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Dada': «Non ho avuto bisogno di catturare la cultura napoletana, perché è lei che mi abita, avendo catturato me»

Dal palco di X Factor al tour estivo: Dada', l'artista che ridefinisce il panorama musicale di Napoli

Dada': «Non ho avuto bisogno di catturare la cultura napoletana, perché è lei che mi abita, avendo catturato me» Dal palco di X Factor al tour estivo: Dada', l'artista che ridefinisce il panorama musicale di Napoli

"Dada'" potrebbe apparire come il nome di un personaggio di un cartone animato, quasi fiabesco ma è il nome dell'artista che sta rivoluzionando il panorama musicale a Napoli. Abbiamo avuto l'opportunità di intervistarla per permetterle di raccontarci un po' di sé, della sua arte e del suo legame con la città. «Da bambina, amavo creare, che si trattasse di compiti a scuola o di lavoretti casalinghi. La pittura era la mia passione, sentivo il cuore battere all'impazzata. Questa stessa emozione la provavo anche ascoltando musica, spingendomi a voler imparare uno strumento. Inizialmente mi fu proposta la batteria, ma, a causa del rumore, alla fine optai per la tastiera. Tuttavia, non mi soddisfaceva appieno, finché la chitarra non ha lasciato un'impronta forte in me. Ho cominciato con studi classici, ma mi sentivo stretta in un ambiente accademico, così ho infranto tutte le regole per arrivare a questo, anche esteticamente.» "Questo" è il mondo di Dada', la sua musica, la sua casa. Una magica foresta fatta di tigri, tastiere, libri parlanti e lampade totem. E Dada' è stata così gentile da guidarci all'interno di questo universo, il suo.

Gaia Eleonora Cipollaro, nota con lo pseudonimo di Dada', è nata a Napoli nel 1995. «Sono sempre stata una bambina, una ragazza che ha dovuto cercare la sua forma per incastrarsi nella società, tra le cose. Ho subito capito che non avevo una voce potente alla Celine Dion, ma avevo un timbro particolare, un cuore presente e tanta voglia di raccontare storie. Ho sempre saputo che volevo crearmi una mia lente da cui guardare il mondo e che quelle che a volte mi hanno offerto mi facevano molto soffrire; e quindi ho sempre lavorato, dentro e fuori, per non impedirmi nessuna possibilità, per avere il mio posto e la mia forma tra le cose. Lo stesso principio di modellazione unica lo propongo inconsciamente nelle amicizie, nell’arte e quindi nella musica: per me non può essere che esiste una sola forma per dire una cosa o una sola veste in cui quella canzone può avere vita. Se al karaoke non ce la facevo a cantare su base originale Adele, la catapultavo sulla chitarra, a modo mio, e impastavo le emozioni di quel pezzo con la mia Voce.»

Dopo il suo debutto nel panorama musicale nel 2021 con la trilogia di singoli "Jesche", "Siènte ‘e rrise" e "Avena", tutti prodotti da Big Fish, nell'estate dello stesso anno ha pubblicato il brano "Gianna Oh" in collaborazione con il producer Dashiki. «Sì, si può dire che “sono venuta alla luce su vasta scala” con questa trilogia, dopo aver trascorso tanti anni tra diversi generi musicali e gavetta; ho iniziato a produrre con il computer, dunque mettendo un attimo la chitarra da parte. Prima del Covid, e probabilmente durante lo “svuoto” sociale del lockdown, sono stata ispirata da quella dubbia occasione di stasi e di pause e ho abbozzato un primo passo, del tutto inedito rispetto alla mia precedente carriera, verso la mia identità.» 

