Victoria Beckham ci sta ancora simpatica Merito del documentario sulla sua vita disponibile adesso su Netflix

Non è la prima volta che la famiglia Beckham si affaccia su Netflix. Nel 2023, l’ex calciatore professionista e la moglie stilista hanno aperto le porte della loro casa per una serie in quattro puntate che raccontava la vita e la carriera dello sportivo britannico. Per tutta risposta, a due anni di distanza, esce lo show corrispettivo in tre episodi ma sempre concentrato su la vita e la carriera stavolta però di Victoria Beckham. Non si può avere troppa fiducia in operazioni del genere. Come spesso accade con i documentari in cui il soggetto è coinvolto nella produzione -e nello specifico con i ritratti di Netflix - si ha come l’impressione che la narrazione venga sempre piegata a favore del protagonista. La domanda che viene spontanea è: fino a che punto si è disposti a crederci?

Classe 1974, entrata nelle Spice Girls a vent’anni e da più o meno lo stesso tempo insieme a colui che è diventato suo marito, il già citato David Beckham, Victoria utilizza il medium a suo favore per raccontare la propria versione della storia. E non solo quella che le riviste e i siti hanno veicolato fin dal suo affacciarsi sul mondo dell’intrattenimento. L’ex performer ha diversi sassolini nella scarpa da voler togliere e ciò che sembra reale nella costruzione di Netflix è proprio il desiderio della donna non solo di riportare la verità che spesso si è celata dietro al gossip, ma come quelle chiacchiere e quei determinati eventi l’hanno fatta sentire. Lo fa con leggerezza, seppure alcune scottature rimarranno con lei per tutta la vita. Paradossalmente, ironizza e ride del fatto di essere da sempre considerata una persona che non ride mai.

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Beckham fa sbirciare nel background personale che l’ha condotta fino alla notorietà, racconta del bullismo subito e di come l’ha condizionata, dell’effetto sortito da flash e fama. Si espone persino sul periodo WAG che rinnega con fermezza, raccontandosi più persa di quanto qualsiasi quotidiano avrebbe mai potuto immaginare e ammette quel disturbo alimentare che per anni è stato un tema di discussione di cui non ha mai fatto parte in prima persona, prendendone così le redini. Ma è soprattutto sul salto per diventare stilista che la docuserie si concentra, oltre ad essere chiaramente il motivo per cui è stata fatta.

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Le telecamere di Netflix entrano nel backstage della sfilata parigina del 2024 condannata da una pioggia torrenziale, ma vanno anche più indietro partendo dalla prima puntata Chi si crede di essere? per arrivare infine ad una risposta. Victoria Beckham è, ad oggi, un brand riconosciuto. Una designer di successo. È stata una popstar, una WAG, un’icona che, nei passati diciotto anni, ha visto nascere, crescere, cadere e rialzarsi la propria impresa di moda. E il documentario è un modo per mettere alcuni puntini sulle i rimaste per anni in sospeso. Un po’ cerca di essere umile, ma dall’altro lato è ovvio che Beckham voglia dimostrare quanto si sia data da fare, quanto abbia studiato e quanto creare un marchio di moda non sia stato solo un capriccio, ma una vocazione. Infine, la protagonista del documentario vuole mostrarsi grata per quello che ha, altresì rivendica l’impegno messo e lo sforzo fatto. E che sia mendace o meno, che il suo essere all’apparenza alla mano sia solo per modificare anni di dicerie su di lei, poco importa. Alla fine, diventa quasi simpatica a chi la guarda e, se così non fosse, c’è comunque da riconoscerle il merito della dedizione. 

Se tanta clemenza sembra troppa per qualcuno che sceglie di usufruire di un mezzo malleabile come un prodotto Netflix per dire la propria, potrebbero tornare utili le parole del compagno di vita David Beckham. Sembrerebbe infatti che sia stato lui a spingerla ad accettare la realizzazione del documentario. «Lei è la mia star», ha affermato durante un'apparizione al Today Show. «Perciò ho pensato: è l’occasione giusta. Ha lavorato al suo marchio negli ultimi diciotto anni. È incredibilmente diligente, ma nessuno se ne accorge. Così l’ho convinta a mostrare cosa fa ogni giorno e cosa comporta la sua attività. È una donna molto intelligente e dedita al lavoro e voglio che la gente lo veda». Non sappiamo ora in quanti avranno voglia di dedicare il proprio tempo al documentario Victoria Beckham, ma dalla nostra possiamo dire a suo marito che, su di noi, la docuserie ha sortito l’effetto desiderato.