
Come ci vestiremo in autunno? I trend moda e quali icone detteranno le nostre scelte di stile

L’autunno non è mai una stagione neutra. È sempre un momento di passaggio, di raccolta e di rinascita. Le giornate si accorciano, la luce si fa obliqua, i tessuti si ispessiscono. Le tendenze moda autunno 2025 non fanno eccezione, e anzi sembrano incarnare esattamente quel sentimento ambiguo che solo ottobre e novembre sanno regalare. Non ci troviamo davanti a una sola direzione, ma a una pluralità di mondi estetici che si intrecciano, si scontrano, si contaminano: nostalgia regale e ribellione punk, romanticismo gotico e ironico sciatto, poesia decadente e pragmatismo contadino. Le passerelle di quest’anno non hanno presentato semplici collezioni, ma hanno raccontato narrazioni visive. Ogni look autunnale è stato un piccolo manifesto, un’istantanea di vita quotidiana traslata nel linguaggio del sogno. E così, accanto a cappotti shearling che gridano Almost Famous, abbiamo visto cardigan retrò che sembrano usciti da un mercatino di quartiere, oppure jabot vittoriani che avrebbero fatto impallidire John Keats. È come se la moda avesse deciso di sfidare la dittatura della perfezione per restituirci qualcosa di più vero: un guardaroba di anime, più che di abiti. È un autunno che invita a giocare, a recitare ruoli, a inventarsi nuove versioni di sé, passando senza sforzo dalla campagna scozzese al club underground di Berlino, dalla biblioteca universitaria al backstage di un concerto anni ’70.
Come vestirsi in autunno 2025: trend e icone da imitare
Campagna inglese: l’eleganza impermeabile
Icon: Elisabetta II
Key items: stivali da pioggia, parka impermeabili, mantelle, plaid multicolor, gonne scozzesi, barn jacket, foulard di seta, Fair Isle sweaters
On the catwalks: Burberry, Tibi, Onitsuka Tiger, Loro Piana, Ralph Lauren, Bottega Veneta, The Row, Anna Sui, Brandon Maxwell, Missoni, Paul Costelloe
La campagna inglese torna protagonista, ma non in versione edulcorata. Questa stagione ci invita a riscoprire lo stile campestre che fu caro a Elisabetta II, regina non solo di un impero ma anche di un guardaroba funzionale, pratico e senza tempo. Il plaid diventa simbolo assoluto di autunno, ripensato da Burberry nella sua declinazione più classica e da Tibi in chiave futuristica, con innesti metallici e colori saturi. Non si tratta più solo di un tessuto, ma di un manifesto che evoca resistenza alla pioggia, adattabilità al paesaggio, fedeltà alla tradizione. Stivali da pioggia, cappotti cerati, gonne scozzesi e foulard annodati sotto al mento trasformano la nostalgia in funzionalità chic. È l’outfit ideale per un weekend a Balmoral o una passeggiata a cavallo nelle brughiere del Gloucestershire, ma funziona ovunque, perfetto per affrontare le uggiose giornate che ci aspettano da ottobre in poi. E poi, si può anche declinare con un twist più grunge. Basta una camicia a quadri o una minigonna ribelle come i modelli di Chopova Lowena e tanta attitude.
Romanticismo poetico: tra fiocchi e ombre gotiche
Icon: Lord Byron, Tilda Swinton in Orlando, Patti Smith
Key items: camicie bianche con ruches, giacche nere, jabot vittoriani, slip dress, dettagli in pizzo, maniche a sbuffo
On the catwalks: McQueen, Ralph Lauren, Chanel, Ann Demeulemeester, Dior, Valentino, Antonio Marras
Sulle passerelle di Alexander McQueen, Chanel e Ann Demeulemeester il vento soffia malinconico. È l’eco di Lord Byron e dei poeti ottocenteschi, che torna in giacche nere, camicie bianche ornate di jabot, fiocchi e ruches. L’estetica è teatrale, con un accento gotico che riscrive la grammatica della seduzione: maniche a sbuffo, pizzi trasparenti e dettagli vittoriani che rendono il romanticismo gotico più vivo che mai. Valentino e Dior propongono total look drammatici, in bianco e nero, mentre Louis Vuitton e McQueen giocano con il contrasto tra slip dress e ricami da tragedia elisabettiana. Il risultato è un guardaroba poetico, oscuro e insieme struggente. È una moda che non veste solo il corpo, ma costruisce un personaggio: la poetessa, la piratessa, l’eroina, la musa che abita uno spazio sospeso tra epoche e sentimenti.
OG Party Girl: la bibliotecaria più cool
Icon: Parker Posey in Party Girl
Key items: gonne a tubino stampate, cardigan retrò, occhiali vintage, spille gioiello
On the catwalks: Miu Miu, Gucci, Fendi, No. 21, Marc Jacobs, Anteprima
C’è un ritorno ironico e irresistibile: la It-girl anni ’90. Parker Posey in Party Girl diventa musa delle collezioni di Miu Miu, Gucci e Fendi, che rispolverano il fascino nerd-chic della bibliotecaria eccentrica. Gonne a tubino stampate, cardigan color pastello, spille gioiello e occhiali retrò compongono un look che non ha paura di essere un po’ kitsch. La party girl di oggi non è solo la regina del dancefloor, ma una donna che mixa cultura pop, ironia e glamour intellettuale. Le passerelle hanno raccontato questo mood con abbinamenti volutamente eccessivi, capaci di evocare nostalgia e allo stesso tempo un’estetica ipercontemporanea. Un inno alla spavalderia femminile, che si veste di cardiganin lana che sembrano rubati dall’armadio di una zia eccentrica e fa della dissonanza il suo punto di forza. Non è semplice nostalgia: è una rivisitazione sofisticata che gioca con l’estetica nerd, trasformandola in glamour. È un look che parla di ironia, di cultura pop, di libertà d’espressione. Non a caso, Parker Posey stessa era in prima fila da Gucci, come a sancire l’incoronazione di un’estetica che unisce rave illegali e scaffali di libri.