Dada': «Non ho avuto bisogno di catturare la cultura napoletana, perché è lei che mi abita, avendo catturato me» Dal palco di X Factor al tour estivo: Dada', l'artista che ridefinisce il panorama musicale di Napoli | Image 476785
Dada': «Non ho avuto bisogno di catturare la cultura napoletana, perché è lei che mi abita, avendo catturato me» Dal palco di X Factor al tour estivo: Dada', l'artista che ridefinisce il panorama musicale di Napoli | Image 476808

Il 2022 si è aperto con la pubblicazione dei singoli "Cavala", prodotto da Big Fish e i Retrohandz, e "Tiè Tiè", prodotto dai Retrohandz. A luglio, ha lanciato il brano "Aumm Aumm" con gli Ackeejuice Rockers e, poche settimane dopo, è stata protagonista al Jova Beach 2022 di Castel Volturno. Ha partecipato all'edizione 2022 di X Factor, entrando a far parte del team di Fedez e colpendo immediatamente giudici e spettatori grazie alla sua naturale capacità di fonder3 il cantautorato napoletano con la musica elettronica, dando vita a un genere musicale che molti hanno definito innovativo e influenzato dalla world music, arricchito da molteplici contaminazioni sonore. Poco dopo l'uscita dal talent show, ha pubblicato il brano "Mammamà", un'elegante presa in giro, tanto maliziosa quanto spensierata, che invita a percepire il ritmo travolgente della leggerezza. Segue "La leggenda dei maccheroni", uscito a maggio 2023.

«Inizialmente mi sono sentita impreparata nell'affrontare la crescita, soprattutto quando è avvenuta sotto gli occhi di molte persone. Ho imparato a gestire me stessa e le mie espressioni artistiche di fronte a tutti. Ho evitato prove eccessive per imparare ad essere autentica in pubblico. Quest'esperienza mi ha fatto scoprire appieno le sfide di questa professione, comprese quelle psicologiche e fisiche. Il tour è stato più impegnativo del previsto, ma è stata un'esperienza meravigliosa che apprezzo molto. Confesso che mi manca. Mi manca perché durante quelle esperienze riesco in modo spontaneo a connettermi con una parte di me stesso che diventa difficile raggiungere in altre circostanze. In solitudine, posso riempire la mia casa con animali e piante a piacere, ma interagire, esistere insieme agli altri, e incontrare persone diverse ad ogni data, fa sempre la differenza e permette di scoprire chi si è veramente.»

L'appartenenza alla cultura partenopea è sempre stata -mai come quest'ultimo anno- oggetto di analisi, critiche e dibattiti. Tutti si interrogano sul significato dell'essere napoletani e sugli elementi che costituiscono il legame di questa intera comunità. Dada', ci offre una risposta, evidenziando come la città, con la sua ricca storia e tradizioni, abbia costantemente preceduto le sfide di natura sociale ed etnica. Nonostante sia stata talvolta oscurata e oggetto di contestazioni, Napoli ha ininterrottamente proseguito il suo percorso. «Sono nata nell’ombelico napoletano – il centro storico – vivido di input sotterranei e conclamati veramente pazzeschi, e il mio output (se vogliamo parlare in termini di suono) è stato questo: mi piace Monteverdi e mentre lo ascolto chiedo a mammà che si mangia oppure devo interrompere per abbassare dal balconcino il paniere; anche nei movimenti, per come esisto, mi accorgo di aver fatto di continuo una sintesi tra le cose, e il mio mondo artistico non poteva che risentirne.»

