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Perché la pubblicità di Calvin Klein con FKA twigs è stata bandita in UK?

C'entra il doppio standard di matrice sessista e razzista

Perché la pubblicità di Calvin Klein con FKA twigs è stata bandita in UK? C'entra il doppio standard di matrice sessista e razzista

Jeremy Allen White vs FKA twigs. Entrambi talentuosi e belli. Entrambi al centro dell’attenzione per essere volto e corpo di Calvin Klein. Ma per motivi diversi. Il primo è diventato virale per i suoi scatti in boxers sui tetti di New York, mandando in estasi milioni di fan e generando 12,7 milioni di dollari di esposizione mediatica per Calvin Klein in 48 ore. La seconda, invece, ha visto i suoi poster vietati nel Regno Unito con l’accusa di far apparire la cantante come «un oggetto sessuale stereotipato». Eppure le immagini sono simili e ritraggono i due artisti con alcuni capi del brand e poco altro addosso. Quello che cambia è lo sguardo degli altri, il modo in cui corpi maschili e femminili vengono percepiti, giudicati e censurati. Facciamo un passo indietro e vediamo cosa è successo.

La campagna dello scandalo

Lo scorso marzo, Calvin Klein ha lanciato la campagna SS23 di Calvin Klein con FKA twigs che vede anche Kendall Jenner, JENNIE, Michael B. Jordan e Aaron Taylor-Johnson interpretare in modo personale e intimo il concetto "Calvin or Nothing" con indosso i capi della collezione Underwear e Calvin Klein Jeans per la stagione e poco altro. Ora, a circa un anno di distanza, il Regno Unito ha qualcosa da dire su questi scatti in bianco e nero realizzati dal duo creativo Mert Alas e Marcus Piggott, ma solo su quelli che riguardano FKA twigs. In particolare, a destare lo scandalo è un’immagine che vede la cantante di Cellophane col lato sinistro del corpo nudo e il lato destro coperto da una camicia. Tutto è partito dalla denuncia di alcuni cittadini (pare due agenti della narcotici britannici) che si sono lamentati del fatto che le immagini fossero «eccessivamente sessualizzate» e oggettivassero le donne. La Advertising Standards Authority (ASA), l’organo che regolamenta la pubblicità in UK, ha quindi ha assecondato le lamentele e ha deciso di vietare la pubblicità.

Cosa dice la sentenza dell’Advertising Standards Authority

L’ASA ha ritenuto che la pubblicità potesse causare gravi offese oggettivando le donne. Nella nota diffusa si legge che quel tipo di immagine «porta l’attenzione dello spettatore sul corpo della modella e non sull’abbigliamento pubblicizzato». Continua sottolineando che, concentrandosi sulle «caratteristiche fisiche» di FKA twigs, la presenta «come un oggetto sessuale stereotipato. Siamo perciò giunti alla conclusione che si tratti di un annuncio pubblicitario irresponsabile che può causare grave offesa». Così di fatto l’ha ritirata dalla circolazione.  Nel centro del mirino c’erano anche gli scatti di Kendall Jenner che, nonostante sia stata catturata con indosso solo un paio di jeans, mentre in topless si copre i seni con le braccia incrociate sul petto nudo per proteggerli dalla telecamera, non è stata sottoposta a censura perché, secondo l’ASA, conforme al livello di nudità che ci si aspetterebbe da una pubblicità di lingerie. Su FKa twigs il giudizio, invece, è stato impietoso e violento, tanto da sottolineare che «la sua nudità e l'espressione facciale, incluso lo sguardo diretto e la bocca aperta, hanno dato all'immagine un'apertura sessuale generale.» Leggendo frasi come questi sembra evidente che il male gaze, misogino e mercificante, non è nella pubblicità di CK, ma in chi la giudica.

La risposta di FKA twigs

In seguito alla decisone dell’ASA, FKa twigs ha postato la sua risposta su Instagram. «Vedo invece una donna di colore bellissima e forte il cui incredibile corpo ha superato più dolori di quanti possiate immaginare» ha scritto. Dopo aver specificato che non vede «alcun oggetto sessuale stereotipato» in quella immagine, la cantante ha puntato i riflettori sul vero problema i «due pesi e due misure», il doppio standard che giudica in modo diverso i corpi maschili e femminili. Ancora di più se il corpo in questione non è bianco e non è conforme con lo stereotipo di bellezza comunemente accettato dalla società. Prima di ringraziare CK, Mert & Marcus «che mi hanno dato uno spazio per esprimermi esattamente come volevo», ribadisce fiera e decisa «non cambierò la mia narrazione», ma anche che di essere «orgogliosa della mia fisicità e ritengo che l’arte che creo sia all’altezza di donne come Josephine Baker, Eartha Kitt e Grace Jones che hanno abbattuto le barriere» nel campo della emancipazione attraverso la propria sessualità». Anche Calvin Klein non pensa equa la censura dell’ASA e ha fatto sapere che «le immagini non erano volgari e rappresentavano due donne sicure ed emancipate che avevano scelto di identificarsi con il marchio Calvin Klein, e le pubblicità contenevano un messaggio progressista e illuminato».

Chi ha paura di FKA twigs?

La reazione esagerata dell’ASA che porta alla mente il romanzo La Lettera Scarlatta, un mondo in cui a venire tacciata con la A di adultera era solo la donna dal quale non sembriamo affatto esserci evoluti. Guardiamo, giudichiamo, commentiamo, analizziamo e censuriamo il corpo femminile in modo diverso da quello maschile. E la cosa risulta palese e persino disturbante se consideriamo che in questi giorni siamo tutti (o quasi) in adorazione della campagna SS24 con Jeremy Allen White, in cui il protagonista di The Bear è per lo più a torso nudo e con indosso solo i boxer del marchio. Difficile trovare sotto le immagini e i video virali dell’attore un solo commento negativo o un giudizio che parli di mercificazione o che lo svilisca come persona. Tanto meno è passato nella mente di qualcuno di lanciare una campagna per censurarlo. Non importa che la quantità di pelle mostrata negli scatti di Allen White e FKa twigs sia la stessa, c’è qualcosa che continua a disturbare nel vedere una donna che sceglie di celebrare il suo corpo alle sue condizioni. Ancora di più se questa donna non è bianca, è queer o ha un corpo non conforme. Quando una donna che si mostra come vuole, si comporta come vuole e dice quello che pensa smetterà di farci paura? E quando ci evolveremo dal discorso sui corpi altrui, siano essi femminili, maschili o non binary? Stando alle ultime news, sempre troppo tardi.