Nina Zejjari firma il fumetto che accompagna il nuovo EP di 22simba L'abbiamo intervistata

Nina Zejjari firma il fumetto che accompagna il nuovo EP di 22simba L'abbiamo intervistata

Classe 2002, 22simba è un rapper originario della provincia di Varese. Dopo i primi freestyle, nel 2021 l’esordio ufficiale con brani come "Ventidue" e "Per i Roiz". Nel 2022 pubblica "Spoiler" con Niky Savage, poi una serie di singoli e collaborazioni. Nel 2024, pubblica il primo EP ufficiale, "Isolamento di gruppo", e prosegue con nuove uscite fino a “V per Ventidue” (maggio 2025). La Cura arriva ora come nuovo capitolo: personale, visivo, collezionabile. Con nove tracce, il disco segna il punto più nitido del percorso di 22simba, anche dal punto di vista visivo. 

Nina Zejjari firma il fumetto che accompagna il nuovo EP di 22simba L'abbiamo intervistata | Image 585789

La veste grafica, infatti, è affidata all’artista Nina Zejjari, che abbiamo intervistato. Le illustrazioni espandono la narrazione e per le edizioni fisiche c'è la possibilità di aggiungere un fumetto inedito in bundle. Dentro quel mondo illustrato prendono forma i tre vettori simbolici dell’universo di 22simba: il gatto come speranza, segnale di positività e fiducia che accompagna l’artista; la figura femminile come amore, forza luminosa e ambivalente che può illuminare o distrarre dal cammino; il cruccio, una nube di fumo che incarna i pensieri negativi: sempre presenti, ma destinati a dissolversi quando speranza e amore prevalgono. Musica e immagine si intrecciano così in un racconto parallelo.

Intervista all'artista Nina Zejjari

Qual è stato il punto di partenza visivo per il tuo lavoro su La Cura? Hai ricevuto delle indicazioni stilistiche da 22simba o hai avuto libertà creativa completa nella definizione dell’estetica del fumetto?

Il mio punto di partenza è stato il cinema, in realtà. Mi ispiro sempre ai film per il visivo: la colorimetria blu di film come Donnie Darko o 8 Mile e, per i personaggi, l’immaginario magico di Tim Burton e Miyazaki. Il progetto in realtà è nato come una vera collaborazione. Per me è fondamentale creare insieme agli altri, confrontarci, fare brainstorming, e non lavorare isolati. Ovviamente ho già un’estetica e un universo visivo molto mio, e credo che Andrea lo sapesse bene quando ha visto i miei disegni. L’idea era proprio quella: fondere i nostri due immaginari in qualcosa che li contenesse entrambi.

Come si è sviluppato il rapporto tra musica e immagine nel progetto? In che modo le tracce dell’album ti hanno ispirato personaggi, ambientazioni o scelte narrative visive?

Devo dire che ho sempre sentito un legame molto forte tra musica e disegno, e quella di 22Simba mi ha parlato subito. Mi ricordo che avevo già fatto un disegno con i treni dietro per Primo Tour, ed è così che Andrea ha scoperto quello che faccio. Ascoltando La Cura ho sentito fortissimo l’intreccio tra il malessere, l’amore che confonde tutto e soprattutto la speranza. Per questo, insieme non solo ad Andrea ma anche a Luca Perrone e Giordano Mattar, abbiamo cercato di creare qualcosa che potesse davvero leggersi e ascoltarsi in simbiosi.

C’è un personaggio o una scena del fumetto alla quale sei particolarmente affezionata? Qual è il processo (schizzi, revisioni, colorazione) che ti ha portata alla versione definitiva?

Mi sono affezionata a tutti i personaggi! Però devo dire che ho sempre avuto un debole per il gatto, fa sentire a casa... La prima parte del fumetto, da Il Primo a Cornici, mi sta molto a cuore: ho iniziato proprio da lì. Stavamo in studio mentre facevo le bozze sull’iPad, poi a casa le mettevo in pulito. È tutto digitale, ma mi piace trattarlo come se fosse carta.

Hai incontrato delle sfide specifiche nell’adattare temi musicali - emozioni, atmosfere, testi - in forma visiva fumettistica? Come le hai risolte?

In realtà non ho trovato grandi ostacoli, perché per me il fumetto è una forma d’arte che può andare dove vuole: non ci sono limiti né budget, con una matita puoi inventare qualsiasi universo. La vera sfida è stata forse tradurre il ritmo della musica sulla pagina, perché un fumetto si legge molto più velocemente. Ma ascoltando i brani e tuffandomi dentro, è diventato più una gioia che una difficoltà.

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Lavorare su un fumetto legato a un album implica una sinergia tra media diversi. Come hai collaborato con 22 Simba (testi, musica, timing) per far sì che illustrazioni e musica dialoghino in modo coerente?

È stato tutto molto rapido: ci siamo sentiti al telefono e pochi giorni dopo ho preso un volo per Milano. Abbiamo passato due settimane a lavorare insieme con i ragazzi. Penso che la vera sinergia sia nata proprio dal rapporto che si è creato tra noi. Stavamo in studio, io seguivo da vicino il progresso musicale e intanto me ne stavo la come un iPad kid a disegnare. I testi mi parlavano tantissimo, avevo quasi l’impressione che i personaggi fossero già lì, pronti. In più sono sempre stata attratta da diversi media: nel tempo libero canto, scrivo testi… quindi quell’universo non mi era affatto estraneo.

Guardando al futuro, ti piacerebbe sviluppare altri progetti che combinino musica e fumetto? Hai idee già in cantiere o stili che vorresti sperimentare in collaborazioni simili?

Ovviamente sì. Non mi sono mai messa in una casella: per me l’obiettivo è semplicemente raccontare storie. Mischiare i generi artistici è la cosa più potente che si possa fare. Vorrei spingere tutto questo sempre più lontano, che sia fumetto, animazione… e provare a toccare più media possibili. Spero davvero di continuare a lavorare con artisti aperti a questo tipo di sinergia.