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La gen Z sta cambiando il concetto di tatuaggio?

Dai marinai a TikTok, in una sfida al "per sempre"

La gen Z sta cambiando il concetto di tatuaggio? Dai marinai a TikTok, in una sfida al per sempre

Il mondo dei tatuaggi è, per sua natura, colorato e multiforme, vario e in costante trasformazione, antichissimo. Ha una storia precisa, ricca di tradizione, sia in Oriente che in Occidente. Una sorta di rito dei marinai e dei galeotti, un grido di sovversione alle norme sociali ed estetiche, da fare sempre dispari (perché simboleggiavano la partenza, il viaggio e il ritorno a casa). Quella dei tatuaggi è una subcultura che, come tante altre, è poi salita sul palco del mainstream e che adesso vive dunque di mode e tendenze, ma che è rimasta espressione dei tempi.

Il tatuaggio per le donne del passato

Era lo stesso, o forse ancora di più, per le donne, che in Europa hanno iniziato ad avvicinarsi a questa arte nel 1800, quando ancora non gli era permesso indossare i pantaloni né tantomeno mostrare la pelle in pubblico, pena scandalo e pubblico ludibrio. Come rileva Margot Mifflin in “Bodies of Subversion - A secret history of women and tattoo” le donne tatuate, in quegli anni, sfidavano l’ideale vittoriano della purezza femminile e del decoro, usando i tatuaggi come spille di auto-determinazione e legandoli ad altre lotte contemporanee come quella del femminismo, del diritto al voto e di quello all’aborto.

Mode e modelli tra gli anni Settanta e i Duemila

Il loro debutto nel mondo della moda si ascrive all’incirca agli anni Settanta, quando Issey Miyake presentò la sua Tattoo Collection a New York. Se facciamo un salto negli anni ’90 e 2000, vediamo subito come i tatuaggi si trasformarono in sintomi di benessere e di glamour, sfoggiati dai calciatori e dalle star del momento, a partire da David Beckham. Irraggiungibili, ma non troppo. Lo stigma a loro legato sempre più debole, sottomesso a ideali estetici che ci volevano sportivi, decolorati, abbronzati e anche un po’ tamarri. Era l’era dei tribali, per intenderci. E adesso?

I tatuaggi oggi

Il tatuaggio si muove su diverse velocità, sia dal punto di vista geografico che da quello legato all’età e alle generazioni. Nella dimensione locale italiana, quella dei paesi, potremmo dire che i tatuaggi sono spesso marchio di appartenenza geografica o familiare, di amore per i figli o per la propria compagna di vita, di credo religioso o sportivo. Ancora, potremmo fare una distinzione legata all’età: se per le persone adulte il tatuaggio è spesso ancora un grande passo, un segno indelebile sulla pelle che va ponderato, per i giovanissimi le cose sono un po’ diverse

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Piccoli, colorati e incoerenti

Come in tutto quello che riguarda l’estetica e la moda, sono individuabili sui social due correnti principali per il tatuaggio contemporaneo dei giovanissimi. Quella minimal, fatta di fine line e tatuaggi in luoghi nascosti, che è anche la strada scelta dai figli Beckham e dalla top model, da Hayley Bieber a Bella Hadid, e quella più massimalista, ma sempre di dimensioni contenute. Facendo un giro su TikTok salta immediatamente all’occhio: i tatuaggi più in voga in questo momento sono piccoli, colorati e… silly. Meglio, sono legati a stilemi infantili e caramellosi, decisi per impeto o per scommessa, spesso fatti in gruppo e senza nessun riguardo per la coerenza estetica o per un piano di lungo termine. Un trend in particolare lo ha reso evidente, quello per cui si pubblicano foto dei propri tattoo accompagnati da una musica commovente e si ragiona sul fatto che ci fa proprio pensare a qualcosa di specifico. Partito come trend serio, è immediatamente degenerato, mostrando lattine di Coca-Cola, brand e battute tratte da commedie, animali domestici, forme di pasta e scarabocchi.

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Il per sempre non è più un pensiero

E così, vediamo ranocchie, scimmiette, gattini e fiocchetti. Le ispirazioni sono molteplici: si parte dai cartoni animati per finire agli inside joke tra amici passando per il mondo botanico e culinario, senza dimenticare film, telefilm e libri. La sensazione generale è che il tatuaggio abbia perso quel suo peso culturale profondo che ancora mantiene in alcuni luoghi e per alcune persone, e sia diventato leggero, una scelta estetica ironica, fatto per ricordare qualcosa o per semplice abbellimento, senza nessuna preoccupazione particolare per il per sempre. Non c'è da stupirsene: in un mondo sempre più difficile da navigare, si vive per il qui e ora, per ridere e fare esperienza insieme più che per comunicare, sulla propria pelle, ideali universali.