Dada' ha conquistato il Premio San Gennaro World 2023 con la sua firma sulla sigla ufficiale "San Gennaro Groove". L'innovativo brano, nato da un brillante mash-up ispirato alle Parenti di San Gennaro, è disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 27 ottobre. La richiesta di Gianni Simioli, direttore artistico del premio, ha spinto Dada' a creare un'opera unica per l'undicesima edizione. «Gianni mi ha accolta in radio diverse volte ed è sempre stato affettuoso e sorpreso dal mio mondo artistico; quest’ultima volta, scherzando, ci siamo ritrovati a esprimere la medesima provocazione: appunto, fare un brano campionando la nenia delle parenti di San Gennaro.» E poi continua «Oggi, San Gennaro per me rappresenta il ritorno alle mie radici, dopo un periodo in cui mi sono allontanata da Napoli e dalla mia terra, come spesso accade in giovane età per crescere e differenziarsi. Il richiamo di casa e quello di San Gennaro sono stati entrambi intensi, donatimi dalla nonna sotto forma di una figurina che ho iniziato a portare sempre con me. Questa immagine si è moltiplicata nel tempo, al punto che il mio computer, durante le mie esibizioni, è adornato da piccole rappresentazioni di San Gennaro. Questo "esercito" di San Gennaro per me simboleggia il ritorno a casa, un amico e una spiritualità più terrena, facilmente raggiungibile.»

Ma non solo, Dada' ha anche collaborato al docufilm “J’Adore Napoli – Lost in NYC”. Il premio, il nuovo singolo e tutti gli ultimi progetti coronano un anno di trionfi, con un tour estivo che ha incantato l'Italia, evidenziando l'eleganza, la personalità e lo stile inconfondibile di Dada'. «Ho sempre ascoltato e preteso ascolti internazionali, ricercati e complessi. Tutto questo avveniva mentre vivevo a Napoli, mangiavo il ragù e magari la domenica, in sottofondo, mio padre ascoltava Carosone. Durante il lockdown ho impiegato il tempo giocando, senza pensare a un’intenzione seria o professionale. In questo modo è emerso, anche con mia grandissima meraviglia, questo progetto che ora ho la fortuna di condividere anche con voi. Il bilancio delle radici con le ali per la contemporaneità è parte dei miei tratti distintivi fisiologici, una somma di concomitanze genetiche sociali ed emotive…è naturalissimo in me.»

Tema centrale di tutto questo lavoro lavoro artistico è la dualità, che Dada' estremizza e sgretola per rendere tutto plurale, ambiguo, ricco, diverso, fluido. Dualità ricercata, viva e presente nell'album "Mammarella", il progetto discografico che ha portato in giro per l’Italia per tutta l’estate e con il quale ha continuato a lasciare il segno del suo inconfondibile stile musicale. «Sto ancora scoprendo molte sfaccettature di me stessa. Crescendo, ho realizzato che ognuno di noi è composto da molte parti. La chiave forse risiede nella consapevolezza e nella capacità di accettare, accogliere ed integrare queste diverse dimensioni. Ho constatato di essere pluralità non solo nelle esperienze quotidiane, ma anche nelle emozioni e nella musica. La vera preparazione, forse, consiste nel non avere paura, poiché solo superando la paura si può abbracciare appieno la propria identità. Anche sul palco, esporre e condividere questa ricchezza diventa un piacevole gioco. Ciò che un tempo consideravo un ambiente rischioso, ora lo vedo come un divertente passatempo, mi piace vedere le espressioni divertite e sorprese del pubblico.»

Dada' è rappresentante di una musica che bilancia abilmente tra eredità e novità, intreccia la sua vita personale e artistica, permettendo agli osservatori di fermarsi sulla soglia dei suoi ricordi, del suo temperamento, della sua musica e della sua Napoli. Diventa guida in un percorso attraverso molteplici narrazioni. Ma come realizzare tutto questo? «Chiedersi senza paura, ma con coraggio: “Chi sono e chi voglio essere?”. Per fare una sincera crasi tra queste due cose e per costruirsi con dedito lavoro un percorso personale solido, una visione, al di là delle tendenze e delle caselle sociali e discografiche. E muoversi quando ci si sente pronti, quando le mani tremano sempre ma il cuore ha imparato a rimanere più fermo sotto i terremoti esistenziali: io ci tengo a dire che non sono emersa dalle acque dei miei sogni come la Venere napulegna, ma ho affrontato dolorose e faticose capriole esistenziali prima di tutto questo e ho deciso poi con lucidità cosa farmene di tutto. Molto soddisfacente.»