Di quanti prodotti con Taylor Swift abbiamo bisogno? Lecito chiederselo, visto l’arrivo della docuserie in sei puntate Taylor Swift: The End of an Era su Disney+

Uscita con le prime due puntate su Disney+, la domanda che fa porre la docuserie in sei episodi Taylor Swift: The End of an Era è: sarà davvero arrivata la fine? Non per la popstar miliardaria, che mentre rilascia in piattaforma lo show è già tornata con un nuovo album, The Life of a Showgirl. Questo, però, in teoria, è l’addio ad un fenomeno che ha coinvolto tutto il mondo e ha segnato un momento che rimarrà impresso nella storia della musica, che è come se fosse stato vissuto in prima persona anche da chi non è stato lì presente, grazie a una viralità che ha inglobato tutti, nolenti o dolenti. Per questo, a un anno di distanza dalla fine effettiva del The Eras Tour, cominciato nel marzo del 2023 e conclusosi a dicembre 2024, sentirne ancora parlare è un po' stancante.

Taylor Swift, prima imprenditrice e poi popstar

Come molte delle più importanti personalità artistiche mondiali, Taylor Swift è un’imprenditrice. Un po’ l’equivalente di quello che Tom Cruise rappresenta per l’industria cinematografica. Costruita la propria immagine negli anni e consolidata una certa egemonia basata sulla propria carriera musicale, prima tenuta ostaggio e poi liberata dalle strategie creative e burocratiche di cui ha usufruito la cantante, la popstar ha saputo capitalizzare ogni briciola della sua vita, personale (vedasi il prossimo matrimonio col giocatore di football Travis Kelce) e professionale. Arrivando persino a dare la sensazione di essere disposta a spolpare il suo lavoro fino all’ultima goccia se è ciò che il mercato permette, il quale a propria volta dimostra di bramare qualsiasi nuovo prodotto, canzone, album, gadget, pre-order, vinile della cantante. Con Taylor Swift che, giustamente, sembra pensare: se loro lo vogliono e io posso farlo, perché privarsene? 

La docuserie su Disney+ sul tour (e su Travis Kelce)

Taylor Swift: The End of an Era sembra rientrare in questa ottica. Ad un anno di distanza, ma come già detto con addirittura un altro album inedito già rilasciato, la piattaforma streaming accoglie la docuserie dopo avere anche nelle proprie fila il Taylor Swift: The Eras Tour, che può far vivere a chi non c’è stato l’epico concerto. A quanto pare, però, sembra non bastare. In contemporanea con i primi episodi di Taylor Swift: The End of an Era, viene caricato su Disney+ anche Taylor Swift - The Eras Tour - The Final Show, la ripresa dell’ultima tappa del concerto a Vancouver. Con l’aggiunta, rispetto a Taylor Swift: The Eras Tour, dell’intera sequenza dedicata all’undicesimo album The Tortured Poets Department, pubblicato nel pieno del tour nel 2024. Cos’altro, dunque, se non l’ennesimo prodotto in serie su cui Swift ha guadagnato?

Sia chiaro, ben venga se chiunque conosca a fondo il proprio potenziale sappia sfruttarlo. Però le continue fonti di introito che genera col suo marchio cominciano a sembrare più rilevanti della musica stessa. E chissà se è proprio di questo che ha risentito The Life of a Showgirl, accolto tiepidamente e con pareri discordanti. Taylor Swift: The End of an Era, tra l’altro, è parte integrante nella costruzione di una figura che perde sempre più spontaneità. Tutto ciò che la popstar fa, dice, sembra studiato al millimetro e probabilmente lo è. Per raggiungere quella fama la strategia è tutto, e far vedere che hai scritto a mano e sigillato ogni lettera data ai tuoi dipendenti (con un bonus che probabilmente li sistemerà con le proprie famiglie per il resto delle loro vite) di certo può funzionare. Che poi sia vero o meno sta ai malpensanti giudicarlo (e non c’è niente di male nel rientrare in questi ultimi, come nemmeno nel ricorrere ad un computer e una stampante per scrivere decine e decine di lettere).

Basta con Taylor Swift che parla di Taylor Swift

Forse, a questo punto, per finire in bellezza questo The Eras Tour, considerato tra i concerti più redditizi mai fatti, non serviva che Taylor Swift si rimettesse in prima persona in un altro progetto, ma lasciasse ad un occhio esterno raccontare la fatica, l’impegno e il guizzo creativo e commerciale che fanno parte della sua quotidianità. Avrebbe saputo regalare maggiore autenticità ad un racconto che è per i fan e avrebbe potuto mostrare la star dietro la maschera - o, viste le varie ere, le maschere. E non importa se la docuserie si arricchisce con i contributi di guest come Ed Sheeran, Florence Welch, Sabrina Carpenter e Gracie Abrams. Avremmo preferito vedere Taylor Swift nei fatti, non nelle (sue) parole.