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5 film iconici di Monica Vitti

Da "L’avventura" di Michelangelo Antonioni a "Polvere di stelle" al fianco di Alberto Sordi

5 film iconici di Monica Vitti Da L’avventura di Michelangelo Antonioni a Polvere di stelle al fianco di Alberto Sordi

5 David di Donatello, 3 nastri d'argento, 12 globi d’oro, 1 ciak d'oro, 1 Leone d’oro. I premi vinti da Monica Vitti durante la sua carriera sono tanti, ma nessun numero è abbastanza a descrivere un talento come il suo, così eclettico da renderla perfetta e credibile sia nei ruoli drammatici sia in quelli della commedia. Si dice che capì che recitare era il suo futuro già da bambina, durante la guerra, giocando i burattini. Così, una volta cresciuta, si iscrisse alla all'Accademia d’arte drammatica di Roma e iniziò a lavorare prima in teatro e poi come doppiatrice. Il cinema arrivò solo in un secondo momento, dopo che venne notata da Michelangelo Antonioni. Il regista, che fu anche suo compagno, la volle per la sua "trilogia dell'incomunicabilità" e le regalò scene e ruoli indimenticabili, entrati nella storia del cinema italiano e non solo. Archiviato il rapporto con il director, nel corso degli anni successivi lasciò spazio alla sua vis comica, facendo scoprire al pubblico un lato inedito di se stessa. Nessuno pensava che quella donna bellissima e dalla voce roca, atipica rispetto alle star prorompenti e formose dell’epoca, fosse in grado di far ridere e piangere come nessun’altra. 

Monica ha lavorato con tutti i più grandi: da Marcello Mastroianni a Alain Delon, da Giancarlo Giannini ad Alberto Sordi, da Ugo Tognazzi a Vittorio Gassman.

Ecco 5 suoi film iconici da guardare per riscoprire un’artista unica e non dimenticare le infinite sfaccettature della femminilità.

 

 L’eclisse (1962)

Secondo la leggenda, vedendo Monica in sala di doppiaggio, Michelangelo Antonioni pronunciò una frase che cambiò per sempre la vita dell’attrice, consacrandola a diva: "Ha una bella nuca, potrebbe fare del cinema". Il regista la eleva a sua musa e la sceglie come protagonista della sua "trilogia dell'incomunicabilità", tre film in bianco e nero, quasi astratti. Nel primo, L’Avventura, Vitti è la tormentata Claudia; in La notte è la ragazza che seduce Marcello Mastroianni a una festa e, in L’eclisse è la taciturna e misteriosa Vittoria. La storia? Vittoria non ama più il compagno e decide di lasciarlo. Cerca rifugio, senza riuscirci, nell’affetto della madre e della famiglia, poi si imbatte per caso in un affascinante e cinico agente di cambio. Con l’uomo, interpretato da Alain Delon, passa due giorni felici e appassionati. La mattina seguente si promettono amore eterno e si danno appuntamento per la sera, ma non si rivedranno mai più.

 

Deserto rosso (1964)

Dietro la macchina da presa c’è ancora Antonioni che segue Monica nei panni di Giuliana, una donna traumatizzata da un grave incidente d’auto. Depressa e sperduta, ingannata e considerata quasi invisibile dalla famiglia, cerca di ritrovare se stessa. Per un attimo, grazie all’aiuto di un amico del marito, crede di riuscirci, ma, man mano, che il film prosegue sembra soffocare, sopraffatta dai colori saturi di una Ravenna fortemente industriale.

 

La ragazza con la pistola (1968)

Monica debutta nella commedia con un ruolo al limite del grottesco, ma iconico. È Assunta Patanè, una ragazza siciliana che attraversa il Regno Unito per vendicarsi dell’uomo che, l’ha abbandonata dopo averla rapita ed imposto la fuitina, macchiandole per sempre la reputazione agli occhi dei compaesani. Questo viaggio rocambolesco fatto di maglioncini torturati e outfit sixties coinciderà per Assunta in una vera e propria emancipazione. Gli sceneggiatori Rodolfo Sonego e Luigi Magni scrivono il ruolo apposta per la Vitti, mentre dietro la macchina da presa c’è Mario Monicelli.

 

Dramma della gelosia (Tutti i particolari in cronaca) (1970)

Se non la nostra vita privata, il cinema ce lo ha insegnato di certo: i mènage a trois non finiscono mai bene. Il problema è, ovviamente, la gelosia come quella che acceca Oreste, muratore sposato che molla la famiglia per amore della bella fioraia Adelaide. Le cose si complicano ulteriormente quando tra la nuova coppia si inserisce un giovane pizzaiolo di origine toscana che fa perdere la testa Adelaide. Lei vorrebbe dividere le sue attenzioni tra i due uomini, ma Oreste non ci riesci e fa precipitare la storia fino all’amaro finale. Un film che allo stesso tempo è malinconico, divertente e sagace con tre dei più grandi attori del cinema italiano diretti da Ettore Scola: Monica Vitti, Marcello Mastroianni Giancarlo Giannini. Servono altri motivi per vederlo?

 

Polvere di stelle (1973)

Inaugurato nel 1969 con Amore mio aiutami, Monica continua il sodalizio con Alberto Sordi che la vuole come sua partner nel film che l’attore dirige nel 1973. Il titolo è Polvere di stelle. La storia è quello di Mimmo Adami e Dea Dani, marito e moglie, ma, soprattutto, star prive di talento di una sgangherata compagnia di avanspettacolo che si trova ad avere un successo inaspettato ed effimero negli anni della Seconda Guerra Mondiale. L’immagine che resta nella mente? Sordi in versione un marinaio con giacca bianca, canottiera a righe e collana di fiori al collo e Vitti avvolta nella bandiera americana che cantano "Ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai?".