
Giulia Mei: "È il momento di rivendicare un nuovo cantautorato prodotto dalle donne" Intervista alla cantante di "Bandiera"

Vivo nella convinzione che, in ogni caso, se lavori con le parole poi si sente quando parli, ti spieghi, ti esprimi. Si sente da come le scegli e da come le ordini, da come le utilizzi come fossero mattoncini lego, per costruire un discorso. Me lo ha provato e confermato per l'ennesima volta Giulia Mei, cantante che ha rilasciato da poco il suo nuovo disco, "Io della musica non ho capito niente" e che ci ha raccontato la sua visione della vita, della musica, del femminismo e della politica e tutti i modi in cui, secondo lei e nella sua esperienza, queste cose si intrecciano. Davanti a me, ho trovato una donna consapevole e decisa, articolata e consapevole. Questo è quello che ci ha raccontato, partendo naturalmente dalla sua fatica discografica.
Intervista a Giulia Mei
"Io della musica non ci ho capito niente nasce dalla consapevolezza che bisogna scendere dai piedistalli se si vuole creare qualcosa di vero, di personale e che sia importante per noi" esordisce, stabilendo subito il tono della conversazione. "Nasce dalla necessità di ritrovare una creatività che fosse mia, libera, spontanea, che mi permettesse di recuperare un modo di fare musica completamente autentico, che mi permettesse di giocare un po' con la musica come fanno i bambini, che quando creano non si preoccupano mai della forma" prosegue. "Volevo recuperare tutti i mondi sonori che ho amato nella vita e mescolarli in maniera autentica. E questo è un disco che nasce da una necessità di caos che poi in qualche modo si rimette in ordine. C'è una voglia di cercare un percorso mio. Dico sempre che un disco dedicato a chi non sa funzionare, però ascolta con orecchie e cuore libero".
Impossibile, quando si parla di e con Giulia Mei, non parlare anche di "Bandiera", canzone che ha guadagnato una certa viralità su TikTok e che l'ha resa famosa e conosciuta in tutta Italia. "Per me Bandiera è stata una canzone di maturità, perché anche a me ha aiutato a capire delle cose della mia vita, di me stessa, di come io voglio esistere in questo mondo. Ha cambiato tanto a livello personale, mi ha dato la consapevolezza che la musica può fare tanto e può uscire dagli schemi che a volte ci imponiamo da soli o che ci impongono. Non sono scesa a compromessi, mi sono ripresa delle parole, mi sono ripresa la libertà di esistere, di avere uno spazio nel mondo in quanto donna, di sentirmi al sicuro e di vivere in un mondo che mi faccia sentire al sicuro" ci spiega, e si vede che ci ha pensato tanto e che per lei è importante. "La magia" conclude con un sorriso sulle labbra, "è che questa canzone è diventata la canzone di tante altre persone, tante donne, tanti uomini, tante persone che hanno bisogno di andare verso un percorso di forte autodeterminazione". Insomma, una canzone che è un inno alla libertà e all'identità, temi sempre più centrali e importanti. "Il mio fare musica nasce da un'esigenza personale. In particolar modo quando scrivo di temi sociali o anche politici lo faccio per sentire altre voci attorno a me. È quello che è accaduto anche con "Bandiera": volevo chiedere semplicemente se ci fosse qualcun altro che sentiva questo dolore, e quindi creare una collettività. La musica ha un potere enorme perché è una forma d'arte e di comunicazione che arriva a tutte e tutti".
