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I nostri "daddies dell’internet" preferiti

Sì, Pedro Pascal è nella lista

I nostri daddies dell’internet preferiti  Sì, Pedro Pascal è nella lista

Cosa hanno in comune Pedro Pascal, Keanu Reeves, Jeff Goldblum, David Harbour, Oscar Isaac e Idris Elba? Il fatto di essere attori e star di Hollywood? Sbagliato. Sono tutti "daddies di Internet". C’è qualcosa in loro, che li rende irresistibili, un mix di fascino e solidità da mandare in estasi i social media, dove, eretti ad esempio di antitesi della mascolinità tossica, vengono osannati e adorati con video, meme e foto. Versione matura di quella sorta d'infatuazione collettiva online che la Internet Boyfriend Syndrome, sembra essere il titolo definitivo per ogni celebrità che, pur non avendo più vent’anni né l’aspetto efebico di Timothée Chalamet, infiamma i cuori di fan adoranti, spesso molto più giovani di lui. Per capirci, vostra madre non chiamerebbe mai Chris Meloni aka Elliot Stabler di Law & Order - Unità vittime speciali "daddy".

Chi è un "Internet daddy"

Non esiste un ritratto specifico o una lista di caratteristiche standard che lo rendono univocamente identificabile. E non deve nemmeno avere figli nella realtà. In genere un "Internet daddy" è un uomo famoso che si trova nei suoi "anta", affascinante, carismatico, empatico, affidabile, protettivo, in costante bilico tra un tipo burbero e uno col cuore di panna, ma con un pizzico (più o meno grande a seconda dei casi) di hotness. Sì, perché l’amore per il "daddy" può essere platonico, ma spesso non lo è. Il nome Lenny Kravitz vi dice qualcosa?

Le origini del termine "daddy"

No, non è stato Pedro Pascal a inventare la figura del "daddy". Cinque anni fa, la giornalista del New York Times Bonnie Wertheim battezzò il 2018 come "The Year Of The Daddy" in un articolo. Da allora, il termine è entrato di prepotenza nel nostro lessico culturale, ma esisteva già da molto prima. Secondo una teoria, apparve per la prima volta cello slang nel 1681, quando le prostitute iniziarono a usarlo per riferirsi ai loro protettori o a clienti più anziani. L’uso più conosciuto, presente già nel 1922, è come abbreviazione di "sugar daddy" inteso come un uomo più anziano che offre sostegno finanziario ad un partner più giovane. Facciamo un salto agli anni '70, quando la comunità gay cooptò la parola per indicare la sottocultura leather, con l'arrivo del termine "leather daddy" per riferirsi ad un maschio anziano vestito di pelle che assume l'atteggiamento dominante. Col tempo la parola "daddy" è rimasta ad indicare generalmente un uomo attraente di età avanzata. Un’accezione non troppo diversa da quella attualmente popolare di "Internet daddy".

Ha poco o nulla a che fare con il "daddy issue"

No, se collezionate immagini di Colin Firth e Idris Elba, non è detto che soffriate di un qualche "complesso paterno" né che il rapporto instaurato con vostro padre nell’infanzia e nella prima adolescenza sta determinando negativamente la vostra sfera romantica e sessuale. E per essere precisi il "daddy issue" come diagnosi non esiste all’interno del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quindi, nel caso, meglio parlare di attaccamento. L’attaccamento può essere sicuro, quando i bisogni sia materiali che emotivi dell’infante vengono soddisfatti comportando poi una sensazione di fiducia realistica nelle persone con cui si instaurano delle relazioni, o insicuro quando si ha a che fare con una figura genitoriale distaccata e inaffidabile. Questo potrebbe svilupparsi in età adulta con una tendenza a sviluppare perennemente un senso di abbandono e comportamenti codipendenti. Tutto molto complicato e decisamente lontano dalla leggerezza intrinseca di una cotta da "Internet daddy".

"Dad", "daddy" o "zaddy"

Intuitivamente possiamo capire che nel mondo social "dad" una figura paterna, qualcuno da cui non si è attratti; mentre più sottile è la differenza tra "daddy" e "zaddy". Il primo è una celeb che emana vibrazioni paterne, ma che ci fa battere il cuore, salire la pressione e sudare le mani come se fossimo adolescenti alla prima cotta. Uno "zaddy" risveglia i nostri sensi in modo leggermente più selvaggio, grazie anche a quel pizzico maggiore di swag, di stile, di je ne sais quoi di cui è dotato.

Ecco i nostri "daddies dell’internet" preferiti:

Pedro Pascal

La barba, incolta, i baffi anni ’80, l’aspetto di un burbero dallo sguardo e dal cuore tenero. Aggiungete anche il ruolo protettivo nel post apocalittico The Last of Us e vi sarà chiaro perché è stato eletto all'unanimità "cool, slutty daddy".

Keanu Reeves

É troppo buono per questo mondo. È fico. Sa schivare i proiettili e può scatenare una guerra a chi fa male al suo cucciolo di beagle. Non ci sembra di dover aggiungere altro.

Idris Elba

Ottiene punti bonus per l'accento britannico, non sfigura né in smoking né con felpa e pantaloni baggy, ama la musica e se avete dubbi sulle vibes paterne, guardate la serie Hijack.

Ryan Reynolds

Ha tre figlie, indossa il cardigan, porta gli occhiali da vista e va alle partite di calcio. Aggiungete un grande senso dell'umorismo e le dichiarazioni super romantiche alla moglie. Too cute.

Jason Momoa

 

Quello che lo qualifica? Essere il patrigno di Zoe Kravitz. Se per lei lui è uno apposto, lo è anche per noi.

Lenny Kravitz

 

Potremmo dire che lui è veramente il padre di una delle ragazze più cool di sempre. Ma sarebbe riduttivo. È nella nostra lista dei nostri "daddies dell’internet" preferiti perché, nonostante il passare degli anni, è sempre lo stesso: interessante, talentuoso, affascinate, stiloso. E non sfigura nemmeno con i pantaloni in pelle e il petto nudo.

Jude Law

Alzi la mano chi può resistere a quel sorriso impertinente? Noi no. Forse non sarà più il ventenne che faceva follie con Sienna Miller, ma rimane un ruba cuore di prima categoria.

Colin Firth

Che indossi un brutto maglione di natale o un completo di Seville Road, Colin Firth resta quel gentiluomo con cui tutte vorremmo condividere il dessert a cena.