Mappa vintage

Vedi tutti

Le eroine dei cartoon giapponesi: Lady Oscar

La rosa di Versailles che combatte contro la discriminazione di genere

Le eroine dei cartoon giapponesi: Lady Oscar La rosa di Versailles che combatte contro la discriminazione di genere

Grande festa alla corte di Francia! Tra tutte le eroine dei cartoon giapponesi, poche meritano un posto d’onore come Oscar François de Jarjayes, o più semplicemente Lady Oscar, uno dei personaggi femminili più avanguardisti della storia della televisione. Il cartone animato, trasmesso in Giappone nel 1979, è arrivato in Italia solo nel 1982 ma in breve è diventato un cult della cultura popolare. Trasmesso dal 1990 con il titolo Una spada per Lady Oscar (e una nuova sigla cantata da Cristina D’Avena), a quasi quarant’anni dalla sua prima messa in onda Lady Oscar non ha perso il suo appeal e continua a fare presa anche sui più giovani.

Forse perché, dopotutto, Lady Oscar è stata fra i primi personaggi femminili a combattere per la sua indipendenza, anticipando alcuni dei discorsi che oggi animano l’agenda politica di tutto il mondo. Fiera e coraggiosa, si potrebbe parlare di girl power: molto prima delle Spice Girls e di Arya Stark (la paladina di Game of Thrones), infatti, Lady Oscar si è fatta beffa degli stereotipi di genere, preparando la strada all’arrivo di altri anime/manga come Sailor Moon e a serie come Buffy e Xena la principessa guerriera. Poco importa che i tagli della censura siano stati implacabili (come in ogni versione italiana di un anime giapponese che si rispetti): Lady Oscar ha anticipato il dibattito sull’identità di genere, sull’omosessualità (basti pensare ai rapporti sussurrati tra Maria Antonietta e la duchessa di Polignac, nonché l'amore della stessa regina nei confronti di Oscar) e più in generale sul sesso (in Italia è completamente sparita la scena in cui lei e André, il suo fedele attendente, fanno l’amore). Non solo: l’anime, nella sua versione originale, non si è mai tirato indietro davanti a una rappresentazione che fosse il più veritiera e storica possibile, accennando ai grandi scandali di corte e al fenomeno della prostituzione.

La rosa di Versailles

Nata dalla matita di Riyodo Ikeda, autrice del manga Berusaiyu no bara - letteralmente "Le rose di Versailles", pubblicato per la prima volta tra il 1972 e il 1973 (ebbene sì: Lady Oscar sta per spegnere 50 candeline) - fu il cartone animato a cambiare le carte in tavola. Pur raccontando più o meno la stessa storia, infatti, il manga e l’anime lo fanno da due prospettive completamente diverse: se la versione cartacea è ispirata alla biografia scritta da Stefan Zweig (1932) sulla regina Maria Antonietta, la sovrana di Francia famosa per l’aneddoto infelice sulle brioche che ha ispirato anche il famosissimo film di Sofia Coppola (Marie Antoinette, 2006, con Kirsten Dunst), nella serie animata è il personaggio immaginario di Oscar a guadagnarsi fin da subito il ruolo di protagonista.

 

Molto più di una maschera

Il buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu…” La storia la conoscono tutti: Oscar François de Jarjayes è una bambina che, per volontà del padre, fin da piccola veste e agisce come un uomo, fino a diventare (a soli 14 anni) capitano delle guardie reali. A prima vista potrebbe essere paragonata a Mulan, l’eroina Disneyana che si finge uomo per andare in guerra al posto del padre, ma le le differenze sono fondamentali. Se Mulan, infatti, è una donna che si veste da uomo per raggiungere uno scopo che altrimenti le sarebbe precluso, Oscar, al contrario, è una donna cresciuta in tutto e per tutto come un uomo, manipolata da un padre folle (che solo sul finale sembra pentirsi della sua scelta) per soddisfare la sua illogica necessità di avere un figlio maschio. Per questo motivo la sua non è soltanto una maschera, ma un trauma. Anche se nella versione italiana dell’anime il doppiaggio (ahimé, sempre disastroso) la identifica sempre come “Madamigella Oscar”, nella versione originale Oscar vive un conflitto interiore molto delicato. Ne è un esempio il modo disastroso in cui gestisce i suoi sentimenti verso il Conte di Fersen, il cui amore è contesto con la regina Maria Antonietta: soltanto per lui, in tutti e 41 episodi dell’anime, Lady Oscar si vestirà una sola volta da donna.

