsgård ha calcato il red carpet al Festival di Cannes 2025 per la première di The Phoenician Scheme indossando degli stivali in pelle alti fino alla coscia firmati Saint Laurent, la sua scelta audace ha fatto subito parlare. Alcuni esperti di tendenze moda 2025 hanno lodato il suo stile provocante, mentre altri hanno notato un dettaglio: la moda fetish (o kinky) sta silenziosamente ma inesorabilmente tornando in auge.

La conferma non arriva solo dal look di Skarsgård. Altri esempi includono Lucy Liu al Tribeca Film Festival 2025 in un abito in pelle nera senza spalline firmato Maison Margiela Sabrina Elba a Cannes in un corsetto rosso di Dilara Findikoglu, fino alle collezioni Fall/Winter 2025 di Marine Serre e Dsquared2.

La tendenza è proseguita anche nel 2026: la linea uomo Spring/Summer 2026 di Rick Owens, i look firmati Dilara Findikoglu indossati da Chappell Roan, Miss Bashful e Dua Lipa, e la collezione BDSM in stile balletto di Ludovic de Saint Sernin recentemente sfoggiata da Miley Cyrus confermano una verità: la moda kinky è tornata, e non solo sulle passerelle.

Moda kinky: una storia di ribellione e seduzione

La storia della moda fetish ha origini lontane, risalenti al XVIII secolo, quando il termine "feticismo" venne usato per la prima volta. Studiosi come Michael Hayworth sostengono che corsetti e gonne corte, comparsi verso la fine del XIX secolo, furono le prime vere espressioni della moda kinky, in quanto accessibili solo a una ristretta élite. Negli anni '20 del dopoguerra, lo stile fetish divenne famoso grazie alla maison francese Yva Richard, nota per lingerie audace, cappelli provocanti e calzature insolite. Un suo iconico capo, un reggiseno metallico con borchie a forma conica, è considerato il precursore del famoso cone bra di Jean Paul Gaultier. Negli anni '60, la moda trasgressiva si evolve con il monokini e i perizoma creati da Rudi Gernreich, il movimento gay leather e il personaggio di Mrs. Peel nella serie The Avengers, che indossava una tuta in pelle nera. Negli anni '70, la subcultura punk britannica adottò lo stile fetish come simbolo di ribellione, e Vivienne Westwood lo trasformò in arte sartoriale. Da allora, stilisti come Thierry Mugler, Maison Margiela, Helmut Lang, Tom Ford, Alexander McQueen, e icone pop come Madonna, Lady Gaga, Rihanna, e le Catwoman di Michelle Pfeiffer e Halle Berry hanno portato il look kinky nel mainstream, senza tradirne l’anima provocatoria. 

Moda fetish 2025: tra seconda pelle e corsetti

Stivali fetish, corsetti, lingerie provocante indossata come abbigliamento da giorno, capi in gomma e pelle effetto seconda pelle, body piercing: la moda kinky 2025 si esprime in mille forme. Ma perché torna proprio adesso? Secondo The Guardian, il feticismo riemerge storicamente in periodi di crisi economica, sconvolgimenti politici o profondi cambiamenti culturali. E il 2025, segnato da ansia economica, valori conservatori e tensioni sociali, ne è l’esempio perfetto. Guardando alla storia, non è una coincidenza che la moda fetish sia esplosa nei ruggenti anni '20, negli anni di rivoluzione sociale dei '60, nella ribellione punk dei '70 e dopo i lockdown del 2020.

Moda kinky come atto politico e di autoaffermazione

Se da un lato alcuni considerano la moda fetish come sessista o sfruttatrice, altri la vedono come un’affermazione audace di identità e potere personale. In un contesto globale dove si riaffacciano misoginia, transfobia, nazionalismo e conservatorismo, vestirsi in stile kinky è anche un atto di resistenza. Accettare il proprio corpo, mostrare forza attraverso abbigliamento provocante e sfidare le norme imposte è diventato un modo per riprendersi il controllo su se stessi. La moda, in questo senso, diventa un linguaggio di lotta e autoespressione.