ChatGPT ci sta attivamente rendendo più stupidi
Quando è stata l'ultima volta che avete scritto una mail importante senza l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale?
10 Gennaio 2025
Il caso della settimana, su TikTok, è quello dell'utente che chiede a ChatGPT di aiutarlo a stilare la lista della spesa. Non ci stupisce. Sui social il dibattito sugli utilizzi sacri e profani del chat bot basato sull'Intelligenza Artificiale è sempre più infiammato e partecipato. Le fazioni sono - semplificando - queste: c'è chi lo usa per qualsiasi cosa, avendolo sostituito di fatto ai motori di ricerca, a Wikipedia e ai colleghi e compagni di scuola da cui copiare e a cui chiedere consigli e chi, invece, si rifiuta di utilizzarlo, portando a difesa della sua posizione i dati sull'impatto ambientale dell'IA. In mezzo forse i più silenziosi: coloro che lo utilizzano solo per task tecnici e tediosi, come le traduzioni, le formattazioni, i lavori sul testo e sul codice.
ChatGPT nella nostra vita quotidiana
Che ci sia un problema di sovra-utilizzo del mezzo ci sembra evidente. ChatGPT, ormai, sostituisce non solo enciclopedie e ricerche (a volte sbagliandole, tra l'altro, visto che è un accorpatore di testi che imita gli schemi del pensiero ma che, di fatto, non pensa e non pesa le informazioni che recupera e che ripropone) ma anche i dermatologi, gli psicologi, gli amici e i parenti. Ci scrive le e-mail di lavoro, i messaggi alle situationship, la lista delle spesa, come organizzare la nostra giornata, la nostra dispensa, la nostra vita e le nostre vacanze. Si è insinuato nella nostra quotidianità a tal punto che sta iniziando ad avere un effetto negativo sulla nostra capacità di discernere le informazioni vere da quelle false, e non solo.
L'effetto negativo di ChatGPT sulla nostra capacità di pensare: studi e ricerche
Uno studio di giugno 2023 indica che l'IA influisce significativamente sulla perdita della capacità decisionale umana e favorisce la pigrizia, oltre a rappresentare una minaccia per la sicurezza e la privacy. Le analisi rivelano che il 68,9% della pigrizia umana, il 68,6% dei problemi relativi alla sicurezza e alla privacy personale e il 27,7% della perdita di capacità decisionale sono attribuibili all'impatto dell'intelligenza artificiale tra il campione esaminato. In un articolo pubblicato sul gazzettino degli studenti della Saint Mary's University a gennaio del 2024, Nicholas Lapierre fa notare come l'Intelligenza Artificiale possa avere effetti negativi non solo sulla nostra capacità di discernere le informazioni e di studiare, ma anche su motivazione, produttività, memoria, capacità di apprendimento. Potremmo andare avanti per ore. Gli studi sul tema iniziano ad arrivare, e non disegnano un futuro roseo, anzi.
@giorgiabellomo didn't know I could be this stupid without an algorithm #chatgpt staring contest - tomcbumpz
Prevenzione ed educazione sull'utilizzo del mezzo
Secondo gli esperti, che si sono espressi in diversi campi, dalla psicologia all'economia alla neurologia - un modo per arginare questa completa deteriorizzazione del pensiero e delle soft skills, sul lavoro, nello studio e nella vita - è educare all'utilizzo del mezzo, prevenire gli eccessi, limitarlo, educarne all'utilizzo. Non è facile, soprattutto considerando che viviamo in un Paese, l'Italia, in cui non si investe nella prevenzione e nell'educazione neanche quando si parla di salute mentale, disturbo del comportamento alimentare, sessualità ed emotività, figuriamoci quando si parla di un tool che sembra rivoluzionario nei mille e più diversi modi in cui può semplificarci la vita. A che prezzo? Qualcosa s'ha da fare. Se non per noi, almeno per i ragazzi e le ragazze che stanno entrando nel mondo della scuola adesso, e che potrebbero essere quelli più negativamente influenzati dall'uso pervasivo dell'IA generativa. Anche pensare, dopotutto, è frutto di educazione, insegnamento ed abitudini sane.