Il beauty si è dimenticato dei content creator trans? La situazione negli Stati Uniti nelle parole di Freddie Chen

Cosa succede nell'industria della bellezza e del benessere quando i partiti conservatori e repubblicani (negli Stati Uniti d'America) salgono al potere? L'impatto potrebbe non sembrare immediato e neanche prioritario, ma esiste eccome, e i suoi effetti sono pervasivi e subdoli. Lo osserviamo su TikTok, dove trad wife e stay at home girlfriend spiegano con dovizia di particolari la loro giornata passata - appunto - in casa a cucinare, a pregare e ad accudire i figli. Lo osserviamo su Instagram, dove sempre più ragazze decidono di laserare via i loro tatuaggi in nome della bellezza clean, quindi pulita, quindi bianca. Lo percepiamo persino sui red carpet, dove Ozempic e un ritorno degli ideali di bellezza che pensavamo e speravamo ormai superati ci propinano corpi sempre più magri e il grande comeback della retorica pro anoressia anche sul web. 

Quando l’ideologia diventa marketing

Una cosa a cui, forse, non pensiamo, è l'impatto che questi cambiamenti sociali, politici, culturali hanno nelle tendenze at large, nelle industrie che le tendenze stabiliscono e decidono e in quelle che di queste sono un satellite. Un esempio? Quella dei content creator e dell'influencer marketing. Se, infatti, l'ideologia dominante è quella conservatrice, impaurita, beige, allora i brand dovranno rivolgersi ad ambassador che con questa vanno d'accordo, che non recano turbamento, che non sfidano le norme. E, di conseguenza, negare anche tutto quello detto e fatto prima, quando il woke era ancora di moda, quando allearsi con la comunità LGBT+, ad esempio, faceva vendere di più e non di meno. Il risultato? Ipocrisia strisciante, chiusura e discriminazione

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 Essere queer e trans nel beauty oggi secondo Freddie Chen

A farlo notare è stata la creator beauty Freddie Chen, che su TikTok ha realizzato un lungo video in cui spiega il suo punto di vista: "Da quando ho fatto coming out come donna trans, lo scorso aprile, nessun beauty brand statunitense mi ha sponsorizzata o mi ha scritto. Non sono l'unica e non è sempre stato così. Prima partecipavo a campagne internazionali. Adesso, queste opportunità non mi si presentano più, perché non si presentano alle persone trans e razzializzate" ha detto, chiara e senza peli sulla lingua. 

@freddiechen

a message to beauty brands and everyone stripping away trans rights

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Trump, brand beauty e rappresentazione: cosa cambia quando la politica vira a destra

Secondo lei, il momento decisivo (in negativo), è stato il ritorno alla presidenza di Donald Trump, e purtroppo non ci stupisce. "Nel momento esatto in cui ha vinto ho iniziato a tenere traccia di quello che postavano i marchi di bellezza. Quelli grandi, i cui proprietari sono vecchi uomini bianchi, hanno immediatamente smesso di postare creators queer, testimonial trans, chiunque sembrasse un po' troppo alternativo. Non appena il pendolo della politica inizia a oscillare verso la destra, ecco che i brand beauty lo seguono". Per questo parliamo di Mar-a-lago face e di Republican make-up, per questo anche sotto il tappeto delle cose più superficiali (il rossetto, il taglio del completo, la lunghezza delle gonne e il modello del vestito del momento) si nasconde qualcosa di significativo per esaminare il tempo in cui viviamo. Per questo, se la femminilità è per forza di cose una performance per tutte le donne (e tutte significa tutte) anche sceglierne una più o meno tradizionale è un atto politico

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Le persone trans come bersaglio politico e culturale

Non è finita qui. Freddie Chen, infatti, continua: "Noi persone trans siamo viste come pericolose. L'1% della popolazione viene percepito come una minaccia, per questo si concentrano sui nostri passaporti, sui nostri interventi, sui nostri bagni e sui nostri sport e passatempi. Ci si concentra su un gruppo di persone piccolo e marginalizzato per creare paura e per usare quella paura come leva, per ottenere supporto al potere eletto. Se le persone trans non esistessero, con chi credete che se la prenderebbero? Con le persone queer in generale. Poi con le persone nere. Poi con gli immigrati, che già sono nel mirino. Alla fine, rimarrà soltanto un gruppo di persone e potete starne certi: a sparare per primo sarà un uomo bianco".

La fine (speriamo) dell'estetica beige

Questo discorso, però, si chiude con un invito e un appello ai marchi di make-up: "Ai brand vorrei dire: quando mostrate solo un tipo di persona, incoraggiate solo quel tipo di persona a comprare da voi. Volete una audience che sia diversa dal punto di vista del colore della pelle, del background e delle esperienze o volete una community omogenea e senza creatività? Io non menziono chi non mi considera, non vado dove non sono invitata. Nel 2026, basta con i lush liquidi, con i lip oil, con colorazioni noiose, con i rosa gli arancioni, i rossi e i violetti spenti. Avremo varietà, ma davvero. Voi finalmente inizierete a produrre fondotinta con shade scure abbastanza profonde. Grazie". E noi non possiamo fare altro che sottoscrivere e amplificare questo appello.