Vittima di un sistema politico corrotto e di un’educazione malata, Oscar non si arrende mai. Dopo aver trascorso una vita intera a obbedire a ciò che le è stato insegnato, il suo riscatto personale lo conquista soltanto alla fine, quando si rende conto dei sentimenti che animano il popolo all’alba della Rivoluzione Francese e decide di schierarsi dalla parte dei rivoltosi. Una volta confessato il suo amore ad André, suo fedele secondo nel corso di tutta la storia nonché compagno nell’armata rivoluzionaria, il manga e l’anime si chiudono nel modo più straziante, ma eroico possibile: la vita di Oscar giunge al tramonto con grande dignità e muore combattendo, quel famoso 14 luglio 1789, uccisa dalle guardie reali che difendono la Bastiglia.

View this post on Instagram

/ Grande festa alla corte di Francia! Tra tutte le eroine dei cartoon giapponesi, poche meritano un posto d’onore come Oscar François de Jarjayes, o più semplicemente Lady Oscar, uno dei personaggi femminili più avanguardisti della storia della televisione. Lady Oscar è stata fra i primi personaggi femminili a combattere per la sua indipendenza, anticipando alcuni dei discorsi che oggi animano l’agenda politica di tutto il mondo. Fiera e coraggiosa, si potrebbe parlare di girl power: molto prima delle Spice Girls e di Arya Stark (la paladina di Game of Thrones), infatti, Lady Oscar si è fatta beffa degli stereotipi di genere preparando la strada all’arrivo di altri anime/manga come Sailor Moon e a serie come Buffy e Xena la principessa guerriera. Link in bio.  @animedisco per @nssgclub - Of all the heroines of Japanese cartoons, just a few deserve a place of honor like Oscar François de Jarjayes, or more simply Lady Oscar, one of the most avant-garde female characters in the history of television.  Lady Oscar was among the first female characters to fight for her independence as a woman, anticipating some of the speeches that today animate the political agenda around the world. Proud and brave, one could almost call it girl power: long before the Spice Girls and Arya Stark (from Game of Thrones), in fact, Lady Oscar made fun of gender stereotypes, preparing the way for the arrival of others anime/manga like Sailor Moon and series like Buffy and Xeena.  Link in bio.  @animedisco for @nssgclub

A post shared by nss G-Club (@nssgclub) on

 

I migliori look 

Oscar François de Jarjayes è una donna che, per volontà del padre, fin da piccola veste e agisce come un uomo. Il suo personaggio, per quanto immaginario, è ispirato a una figura storica realmente esistito: il caporale delle Gardes Françaises Pierre-Augustin Hulin, giovane impavido che aveva sfidato i cannoni della Bastiglia. L’autrice del manga Riyoko Ikeda aveva inizialmente deciso di realizzare un personaggio maschile, ma cambiò idea quando scoprì che all'epoca molte dame preferivano vestirsi da uomo, per scelta personale e non perché vittime di un'imposizione. Da qui nasce la figura androgina e affascinante di Lady Oscar.

L’immaginario di Lady Oscar è lontano, se non opposto, a quello pop e trasgressivo della corte di Maria Antonietta rappresentato da Moschino nella sua FW20, o a quello irriverente dell’iconico film di Sofia Coppola. Al contrario delle eroine che abbiamo visto fino a ora, come Nami di One Piece, FujikoSailor Moon, Lady Oscar non indossa quasi mai capi casual e quotidiani, ricoprendo il ruolo di guardia reale ed essendo parte della corte di Maria Antonietta, e nemmeno indumenti che possano in qualche modo svelare la sua fisicità e sensualità. Il look è austero, formale e spesso molto maschile.

L’attualità di questo look androgino e genderless si riflette in tutto ciò che indossa: dalle camicie ai completi formali, fino alle uniformi. I volumi e i fiocchi delle camicie, così come i dettagli delle divise reali, suggeriscono che se Lady Oscar vivesse nella nostra epoca potrebbe indossare capi della collezione di ispirazione militare Riccardo Tisci per Givenchy, delle camicette con fiocco di Celine e Chloè, i motivi paisley di Gucci. In un’unica occasione, durante un ballo alla corte, indossa un lungo abito ampio e drappeggiato, degno di un red carpet o una principessa Disney.

I capelli e i beauty look sono essenziali: lunghi capelli biondi con onde spettinate e nessuna traccia di make up, se non a valorizzare gli occhi azzurri della protagonista, a ricordare ancora una volta la semplicità e il minimalismo di Lady Oscar.