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Che cos’è l’Invisible String Theory virale sui social?

Intrecci dell'Universo: La teoria della "Invisible String" che lega destini e storie d'amore

Che cos’è l’Invisible String Theory virale sui social? Intrecci dell'Universo: La teoria della Invisible String che lega destini e storie d'amore

“Quei due erano destinati a ricontrarsi” oppure “loro sono fatti per stare insieme”: queste sono solo alcune delle frasi, che ci capita di sentire spesso dalle labbra di inguaribili romantici, e che stanno prendendo sempre più piede tra le caption di TikTok ed i feed di Instagram, il motivo? Potrebbe essere colpa della “invisible string theory”. Come si evince dal nome, la protagonista di questa teoria è una stringa invisibile che lega due persone, si tratta del modo in cui l’universo gli consente di mantenere viva una connessione, fin quando non arriva il momento giusto. Secondo gli utenti dei social, serie TV come “How I met your mother” o “Normal people”, si basano proprio su questo concetto. Capita infatti molte volte, proprio come in uno “script” generato da un’abile penna, d’incrociare la strada di qualcuno, magari un personaggio secondario a cui non avevamo dato molto peso, o meglio ancora, una persona con cui avevamo perso i contatti e scoprire invece che giocherà un ruolo fondamentale nella nostra vita e nel nostro cuore.

@nathanmayberry

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Da dove nasce l'Invisible String Theory? Il fenomeno Taylor Swift

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Tanti indizi, come i tasselli di un puzzle, si rimettono assieme e ci fanno credere che quei momenti non erano un caso, magari dovevamo veramente incontraci, solo che ancora non eravamo pronti o non lo sapevamo. La teoria della "invisible string" ha origine in una credenza dell'Asia orientale, nota con il nome "filo rosso del destino", che lega insieme gli amanti destinati a stare insieme. Un antico proverbio cinese, inoltre, afferma che "un filo rosso invisibile connette coloro che sono destinati a incontrarsi, indipendentemente dal tempo, dal luogo o dalle circostanze. Il filo può allungarsi o intrecciarsi, ma non si spezzerà mai." Dunque, questo fenomeno ha fondamenta antichissime, basti pensare alle Moire, che nell’antica Grecia tessevano i fili del destino di ogni persona sin dal momento della nascita; allora perché viene associata a qualcosa di molto recente? Stiamo parlando di Taylor Swift e della sua canzone “Invisible string” pubblicata nel 2020 all’interno dell’album “Folklore”. La cantautrice di fama mondiale si è totalmente immersa in questo tema, invitandoci a riflettere sui segnali nascosti mandati dall’universo, attraverso una serie di parallelismi suggestivi. 

L’invisible string theory è pericolosa? Le parole delle esperte

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Pur non essendoci fondamenta scientifiche per definire questa teoria, la psicologa Gaia Cavalleri fa luce sul fenomeno, indagando quegli atteggiamenti che si attivano in noi nel momento in cui ci affacciamo ad una nuova conoscenza: uno studio guidato da Suzanne Riela, ha evidenziato che uno dei fattori che le persone reputano fondamentali per "innamorarsi" è il sentirsi pronti. Questo vuol dire essere emotivamente o fisicamente preparati per cercare una relazione romantica. Diciamo che in qualche modo emerge l’importanza del contesto e delle circostanze in cui viviamo. Inoltre, non bisogna dimenticarsi che noi, come persone, siamo in continua evoluzione e in costante contatto con il mondo esterno, che influenziamo e che ci influenza a sua volta. Prosegue poi sottolineando l’importanza delle variabili situazionali, soggetto di indagine Gruman, Schneider e Coutss. Queste ultime possono farci percepire un conoscente come amico e anche come potenziale partner, ovviamente queste da sole non bastano, anche perché in una prima fase dell’innamoramento siamo già tendenzialmente portati a idealizzare l’altro, senza avere una conoscenza approfondita della sua persona. 

