
Chloë Sevigny è l'eterna It Girl Un'ispirazione che non possiamo fare a meno di amare
È la ragazza che tutte le altre cercano di imitare e, in qualche modo, è sempre dieci passi avanti. Molte It Girl brillano intensamente e poi svaniscono in fretta. Ma non Chloë Sevigny. L’attrice, modella e designer ha lasciato un segno profondo nello zeitgeist culturale dagli anni ’90, affermandosi come la It Girl definitiva. "Sevigny è la definizione classica di It Girl, nel senso di qualcuno che si distingue nella folla", afferma Safa’a Salman, interior designer e commentatrice di fashion di @italybutoncrack. Ma, a differenza di contemporanee come Twiggy, Winona Ryder, Clara Bow o Edie Sedgwick la cui attrattiva, nota Salman, derivava principalmente dal loro status di star, Sevigny ha completamente cambiato le regole con la sua autenticità.
Chloë Sevigny: chi è e gli inizi
Ha attirato l’attenzione per la prima volta come un’adolescente ribelle del Connecticut che marinava la scuola per trascorrere le giornate a New York. Un giorno, una redattrice di Sassy Magazine la notò tra le strade frenetiche della Grande Mela e le chiese di fare la modella. Come qualsiasi ragazza avrebbe fatto, Sevigny disse di sì. Nel 1993 si trasferì a Brooklyn, terminando il liceo mentre lavorava come modella per etichette e riviste indie. Nel 1994 apparve sulla copertina dell’album Flipping Out dei Gigolo Aunts e in un videoclip dei Lemonheads, consolidando il suo status di musa artistica e alternativa della scena newyorkese. In breve tempo, Chloë Sevigny non era più solo la ragazza di downtown, ma anche, secondo il New Yorker, "la ragazza più cool del mondo". "Non era solo per come si vestiva", ricorda la giornalista e coordinatrice di @HFMetGala Chloe Kennedy, citando il celebre profilo di Jay McInerney che la consacrò come miniera d’oro culturale. "Era anche la sua conoscenza delle arti, nelle quali si immergeva completamente".
Dalla moda al cinema: la trasformazione di Chloë Sevigny
Se c’è una cosa che definisce Chloë Sevigny, è la sua versatilità. Non passò molto prima che aggiungesse il cinema al suo repertorio. Era il 1995, Clueless era appena uscito nei cinema, le supermodelle dominavano l’immaginario collettivo, e l’aria era divisa tra il grunge e il minimalismo di Calvin Klein. Senza alcuna esperienza di recitazione, Sevigny ottenne il suo primo ruolo nel film cult Kids, riuscendo a comunicare emozioni solo con il suo sguardo intenso. Non importava cosa facesse: Sevigny ridefiniva costantemente cosa significasse essere cool, cosa volesse dire essere arty. Quell’anno debuttò anche in passerella nella collezione Primavera/Estate 1996 di Miu Miu, consolidando il suo posto nel mondo della moda di lusso. Da allora, ha portato avanti quella fiaccola con una naturalezza disarmante.
Anni ’90: l’epoca d’oro dello stile Chloë
Tra la metà e la fine degli anni ’90, Sevigny interpretò una serie di ruoli sempre più diversi, come Trees Lounge, Gummo, dove mostrò anche le sue abilità di fashion designer, The Last Days of Disco e Boys Don’t Cry. Nei suoi look da red carpet sfoggiava pezzi iconici: collant tigrati, borse Hermès, abiti Yves Saint Laurent disegnati da Alber Elbaz, e molto altro. "Ha sempre vissuto, agito e vestito seguendo i propri istinti, non lo zeitgeist", afferma la commentatrice di moda e archivista Gabriela Gheorghe, dietro agli account @blondiejpg e @schiaparelli.archive. Dalla passerella di Miu Miu ai film come The Last Days of Disco e Boys Don’t Cry, Chloë ha sempre vissuto con una genuinità tutta sua.
Lo stile di Chloë: equilibrio perfetto tra opposti
Sevigny è maestra nel bilanciare gli opposti. "È un modo di vestire che richiede una profonda comprensione della moda e della propria identità personale", spiega Kennedy, sottolineando la sua capacità di mescolare con naturalezza il maschile e il femminile, il vintage e il nuovo. Un momento iconico? Il Met Gala 1998, dove Chloë indossò una giacca sportiva marrone, una gonna grigia, una borsa bianca con fiocco e tacchi con dettagli in pitone e rosa. Contrasti audaci, ma sempre riconoscibilmente suoi.
Dagli anni 2000 a oggi
Nel 2000, lo stile di Sevigny rimaneva naturalmente cool, autentico e bilanciato, portandola nei film American Psycho e Dogville, oltre che sulle passerelle di Dolce & Gabbana. Un momento memorabile per la commentatrice di moda @imthespecialk avvenne a Miami nel 2005, quando Chloë fu vista con una borsa Louis Vuitton, una tuta in pizzo bianco e rosso e zeppe di paglia che univano l’eleganza del balletto all’energia solare della città. "Un tocco di massimalismo è sempre così chic", commenta la fan di moda. Oggi, con ruoli in serie TV, film e videoclip musicali come Big Love, Bones and All di Luca Guadagnino, e il videoclip 360 di Charli XCX, il titolo di “ragazza più cool del mondo” rimane pienamente meritato. Che si tratti di sposarsi in un abito Jean Paul Gaultier, di recitare in After The Hunt o di brillare al LACMA Art+Film Gala in Saint Laurent, Chloë Sevigny continua a dettare lo stile, sempre due, se non dieci, passi avanti.
L’essenza di una vera icona di stile
Tutto sembra naturale. È semplicemente chi è. "Gran parte del fascino di Chloë è il suo mistero e la sua indifferenza verso la fama", spiega Kennedy. "Ha rifiutato servizi fotografici con Steven Meisel, non le importava essere vista. È qualcosa che non si può imitare". Gheorghe concorda: "Non ha mai inseguito le tendenze né cercato approvazione, ma la sua individualità incrollabile l’ha resa una vera icona di stile per decenni". Oggi, moltissime aspiranti It Girl lottano per ottenere quel titolo. Ma in un’epoca ossessionata dall’omologazione e dalle tendenze virali, nulla è più desiderabile dell’autenticità. Ecco perché Chloë Sevigny, armata di spirito, disinvoltura e un senso dello stile ineguagliabile, continua a ispirare il mondo. Se negli anni ’90 bastava esporsi per cambiare la propria vita, oggi la sfera digitale impone un’etichetta diversa all’arte e all’intrattenimento: gli attori devono avere un certo numero di follower per ottenere ruoli, gli influencer vengono messi davanti ai professionisti della moda, e gli algoritmi dettano il gusto. In un mondo così artificiale, la creatività può diventare rara. Ma se l’eterna attrattiva di Chloë Sevigny dimostra qualcosa, è che l’individualità vince sempre. "La chiave di ogni It Girl è trovare ciò che funziona per sé e portarlo avanti", conclude @imthespecialk. "Forse è per questo che le icone di moda non passano mai davvero di moda".























