Eleganza imperfetta: il lusso che inciampa con grazia
Icon: Helena Bonham Carter, Megan Stalter in Too Much
Key items: cardigan larghi e sproporzionati, occhiali da nerd, gonne scozzesi, slip dress, cappotti oversize, dolcevita morbidi
On the catwalks: Miu Miu, Prada, SS Daley, Calvin Klein, Brandon Maxwell, Khaite
C’è un nuovo paradigma che attraversa le passerelle dell’autunno 2025, un ossimoro fatto di fragilità e forza: l’eleganza imperfetta. Non più solo l’irriverenza del finto sciatto, né soltanto la sensualità rilassata dell’eleganza disfatta, ma un intreccio che trasforma la mancanza di controllo in un lusso sofisticato. È un’ode alla nonchalance: la camicia indossata storta, il maglione che scivola dalla spalla, la gonna che cade troppo lunga o troppo corta, la spallina dell’abito sottoveste lasciata scivolare quasi con indifferenza. Questa estetica racconta la donna che vive davvero, che non si veste per i social ma per se stessa. È una moda che non ha paura di mostrare pieghe, stratificazioni casuali, capelli spettinati. Miu Miu, Prada e SS Daley ne hanno dato interpretazioni ironiche e gioiose, popolando le passerelle di cardigan larghi, occhiali nerd, gonne scozzesi e gilet sbilenchi. Ma poi, altrove, l’atmosfera si è fatta più sensuale e raffinata: Calvin Klein, Brandon Maxwell e Khaite hanno trasformato il disordine in eleganza, con slip dress setosi sotto cappotti oversize, dolcevita morbidi e capi che sembrano indossati "per caso", con quell’arte che solo il caso perfettamente studiato sa generare. Il messaggio è chiaro: la bellezza non è più sinonimo di perfezione, ma di vita vissuta. L’imperfezione diventa manifesto, la stanchezza diventa stile, la trascuratezza diventa chic. È una moda che non si può imitare con un filtro, perché è profondamente umana. Ed è proprio lì che risiede il suo lusso: nella capacità di rendere desiderabile ciò che un tempo era considerato difetto.
Penny Lane: la groupie immortale
Icon: Kate Hudson in Almost Famous, Stevie Nicks, Olsen twins
Key items: cappotti shearling, jeans a zampa, cinture boho, bluse vaporose, maxi dress, frange
On the catwalks: Chloé, Valentino, Anna Sui, Rabanne, Giambattista Valli, Blumarine, Zimmermann
Poche icone di stile hanno avuto la forza di resistere ai decenni come Penny Lane in Almost Famous. Il suo cappotto shearling con colletto di pelliccia sintetica è diventato una leggenda, e oggi ritorna sulle passerelle di Chloé, Louis Vuitton, Blumarine e Rabanne. La sua estetica è un mix esplosivo: jeans a zampa, cinture boho, bluse vaporose, trasparenze, afghan coat, suede, pattern floreali e animalier e un’aura da musa nomade. Questa stagione, Penny Lane e con lei icone come Stevie Nicks, Pamela Des Barres o Anita Pallenberg, ma anche le girls primi anni Duemila come Sienna Miller, Kate Moss e Mary-Kate e Ashley Olsen sono ovunque: non solo nei cappotti, ma anche nelle silhouette morbide, nei pantaloni a vita bassa e nelle scelte cromatiche che sanno di anni ’70. È un look che profuma di libertà, di viaggi, di musica e che evoca l’archetipo di femminilità ribelle, di una donna che vive in viaggio tra concerti, amori e avventure. Le maison hanno reso omaggio alla sua aura con outfit che mescolano leggerezza e carisma. Una tendenza che profuma di patchouli e libertà, pronta a conquistare gli armadi delle nuove groupie urbane.
Nouveau Dowdy: il ritorno del "non cool"
Icon: la signora anonima al mercato (archetipo dowdy)
Key items: tailleur grigi, gonne midi, cappotti lunghi, guantini retrò
On the catwalks: Tibi, Gucci, Fendi, Co
Ed eccoci alla tendenza più sorprendente: il nouveau dowdy, ovvero l’arte di vestirsi come se non ci fosse alcuna tendenza da seguire. Tailleur grigi carta, gonne midi sotto al ginocchio, cappotti troppo lunghi, guantini retrò: l’estetica delle signore di mezza età degli anni ’70 e ’80 diventa improvvisamente il nuovo orizzonte cool. Le passerelle di Tibi e Gucci lo hanno dimostrato con look volutamente "scomodi", proporzioni insolite, silhouette che non cercano di piacere ma che finiscono per affascinare proprio per questo. È la rivincita di chi non ha mai cambiato stile, di chi rimane fedele a se stesso al di là delle mode. È un’eleganza paradossale: proprio perché non cerca consensi, diventa irresistibile.


























































































































