Piccola guida per scoprire Porto I quartieri, i locali e i ristoranti da non perdere durante il tuo viaggio nella citta portoghese

È la terza volta che passeggio per le vie della seconda città più grande del Portogallo e mi sembra diversa, ogni volta, in modo radicale. Quasi come se ad ogni decade Porto si togliesse di dosso un vecchio abito per indossarne uno nuovo, più audace, più leggero. Quando venni per la prima volta, nel 2007, trovai un Paese segnato dalla crisi economica: povero, con palazzi decadenti e troppi cartelli "vende-se" alle finestre. Il Portogallo di allora somigliava fin troppo all’Italia dei primi anni Duemila: la stessa stanchezza, la stessa bellezza lasciata andare, la stessa nostalgia per un tempo che non c’era più. Nel 2017, durante il mio Erasmus a Lisbona, tornai a Porto per qualche giorno. Trovai una città trasformata, con una nuova energia: più europea, più giovane, più viva. Mi piacque, ma Lisbona era ancora la protagonista assoluta. Porto restava, in fondo, “la seconda”.

E poi è arrivato il 2025. Quasi dieci anni dopo, eccomi di nuovo qui.
E il tempo si vede tutto.

Porto 2025: non più la seconda

Porto non ha più nulla da invidiare – lo dico senza esagerare – non solo a Madrid, ma persino a Copenaghen o Stoccolma. Perché mi spingo con questi paragoni? Perché la città è pulitissima, curata, attraversata da cantieri che non deprimono, ma annunciano rinnovamento. Ma soprattutto, è animata da una nuova generazione di giovani portoghesi che sembra aver preso in mano il futuro con consapevolezza e gentilezza. Le tipiche Padarias Portuguesas, con le signore anziane dietro al bancone che vendono bolo de arroz e pastéis de nata, sopravvivono accanto a concept store, atelier e coworking. E ciò che stupisce è che non si percepisce tensione tra le generazioni. Più che uno scontro, sembra un passaggio di testimone. La bellezza di Porto sta tutta qui: nella convivenza armoniosa di ciò che è stato e di ciò che sarà. Ovviamente, la strada è ancora lunga, essendo il Portogallo, uno dei Paesi europei in cui si percepisce uno stipendio più basso insieme appunto ad Italia e Spagna. Ma qualcosa si muove.

Una città accessibile e autentica

Porto è una città abbastanza grande da sentirti in una metropoli, ma non così estesa da diventare dispersiva. È vivibile. È umana. E soprattutto – fatto non da poco – è ancora accessibile. Uno dei pochi posti in Europa, insieme a qualche angolo di Spagna, dove puoi vivere bene senza spendere una fortuna. Per farvi capire: un bicchiere di vino in un locale curato costa tra i 2 e i 4 euro. Una cena completa in una taverna locale raramente supera i 20 euro. Inimmaginabile a Roma, Milano, Parigi o Berlino.

I quartieri da scoprire: tra Cedofeita, Bonfim e Ribeira

Cedofeita – Il cuore creativo

Cedofeita è il quartiere artistico per eccellenza. Un tempo zona residenziale, oggi è il cuore pulsante della cultura alternativa. Gallerie indipendenti, studi creativi, spazi condivisi. È qui che si respira l’aria di una Porto giovane, internazionale, curiosa. Le strade si riempiono di eventi culturali e mercatini vintage, mentre i caffè servono brunch biologici accanto ai tradizionali tosta mista. Da visitare anche la Rua de Miguel Bombarda, una delle vie più creative della città, con le sue gallerie d’arte contemporanea e concept store.

Bonfim – La Brooklyn portoghese

Bonfim, a est del centro storico, è uno dei quartieri più in crescita degli ultimi anni. Conosciuto come la “Brooklyn di Porto”, è il luogo dove la gentrificazione ha incontrato il rispetto per l’identità locale. Ex zona operaia, oggi è popolata da artisti, studenti, giovani professionisti e tante famiglie portoghesi. Bar con piante e tavoli di recupero, coworking e librerie indipendenti costellano le sue strade silenziose e panoramiche. Una passeggiata lungo l’Avenida Camilo ti porterà a scoprire un lato intimo e autentico della città.

Ribeira – La cartolina più bella

Non si può parlare di Porto senza menzionare Ribeira, il quartiere affacciato sul Douro. È qui che l’anima della città si riflette nel fiume e nelle case colorate affastellate le une sulle altre. Sebbene molto turistica, (e quindi non la mia preferita),  Ribeira ha mantenuto il suo fascino: una bellezza quasi struggente. Di sera, illuminata, è poesia pura.

Chicche local da non perdere

Ecco alcuni posti speciali che ho scoperto – o riscoperto – in questa ultima visita. Veri tesori che raccontano l’anima della nuova Porto.

Squid Ink Works

Squid Ink Works è un collettivo artistico nato nel 2018, formato da otto artisti di diverse nazionalità. La sede in Rua do Loureiro non è solo un negozio, ma uno spazio dinamico dove arte, ceramica, fotografia e illustrazione si fondono. Non è raro assistere a performance o workshop improvvisati. Il luogo perfetto per chi vuole portare a casa un pezzo unico di Porto e contribuire alla scena culturale locale.

Fermoso

Fermoso è un laboratorio artigianale che fonde la tradizione mediorientale con quella portoghese. Babka al cioccolato, dolci speziati, biscotti morbidi. Il tutto consegnato a domicilio o nel tuo albergo. Una coccola assoluta per la colazione o il pomeriggio, magari con un tè alla menta. Non ha una sede fissa, ma lavora su ordinazione.

Aduela

Taverna-bar davanti al Teatro Carlos Alberto, frequentatissima da under 45, portoghesi e internazionali. Da Aduela il vino al bicchiere costa pochissimo e il cibo è delizioso: formaggi locali, olive condite, pane rustico. Il vecchio tavolo del giudice usato come bancone è un piccolo dettaglio che racconta la creatività e il gusto di Porto per le seconde vite. Socialità garantita: le persone si siedono per terra, parlano, ridono. Tutto accade in strada.

Poetria Porto

Libreria indipendente specializzata in poesia e teatro dal 2003. Ma anche bistrot, wine bar e luogo d’incontro. Qui si organizzano letture, jam letterarie, cene lente. Il motto? “Si entra per leggere, si esce più leggeri”. Ci ho passato un’ora e mezza senza accorgermene.