The "Ugly Stepsister" è un horror, ma non per quello che pensate La storia di Cenerentola viene rivisitata dal punto di vista di una sorellastra

Cenerentola torna a casa e, così, anche le sue sorellastre. O più o meno. Sebbene nell’immaginario comune sia la versione dei Fratelli Grimm la più conosciuta, la figura della giovane costretta alla schiavitù domestica e destinata a vivere in un bel castello sembra arrivare da tempi ancora più antichi, fin dalla storia di Rodopi risalente al periodo dell’antico Egitto. A ogni modo la variante fiabesca che più conosciamo arrivò sul grande schermo nel 1950, sospinta dalla fantasia e dal vissero per sempre felici e contenti di Walt Disney. Dopo anni di retorica sui sogni che son desideri, sul principe azzurro che verrà a salvarti e le proverbiali zucche che si trasformano in carrozze per portarti al ballo, la regista e sceneggiatrice norvegese Emilie Blichfeldt porta ora sullo schermo la propria reinterpretazione del racconto, concentrando i riflettori su una delle sorellastre della futura principessa. Una storia che cerca di dare delle giustificazioni al comportamento sempre piccato e acido delle bruttine nella stanza, in un film che considera la loro prospettiva e in cui Cenerentola risulta anche un po’ stronza.

The Ugly Stepsister: una reinterpretazione grottesca e inquietante

La protagonista di The Ugly Stepsister è Elvira, interpretata da Lea Myren, film passato prima al Sundance, poi alla Berlinale e, in Italia, in anteprima al Trieste Science+Fiction. Trasferitasi con la sorella e la madre nella casa di un uomo che avrebbe dovuto risanare la loro precaria situazione economica e che, invece, muore lasciandole immerse nei debiti, per la maggiore delle sorelle non resta che cercare di sposare un uomo ricco e facoltoso. Un principe, magari. Purtroppo però Elvira non brilla per fascino e bellezza, a differenza della sua nuova sorellastra Agnes (Thea Sofie Loch Næss), che potrebbe metterle i bastoni tra le ruote nel cercare di conquistare l’uomo dei suoi sogni. Sebbene molti hanno definito The Ugly Stepsister come un nuovo horror, un body horror per la precisione, i territori in cui si muove il film sono in realtà più ampi e meno definiti. Ciò che più di ogni altra cosa risalta è l’aria di continuo grottesco che alimenta la pellicola, mai sottotono e sempre esagerata, sia quando deve prendersela con la sua protagonista che quando deve caratterizzare o dare un colore ai suoi altri personaggi.

Cenerentola al contrario: potere e ribellione

Agnes, la futura Cenerentola, non è la povera anima che viene costretta a pulire e servire dentro casa, bensì una giovane che non accetta la presenza della matrigna e le sorellastre, non ponendosi mai in maniera accondiscendente e lottando per riconquistare l’indipendenza perduta. La sorella piccola Alma (Flo Fagerli) ha molto più ardore e coraggio di Elvira, cerca di farla ragionare, ma non riesce a penetrare nel muro fatto di estetica dolorosa e tecniche estreme di dimagrimento a cui la giovane si sottopone. Persino il principe, di cui la protagonista ammira e recita le poesie, è tutto ciò che non si vorrebbe in un uomo. Ma l'idea consuma la ragazza al punto da porre un velo tra la verità e la fantasia che ha preso forma nella sua mente, e lei fa di tutto per compiacerlo. Lui come tutti gli altri.

Il vero orrore: gli standard di bellezza della società

Elvira diventa il ricettacolo delle insicurezze e delle fragilità di qualsiasi giovane che deve affrontare le aspettative di una società e gli standard di bellezza che impone. La madre non ha nessuna compassione per la figlia, le insegnanti di danza nemmeno. In The Ugly Stepsister il detto “Se non puoi dire qualcosa di carino, allora è meglio non dire niente” non esiste. Non sorprende quindi che la protagonista faccia di tutto, letteralmente di tutto, pur di risultare appetibile, accettabile e desiderabile agli occhi della comunità. E forse l’orrore è più in questo che in un naso rifatto con un martello senza anestesia o in delle dita dei piedi tagliate per entrare nel numero giusto della famosa scarpetta. È nella violenza quotidiana che bisogna subire per rispettare un canone che non ci permette di sentirci bene con noi stessi, mettendoci in mostra come fossimo carne al macello, con un focus sui corpi e i volti femminili

Rompere l'incantesimo della fiaba

Perciò sì, The Ugly Stepsister è un horror, ma lo è perché racconta attraverso la fiaba ciò che accade nella realtà. È la ripresa di mondi immaginari che, in questo 2025, fa il palio con un’opera da altri toni e tinte, ma similare per la regia e l’aria sospesa oltre che misteriosa come il 100 Nights of Hero di Julia Jackman, e il loro distruggerli. Non renderli a immagine e somiglianza delle storie che per anni sono state raccontate, ma decostruirle e lasciarle (e lasciarci) a pezzi. Divertendoci, anche. Ma non arretrando quando si tratta di brutalità e vessazioni, sia umane che cinematografiche.