
Non è obbligatorio lanciare un podcast Perché tutti si mettono nella posizione di parlare se non hanno nulla da dire?
Ci sono tante cose che sarebbe bene fare, per il nostro benessere mentale, fisico ed emotivo. Dovremmo, ad esempio, coltivare un giardino digitale, ignorare i content creator che non ci interessano o che ci fanno arrabbiare. Dovremmo, ancora, fare una passeggiata a colori o al contrario, infischiarcene della prova costume, non avere paura della nostra solitudine, informarci su quello che accade nel mondo. Educarci emotivamente e finanziariamente, probabilmente iniziare un percorso di terapia psicologica. Dovremmo fare tantissime cose. Una cosa che però non siamo obbligati a fare è lanciare un podcast. Proprio così, nessuno ci multerà se non lo facciamo. Assurdo, no?
Tutti hanno un podcast
Un tempo furono i libri. I creator del vecchio internet, quelli che trovarono fortuna sui blog e su YouTube, presero d'assalto il mercato editoriale italiano, scrivendo (o firmando) tantissimi libri. C'erano i diari, i libri fotografici, quelli di pensieri, quelli che raccoglievano i post sparsi sui profili social, impacchettati con un fiocchetto e rivenduti a peso d'oro. C'erano anche romanzi e autobiografie di varia natura e qualità. Adesso, pare, la mossa giusta per differenziare il portafoglio è il podcast. Da soli, in coppia, con ospiti o senza: se non hai un podcast a partire dalla tua presenza sulle piattaforme non sei nessuno. La domanda conseguente è, di logica: ce n'è bisogno?
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I lati negativi di un podcast
Il bello del podcast è che è un contenitore, una modalità, non un contenuto. Può essere gestito a proprio piacimento, riempito con quello che si vuole, può essere generalista o ultra specifico, comico o drammatico, fiction o non-fiction. Possono addirittura essere politici. Questa caratteristica, in questo caso specifico, è anche il brutto. Perché se poteva avere senso per le star della prima ora, quelle che avevano sviluppato un seguito sulla base di video lunghi e di articoli scritti con parole, è più complesso per i content creator da video breve, abituati a un altro tipo di approccio, più concentrati sulla componente visiva che su quella, diciamo, letteraria. Insomma, il brutto dei podcast è che bisogna avere qualcosa da dire, bisogna saperlo dire, bisogna saperlo portare avanti con coerenza. Gli autori non bastano, bisogna dimostrare frizzantezza, intelligenza, un minimo di capacità critica. Non è scontato, e non è neanche, appunto obbligatorio. Anzi, sul medio lungo potrebbe sottolineare lacune che non avevamo neanche notato. La soluzione a tutto questo? Basta non lanciare un podcast.


















































