
Ciò che dice Together sulle relazioni è molto più di ciò che sembra Il body horror con Allison Brie e Dave Franco è uno dei film più chiacchierati dell’anno
Together è l’opera prima scritta e diretta da Michael Shanks che, fin dalla sua anteprima al Sundance Film Festival, è stata venduta come un horror sulle conseguenze dell’amore tossico e sulla co-dipendenza nelle relazioni. Ma il film è molto più di così. È proprio nel ribaltamento finale che l’esordio dell’autore statunitense mostra tutto il suo coraggio e la propria potenza, inattesa in virtù della visione iniziale che potrebbe essere influenzata dalle informazioni e dalla pubblicità attorno al titolo, funzionale e che permette una sorpresa interessante e riflessiva che apre il lungometraggio a molteplici interpretazioni.
La trama di Together
La storia è quella di Millie (Alison Brie) e Tim (Dave Franco), trasferiti nel bel mezzo di una periferia verdeggiante dopo aver salutato la città per inseguire i sogni della donna di insegnare in un ambiente scolastico più piccolo e efficiente. Seppur controvoglia, il compagno l’ha seguita e ha rinunciato al suo desiderio di vivere di musica, carriera che aveva già provato ad intraprendere e che non lo aveva portato da nessuna parte, da sempre sostenuto dalla sua partner pur nei momenti di maggiore insicurezza. Per Tim non è perciò facile ritrovarsi in una casa lontano dalla sua quotidianità, dalla sua musica e, soprattutto, chiuso nei propri pensieri che diventano sempre più oscuri anche a causa dell’improvvisa e inquietante morte dei suoi genitori. È anche per questo che non riesce più ad entrare in intimità con Millie, la quale comincia a sentirsi ignorata e non desiderata dall’uomo. Fin quando, dopo aver bevuto una strana acqua, Tim non potrà più fare a meno di Millie. Non solo emotivamente, ma fisicamente e, diciamo, spiritualmente.
Sulla scia del body horror che permette a Together di galoppare sul sentiero dorato lasciato dal The Substance di Coralie Fargeat, sebbene originale e per nulla derivativo (singolare la fusione dei corpi che penetrano l’uno nell’altro all’interno della pellicola), l’opera di Shanks interroga cosa rende sano o meno un rapporto tra due persone e, soprattutto, quando è il momento di tagliare ogni ponte. Millie e Tim, interpretati dalla coppia nella vita vera formata da Alison Brie e Dave Franco, sono due persone fallaci che hanno trovato l’uno nell’altra un porto sicuro, ma che si ritrovano in un periodo in cui non sanno più se sono rimasti per troppo tempo attraccati ed è arrivato il tempo di levare le ancore. Per questo Together diventa, per la maggior parte della sua durata, un film su come un malessere (in questo caso quello del personaggio di Tim) possa avvelenare ogni istante, ogni piccolo briciolo di intimità, influenzando in negativo un legame che diventa sempre più sottile perché c’è chi si sente incompreso e chi perennemente insoddisfatto. Non parlando affatto di co-dipendenza, anzi, del suo esatto opposto. Di strade che potrebbero finire per sgretolarsi, rompersi, perdersi in un bivio. Lo stesso che Together riunisce, solo se il sentimento è autentico e appassionato.
Il messaggio del film
Dave Franco and Alison Brie at the ‘TOGETHER’ premiere pic.twitter.com/AU9rWSd73A
— Film Updates (@FilmUpdates) July 25, 2025
L’amore tossico a cui ci si riferisce per il film è più quello che una coppia può perpetrare non perché ossessionata dallo stare attaccati o sempre insieme, ma ancora una volta si tratta paradossalmente del suo contrario. Cosa non va bene nel rapporto tra Tim e Millie? Cosa ha cominciato a scricchiolare? Il rimanere attaccati quando la cosa migliore sarebbe separarsi, o almeno è ciò che sembra dire ad una prima lettura Together. Ma è quando Shanks ci mette di fronte al mito antico di Platone che offre un’altra chiave su cui tocca poi al pubblico ragionare. Interrogarsi se forse siamo davvero uno, una, indivisibili e intersecabili. Se ciò annulla le nostre individualità o semmai le potenzia per non farci sentire più emarginati. Un approfondimento che arriva perfino ad una politica dei corpi di oggi, racchiusa nell’inquadratura finale.
who wants to be friends and watch bad horror movies together
— tawni (@KI11ERKLOWNS) September 16, 2025
Gli strati di analisi di Together sono esaltanti tanto quanto i momenti più spintamene orrorifici di un horror che continua a segnare l’era scintillante del genere. Che sicuramente avvicina i titoli in alcuni casi, come col già “veterano” Ari Aster e il suo Midsommar che a sua volta prendeva sotto la lente di ingrandimento le relazioni disfunzionali (seppur con tutt’altra risoluzione), ma che appartiene a un panorama variegato. Together è ascrivibile a una dimensione in cui l’esordiente Shanks si ritrova con le colleghe Fargeat e Julia Ducournau, offrendo però tutto un altro racconto e persino un diverso immaginario, ben specifico e personale. E quindi alla fine del film la domanda resta e forse riverbera anche più forte che al principio: siamo fatti per stare in coppia o essere soli? Sicuramente, guardare un film horror è più divertente se si è in tanti.























