L’esperta Lucretia Paravia, invece, pone l’accento su una premessa essenziale: nessuno potrà mai capire o cercare di controllare il fato o il destino e con queste teorie si cerca di avverare proprio questa impossibilità. “A mio avviso siamo nell’era del controllo, mentre i legami relazionali, stanno subendo un forte calo/svantaggio, le persone che si sentono sole, provano a combattere la solitudine cercando di trovare modi e soluzioni per avere una speranza. Una sorta di “credo” e per realizzare ciò, il nostro cervello prende spunto da ricordi della nostra vita. Ad esempio, obbligarci a credere che persone, anche se non significative, hanno per forza lasciato qualcosa dentro di noi. Insomma, è un modo di controllare il futuro prendendo spunto dal passato”. La Paravia conclude mettendoci davanti i rischi della “invisible string theory”. Quando ci ritroviamo a costruire un rapporto con qualcuno che avevamo già incontrato nel passato e crediamo in questa teoria, ci faremo facilmente condizionare. Quindi, non avremo una visione sincera su ciò che ci piace o meno di quella persona, bensì, penseremo che sia stato il destino a farci un regalo. Questo, come affermava anche la Cavalleri, ci porterà a vivere una storia più idealizzata che concreta.

Gli aspetti postivi di credere nel destino

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Tuttavia, altri esperti ritengono che idee come la “Invisible String Theory” possano aiutarci a sentirci più in sintonia con le persone importanti nella nostra vita. Jade Thomas, psicoterapeuta e fondatrice di Luxe Psychology Practice, spiega che un recente studio ha scoperto come le coppie sposate, ricordando il passato, tendono ad essere più soddisfatte della loro relazione e a sentirsi più vicine al partner rispetto a coloro che non lo fanno. Allo stesso tempo, Eloise Skinner, autrice e psicoterapeuta specializzata in terapia esistenziale, ritiene importante per alcuni individui trovare modelli, tendenze e coerenze che possano effettivamente consentire loro di esercitare un grado di autonomia creativa sulle proprie esperienze. Peraltro, secondo Skinner, cercare teorie o spiegazioni più ampie sul destino, può consentire ad un individuo di creare una narrazione personale intorno a ciò che gli accade, il che può essere utile per scoprire e dare un significato a determinati eventi od individuarne lo scopo. 

È vero dunque, credere nei segnali del destino può essere utile, ma la studiosa ci invita comunque a domandarci se siamo davvero padroni delle nostre scelte o se dando fiducia a queste tendenze stiamo perdendo di vista quello che desideriamo veramente. Avete mai incontrato qualcuno, che dopo tanto tempo si è rivelato essere qualcosa di più che un “personaggio secondario”, nonostante non avevate il minimo sospetto che potesse nascere qualcosa tra di voi? 

L'Invisible String Theory su TikTok

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L’hastag #invisiblestring vanta più di 26mila post su TikTok ed il popolo del web sembra essersi diviso in due. C’è chi da un lato, infatti, condivide la propria storia d’amore o d’amicizia per avvalorare la teoria e dall’altro chi la critica aspramente, poiché porterebbe le persone a cercare indizi dove non ci sono, idealizzando chi abbiamo davanti. I protagonisti della “invisible string theory” amano raccontare le loro storie sui social: due giovani sconosciuti partono per la stessa meta, sullo stesso volo e la stessa sera vanno allo stesso spettacolo di magia; si scattano persino una foto vicino la stessa fontana. I due abitavano vicini, percorrevano spesso la stessa strada ed avevano partecipato perfino alle medesime manifestazioni politiche. Non si erano mai incontrati, fino a quando non si sono conosciuti in un’app per imparare le lingue e sono diventati marito e moglie. 

Ma per essere legati dalla stringa invisibile, non servono solo storie sensazionali, anche chi ha trovato l’anima gemella in una persona, che aveva già incontrato in passato, come a scuola o in una serata al bar con gli amici, può avere una connessione scelta dall’universo. Voi che cosa ne pensate, credete in questa teoria o preferite rimanere ancorati alla realtà dei fatti?