
Martina Strazzer: "Il mio viaggio con Amabile" Intervista alla content creator e founder del brand di gioielli

La prima volta che ho incontrato Martina Strazzer eravamo in centro a Milano. Insieme abbiamo bevuto un caffè e abbiamo scambiato due chiacchiere, partendo dal suo brand di gioielli, Amabile. Inevitabilmente, la nostra conversazione si è allargata. Abbiamo parlato degli ultimi trend (Labubu in primis), del potere misterioso e imprevedibile di TikTok e del marketing digitale. Quando poi ci siamo date appuntamento per un'intervista nella nostra sede, ho ritrovato esattamente la Martina Strazzer con cui avevo parlato qualche settimana prima. Spigliata e pronta, con uno sguardo chiaro sul futuro nonostante la giovane età. Approfondire era solo naturale.
Intervista a Martina Strazzer
La prima domanda riguarda i suoi inizi sui social network e nello specifico su TikTok. "TikTok è lo strumento più potente che la nostra generazione ha, o che aveva nel 2020" esordisce, ed è come se non avessimo mai smesso di chiacchierare. "Quando ho cominciato a pubblicare dei contenuti lì io avevo un solo obiettivo, e cioè far funzionare Amabile con il minor budget possibile. L'ho scelto facendo una cernita degli strumenti che c'erano, perché incontrava meglio le mie necessità in quel momento. Tuttora è uno dei principali portali in cui divulghiamo le informazioni e condividiamo quello che vogliamo raccontare alla nostra community". Quindi una scelta consapevole. Non era detto che andasse bene, e invece è successo. "Dopo un annetto circa avevo costruito una bella community. Condividevo davvero tutto, ogni secondo della mia giornata, ma effettivamente c'è stato un momento specifico in cui ho cominciato a parlare solo dell'azienda, o meglio: della mia quotidianità come imprenditrice. E questa cosa ha appassionato il pubblico, probabilmente perché sentiva di star assistendo all'inizio di una storia senza un destino già scritto". E il resto è storia: "Più il pubblico rispondeva bene più le vendite salivano, più i prodotti andavano virali. Lì ho capito che stava succedendo qualcosa".
Insomma, un cambio di punto di vista ha portato alla crescita, ma tutto è iniziato da una storia, quella di Martina Strazzer, che ancora si occupa di raccontarla, anche attraverso i prodotti e senza mai perdere il contatto con la community, che è sempre più ampia. "Per mantenere il mio rapporto con la community uso due tecniche principali: la prima è raccontare tutto quello che mi succede dal punto di vista imprenditoriale. La seconda è cercare di inventare sempre qualcosa di nuovo, nuove iniziative, nuovi motivi per interagire con il pubblico, che è una cosa che mi piace tanto. Non mi sentirei di essere me stessa se avessi un canale unilaterale, di output di informazioni e basta". Tra queste iniziative che portano l'online in una dimensione offline, è impossibile non segnalare Amabiland, festival che si è tenuto il 12 e 13 luglio presso il Complesso Zeno di Ercolano, Napoli. Un grande evento all’insegna di musica, attività, e divertimento, pensato per fare vivere al pubblico l’universo del brand Amabile in un’esperienza immersiva, ma anche per valorizzare le attività locali. In questo contesto, non poteva mancare nss edicola, con una t-shirt creata apposta per l'occasione.
Parte del pacchetto, naturalmente, è il portare dietro le quinte anche chi non riesce ad esserci, in un costante dialogo tra virtuale e reale. Proprio come è successo con l'apertura dello store Amabile a Bologna, il primo e - al momento - unico in Italia. "Passare all'offline è stato difficile per me, emotivamente parlando" ci ha confessato Martina. "È stato un momento complesso, sfidante. I brand in questo momento hanno come obiettivo la digitalizzazione, noi stiamo facendo l'esatto opposto. Mi sembra di andare controcorrente, mi chiedo se sia la scelta giusta. Però io credo che sia davvero necessario per noi fare questo passo, perché essendo nati completamente online abbiamo avuto modo di creare un rapporto con il cliente che è 100% virtuale. Abbiamo voglia di mettere radici sul territorio, e il feedback è fantastico. Il negozio di Bologna è molto frequentato, ci sta dando soddisfazioni".
A dare tante soddisfazioni, in realtà, è tutto il brand, che è cresciuto molto. "È stato un viaggio meraviglioso, pieno di difficoltà" ci spiega. "Ho iniziato a fare impresa a 20 anni, ero una bambina. È stato difficile guadagnare rispetto e dignità in un mondo, quello imprenditoriale, che è così difficile da abitare. Però ritengo che rimanendo concentrati sul nostro obiettivo, andando avanti e dimostrando che ce la si può fare è fattibile anche da giovane donna. Nel tempo Amabile ha vissuto molte evoluzioni. Abbiamo iniziato facendo pochi articoli, poi siamo passati a delle vere e proprie collezioni tematiche". L'ultima di queste è Safari, appena in tempo per l'estate.
Con l'azienda è cresciuto anche il team: "Nel 2021 ero sola, ad oggi siamo più di 40 persone" ammette Martina. "Inizialmente il team assomigliava a un nucleo familiare. Poi siamo cresciuti, e inevitabilmente il mio ruolo è dovuto cambiare. Quello che però cerco di mantenere è un approccio umano con tutte le persone che fanno parte dell'azienda. Cerco di rendermi degna della loro fiducia, voglio che sappiano quello che penso e quello che spero, spero che sappiano che possono fidarsi di me, che farò di tutto per andare incontro alle loro necessità. Cerco di promuovere una cultura morbida nei confronti delle loro esigenze, nei confronti dell'errore e dell'imprevisto, della difficoltà. Cerco di creare un ambiente sereno. Non sempre è facile essere sempre leggeri e spensierati, però ci proviamo" conclude sorridendo.
L'ultima domanda è più personale, e riguarda la separazione tra le varie anime di Martina Strazzer, che è content creator, imprenditrice ma anche e soprattutto persona. Come si protegge sui social? Come tiene separati questi ambiti e dove si trova il confine? "La Martina sui social e la Martina imprenditrice sono la stessa identica persona" risponde. "Alla fine porto sui social la mia quotidianità lavorativa. Parla di impresa. Il filtro, il confine, lo pongo invece tra questa versione di me e la Martina persona, perché lì in effetti cambia un po'" continua. "Cerco di godermi gli amici, la famiglia, di avere una routine concreta e umana. Cerco di tenere separati i momenti in cui sono a lavoro e i momenti in cui sono fidanzata, figlia, sorella, amica, e così cerco anche di proteggerli. Infatti è raro che io condivida parti della mia vita privata online, così come cerco - non sempre con successo - di non portare il lavoro a casa. Il weekend, ad esempio, è il mio momento sacro. Però, alla fine, tutte queste parti fanno parte di me".

























































