Mia Goth viene da un altro pianeta Dalla trilogia di X al nuovo Frankenstein, l’attrice britannica è un continuo enigma da risolvere

Per parlare di Mia Goth iniziamo rubando una frase di Christopher Young, Vice President & Creative Director, Tiffany Patrimony e Global Creative Visual Merchandising di Tiffany & Co., intervistato da Vanity Fair per la collaborazione tra la famosa maison e il film Frankenstein di Guillermo Del Toro. "Mia possiede una sensibilità rara nell’indossare alta gioielleria, riesce a dare nuova vita e significato ai pezzi storici. Ogni gioiello - dalla tormalina verde del 1905 alle croci in pietra dura – è stato animato dalla sua interpretazione intensa e raffinata". L’attrice britannica, nata a Southwark nel 1993, interpreta nell’opera Elizabeth, la quale cambia parecchio rispetto alla personaggia del romanzo di Mary Shelley, più incline all’umanità della Creatura che a quella degli uomini e destinata, per questo, ad un amore e una fine tragici

La carriera di Mia Goth: da Frankenstein a Emma passando per la trilogia X

Che Young trovi Mia Goth perfetta per i preziosi oggetti di lusso che ha potuto indossare durante la lavorazione di Frankenstein è comprensibile. C’è infatti qualcosa che risalta nell’interprete, la cui carriera è partita nel 2013 ed è stata un continuo susseguirsi di scelte azzardate, scelte azzeccate e scelte che ne hanno saputo mettere in luce due delle caratteristiche che più le appartengono. C’è il volto che porta sullo schermo, il quale sembra arrivare da un altro tempo, perfetto per l’epoca vittoriana dell’adattamento di Del Toro (ma ottimo anche quando viene scelta nel 2020 per impersonare Harriet Smith in Emma) e c’è poi quella carica magnetica ed enigmatica, affascinante e a tratti spaventosa che l’ha resa nel giro di pochi anni un’autentica scream queen grazie soprattutto alla trilogia X del regista e sceneggiatore Ti West

@miagooth a trully muse

Mia Goth nei panni di Pearl, ma non solo

In soli due anni Mia Goth ha recitato tre personaggi diversi in altrettante opere, ognuna a proprio modo incastonata già nel panorama cinematografico. Tra le tre protagoniste, a risaltare c’è ovviamente Pearl, l’ingenua ragazzina di campagna che sogna di diventare una stella e scopre molto presto che non è tutto oro quel che luccica. Sebbene sia stata la scrittura tra il gore e il brillante di Ti West ad aver dato vita alla personaggia, è impossibile pensarla interpretata da chiunque altra. Sopratutto per la scena indelebile in cui urla “I’m a staaaaaar”, di una potenza che ha saputo stagliarsi nell’immaginario, diventando immediatamente virale

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Nymphomaniac e l'inizio della sua carriera

Ciò che, però, fuoriesce dalla trilogia di X è l’incrocio di tutto ciò che Mia Goth era stata in precedenza, oltre che la promessa di chi e cosa potrà essere in futuro. Il suo percorso cinematografico parte niente meno che con Nymphomaniac, con una sessualità che sarà una costante nel suo cinema. Un erotismo spregiudicato, ma mai fine a se stesso. Per Ti West diventa, ad esempio, espressione del grottesco con cui condisce il proprio mondo del porno, tanto nel primo X: A Sexy Horror Story quanto nel finale MaXXXine che diventa una critica all’industria dell’intrattenimento tutta. Una mescolanza con l’horror che punteggia le scelte di Goth - in fondo, sotto un certo punto di vista, anche Nymphomaniac può essere considerato quasi tale - e che tocca note magari non riuscitissime quando prende parte a La cura del benessere di Gore Verbinski, ma che raddrizza subito il tiro col Suspiria di Luca Guadagnino nel 2018 e il cinema allucinato di Brandon Cronenberg con Piscina infinita nel 2023. 

@miagothcrave Mia Goth shares her four favorite movies for Letterboxd: 1. Blue Valentine (2010), dir. Derek Cianfrance; 2. Women on the Verge of a Nervous Breakdown (1988), dir. Pedro Almodóvar; 3. 21 Grams (2003), dir. Alejandro González Iñárritu; 4. The Dreamers (2003), dir. Bernardo Bertolucci. – #miagoth #fourfavorites #letterboxd #fyp #foryoupage original sound - Mia Goth Crave

Perché è soprattutto questo che possiede Mia Goth, la sensazione che provenga da un altro mondo, un’altra epoca, addirittura un altro pianeta. Come se nello spazio di High Life di Claire Denis ci fosse sempre stata o gli abiti sontuosi di Frankenstein li avesse già indossati. Come ci trovassimo di fronte ad un rompicapo, eloquente e occulto insieme. Non ha vie di mezzo, è diafana o oscura. Può portare luce come nella vita della Creatura di Del Toro ma, se volesse, potrebbe anche traghettarti giù negli inferi.