Passiamo alle ispirazioni. "Ci sono tantissime figure femminili che mi hanno ispirata. Penso a Clara Wieck, Fanny Mendelssohn che hanno scritto le pagine di letteratura pianistica più belle che io conosca e hanno lottato contro un mondo patriarcale. Poi Nina Simone, Tori Amos. Io mi sento molto rappresentata da questo modo di stare al pianoforte così viscerale, per cui dico sempre che quando non ho davanti pianoforte mi sento un po' a nudo" ci spiega. "Per arrivare a giorni un po' più recenti, in Francia c'è una scena bellissima, basti pensare a François Hardy. E in Italia? Te ne potrei dire 1000 in questo momento. Mi viene in mente, ad esempio, Daniela Pes. In particolar modo in Italia c'è una scena delle pagine di scrittura portata avanti da donne molto, molto bella e interessante". Donne che hanno lottato e lottano per esprimersi, proprio come lei. Le chiediamo, infatti, se ha mai sentito di dover addolcire, limare o tagliare degli angoli alle sue parole per andare avanti nella sua carriera. La risposta è, sorpresa sorpresa, ricca di spunti. "Ci sono molti modi di addolcire. A volte ho scelto di farlo per raccontarmi in maniera più immediata e pregnante, soprattutto quando stavo affrontando una tematica dolorosa o difficile da raccontare. Quindi va bene addolcirsi se è per far arrivare il racconto di qualcosa dall'altro lato, soprattutto se sono cose che hai a cuore" e poi aggiunge, più critica: "Altre volte invece mi è stato chiesto di addolcire la pillola, ma quelle erano richieste mirate a tenermi buona, a farmi essere meno scomoda e che mi sono arrivate dall'esterno, dal mondo maschile. Lì non mi sono addolcita, non ho tagliato o cambiato il testo, non ho omesso delle parole. Mi ha dato la forza di continuare per la mia strada, di credere alle parole e alla musica che stavo scegliendo. Credo che la dolcezza debba essere sempre una scelta personale. Se una scelta imposta da fuori non è dolcezza, è censura".
Tra le parole che le è stato chiesto di cambiare, forse, anche "femminismo". Termine entrato ormai nel mainstream dei salotti televisivi ma ancora, forse, non pienamente compreso e accettato, anzi osteggiato. "Io credo in un femminismo che è una rivendicazione d'amore e di libertà, che includa tutte e tutti, che non parla mai della lingua dell'odio, della prevaricazione, del potere. Il femminismo deve parlare la lingua del poter essere, del poter fare. Tutti dovremmo essere femministi e femministe, perché quello che questo movimento rivendica è la possibilità di avere uno spazio nel mondo nel rispetto degli altri e la possibilità di avere una voce, di essere ciò che si vuole e che si desidera di essere profondamente, senza lasciare nessuno indietro".
Oltre alla richiesta di smussarsi e di farsi piccole, tante sono le sfide per una cantautrice italiana nel 2025, ma tante sono anche le possibilità. "Essere una cantautrice significa avere una voce e utilizzarla. Significa avere la possibilità di indirizzarla in 1000 modi cercando di uscire dall'immaginario che ci ha sempre rappresentate in un solo modo, che ci ha chiesto di essere in un solo modo. Quando si parla di cantautorato femminile, ad esempio, l'aggettivo femminile riguarda il modo in cui questa musica viene vista dall'occhio maschile. Noi con la nostra voce abbiamo la possibilità di rivendicare un nuovo femminile attraverso le nostre parole, soprattutto riprendendoci le parole che ci sono state tolte o che ci sono state consegnate filtrate in un altro modo. Possiamo combinarle in maniera diversa per consegnare un messaggio diverso. Io sono felice di fare parte di questa grande forza che nasce dalle parole e che ha un potere enorme".
Il suo consiglio per le ragazze che vogliono diventare cantautrici ha radici antiche, e fa quasi da riassunto a tutta questa chiacchierata: "Ci sono state tante compositrici e cantautrici, in passato, che non hanno avuto la possibilità di pubblicare perché era considerato sconveniente. Ripenso a tutta la musica che abbiamo perso nei secoli. Io consiglio alle ragazze che vogliono fare musica di pensare a loro, di pensare che se non ci credono e non fanno musica non solo stanno perdendo la loro opportunità di dire qualcosa, ma stanno togliendo anche un patrimonio enorme all'umanità e la possibilità ad altre donne di sentirsi rappresentate. È una cosa molto importante. Se non vi sentite rappresentate siate voi la rappresentazione di voi stesse, però non vi fermate e non lasciate che qualcuno vi fermi. Penso che in futuro qualcuno vi ringrazierà per questo".
E nel futuro? Non ha dubbi: "C'è musica, la possibilità di vivere di musica, scriverla, continuare sempre a scriverla seguendo le regole della mia interiorità, di quello che il mio cuore sente che sia giusto raccontare. Aderire a quello che sento dentro di me. Un nuovo album, tantissimi concerti. Adesso sono in tour in tutta Italia, quindi sicuramente mi vedo a saltare su un palco come una pazza".



























































