Settembre è il nuovo Capodanno Che ansia, è l'ora di farci un'altra vacanza

Se c'è una cosa che proprio non riusciamo a non fare, noi poveri piccoli esseri umani, questa è evitare di metterci sotto pressione, di creare passaggi immaginari, momenti topici in cui si tirano le fila e si fanno bilanci, in cui si chiude qualcosa e si apre un'altra cosa, in cui "ricominciare". Perché ne abbiamo bisogno, perché ci aiuta a ri-accumulare le poche energie che ci rimangono, perché poche cose ci piacciono più di comprare un'agenda, fare buoni propositi, dire a tutti: sarò una persona diversa. Messo da parte il Capodanno - che segna istituzionalmente la fine di un anno, ma lo fa in un momento un po' sconveniente, nel cuore dell'inverno - il vero re-inizio è diventato il mese di settembre. Perché ricomincia l'anno scolastico, perché si torna dalle vacanze, perché finisce l'estate e inizia l'autunno, perché è la stagione della Vergine - il segno notoriamente più precisetto dello zodiaco - e perché abbiamo bisogno di una seconda possibilità dopo gennaio, e ha senso solo fissarla qui. Poco prima di Natale. 

L'estate 2025 è stata vacante

Non aiuta questa ripresa faticosa ma speranzosa (e le aspettative eclatanti che vi poniamo dentro) il fatto che questa sia stata - secondo un po' tutti ma come molto bene individuato da Vox - l'estate del niente. Non un tema unificante, non un fenomeno pop (Barbie, Brat, main character) molto forte a dare un tono a una stagione che tende ad essere vuota, di sospensione e attesa, e che è dunque il momento perfetto per ricaricarsi e per dedicarsi al frivolo, certo, ma anche - adesso che non abbiamo la nostra routine a distrarci - per vedere cadere su di sé il peso dell'esistenza e del mondo intero che va a rotoli. Non una distrazione, non un tormentone musicale. Solo doom scrolling, le orribili notizie che arrivano dal genocidio in atto a Gaza per mano israeliana, forse un po' di mare, riposo parziale e tanta, ma tanta ansia. 

Cosa ci aspettiamo da settembre?

Dunque: cosa ci aspettiamo da settembre? Se non abbiamo praticato l'evasione nel pop, come ci aspettiamo di poter riprendere la nostra vita? Forse la soluzione è lasciar perdere. Ma non in senso anedonico, in senso consapevole. L'estate è una necessaria pausa di riposo, settembre è semplicemente il rientro. Fine. No aspettative, no buoni propositi, solo l'utilizzo delle energie recuperate (si spera) per riprendere la nostra vita in mano senza danni o contraccolpi, senza conti alla rovescia. L'importanza di non metterci sotto pressione e di non cedere al mito della produttività (e della magrezza, e del lavoro, ecc ecc) è centrale. Se non funzionava a Capodanno, perché dovrebbe funzionare a settembre?

Dove andare in vacanza a settembre

E se la soluzione fosse partire? Sempre più persone decidono (vita e lavoro permettendo, e non è facile) di spostare o di prolungare le vacanze, partendo per viaggi brevi anche a settembre. Le opzioni sono infinite. Settembre, infatti, tende ad essere un po' meno costoso, e le mete si allargano. Il mare è ancora bello, soprattutto in quelle località dove la spiaggia libera vince sul Lido, come ad esempio l'isola di Sant'Antioco, in Sardegna. Il clima in montagna è ancora mite, ideale per le passeggiate. Il turismo da città è l'ideale, se si riesce a schivare la (possibile) pioggia. Qualche suggerimento? In Europa Porto, Lisbona, Londra e Berlino sono opzioni sempre valide sia per un weekend che per qualche giorno in più. Un tour letterario è sempre una possibilità. Ancora, un weekend in una spa potrebbe fare bene ai nervi, così come un percorso in bici. Un esempio? ZEM Wellness Clinic, ad Altea, in Spagna, propone un percorso su misura per chi desidera tornare in forma, rigenerarsi e affrontare il rientro con nuova energia. Ancora, consigliamo un soggiorno di lusso all’Albereta Relais & Châteaux, a Erbusco. In realtà, poi, qualsiasi pretesto per staccare è benaccetto: vi piace il calcio? Cercate una partita in una città nuova e comprate i biglietti. Vi piace lo shopping? Andate a caccia delle boutique vintage più esclusive e uniche. Basta subire una divisione dell'anno arbitraria, basta ansia. Tutto l'anno è nostro, e deve rimanere tale.