Valentina Magaletti: "Creatività e umanità vanno di pari passo" Intervista alla musicista sperimentale che si è appena esibita al Teatro della Cometa

Valentina Magaletti: Creatività e umanità vanno di pari passo Intervista alla musicista sperimentale che si è appena esibita al Teatro della Cometa
Louise Mason

Valentina Magaletti è una delle voci più magnetiche della musica sperimentale contemporanea: batterista, percussionista e compositrice italiana con base a Londra, capace di trasformare il suono in un organismo vivo, cangiante, attraversato da intuizioni e tensioni che sfuggono a ogni categoria. Nei suoi lavori, l’avanguardia incontra il jazz, il post-punk, l’elettronica e una ritualità sonora che diventa gesto narrativo. Le percussioni, per Magaletti, non sono solo strumenti, ma estensioni del pensiero e del corpo, veicoli di una visione ipnotica, profondamente umana. Dai progetti solisti alle installazioni immersive, passando per album come A Queer Anthology of Drums (2020), La Tempesta Colorata (2022) e Rotta (2022), la sua ricerca si è fatta sempre più ampia e radicale, un’indagine sul tempo e sulla fisicità del suono che continua a ridefinire i confini stessi della musica contemporanea. L'abbiamo sentita alla vigilia del suo spettacolo al Teatro della Cometa, che si è tenuto il 19 novembre a Roma. Questo è quello che ci ha raccontato.

Intervista a Valentina Magaletti

Come nasce il tuo approccio ibrido e come scegli quello che vuoi integrare nei tuoi progetti?

Non è mai una scelta cosciente o consapevole, non c'è un modus operandi. È una naturale evoluzione di quella che è stata la mia formazione, la mia espressione creativa. E comunque è sempre in fieri, perché ho la possibilità e il privilegio di viaggiare molto, di incontrare nuova gente, di avere un ampio spazio per poter andare avanti o indietro. È sempre diverso, non è consapevole. Non ho un'idea di dove andrà a finire o di come potrebbe evolversi la mia carriera.

La performance al Teatro della Cometa è site specific. La conformazione del luogo ha influenzato la tua preparazione dello spettacolo? 

Probabilmente questo processo è stato fatto dal promoter. Io non ho avuto la possibilità di fare un site viewing. Arriverò domani a Roma in mattinata e vedrò questo posto per la prima volta. 
Ci sarà un soundcheck e quindi avrò la possibilità di studiare la stanza e i riverberi e di capire in relazione a quello come muovermi sonicamente. Gli aggiustamenti sonori verranno fatti dopo averlo visto. Parte integrante del mio show, del mio improvvisare, è data dal leggere la stanza. Quindi differisce da luogo a luogo.

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Daria Matriciani
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E invece il pubblico, come influisce se influisce?

In realtà, avrò sicuramente un bel po' di amici che verranno a trovarmi, ma non posso giudicare o speculare su quello che sarà l'audience. Sarà un processo che avverrà nel momento in cui lo show inizierà. Verrà tutto gestito sul momento, in qualche modo. Quando mi esibisco non so chi mi viene a vedere, no, qual è la chimica, se c'è lo scambio energetico o se non c'è. L'incognita è grande, è una parte di quello che mi intriga del mio lavoro.

Il pubblico lo conosci la sera stessa, il teatro il giorno prima. Non segui proprio nessuno schema?

È importante per me avere una una sorta di indicazione del tempo. Quando suono non so che ora è o quanto ho suonato e quindi le performance possono essere di 2 minuti, di 20 minuti, di 3 ore. L'unico punto fisso è predeterminare la durata, e questo avviene attraverso un soundscape.

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Louise Mason

Il tuo approccio è innovativo, il Teatro della Cometa invece è un po' un posto tradizionale. Come si incontrano tradizione e innovazione?

Questa tensione tra tradizione e innovazione è lo specchio della mia anima, lo specchio della mia morale. Sono sempre stata non convenzionale, quindi è perfettamente in tono con quello che è il mio messaggio, il messaggio concettuale che che si trova nei miei album. Io voglio scuotere la convenzione in ambito musicale, dove pur partendo da un approccio meramente accademico (perché ho studiato al conservatorio) ho sempre cercato di non conservare troppo di quello che ho imparato, e quindi la mia pratica si svolge sul costruire e sul decostruire

C'è qualche aspetto della performance musicale che non hai ancora esplorato che vuoi esplorare in futuro?

La ricerca musicale è l'analogia di una ricerca personale. Tutti hanno voglia di crescere, di esplorare nuovi territori. Proprio come esseri umani prima ancora che come esseri creativi. Creatività e umanità vanno di pari passo, nel momento in cui continui ad esistere è chiaro che c'è sempre la curiosità di andare avanti, è un processo che non finisce mai, non finisce finché non finisci tu.