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“Mi sono sottoposta a una psicoanalisi con ChatGPT”

Psicoanalisi e intelligenza artificiale: un rapporto insolito si fa strada su TikTok

“Mi sono sottoposta a una psicoanalisi con ChatGPT” Psicoanalisi e intelligenza artificiale: un rapporto insolito si fa strada su TikTok

“Mi sono sottoposta a una psicoanalisi con ChatGPT: questa è l'introduzione scelta dalla creator Vera Verace per uno dei suoi ultimi contenuti su TikTok. Nel video, la ragazza ha deciso di eseguire un famoso test psicologico, ovvero quello delle “macchie di Rorschach”, utilizzato per l’indagine della personalità. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che ogni test ed esperimento in questo ambito deve essere interpretato da un professionista del settore. In questo caso, Vera ha chiesto all'intelligenza artificiale di indossare i panni di uno psico-terapeuta e analizzare le frasi associate alle iconiche immagini. “I risultati sono stati davvero sorprendenti; ChatGPT è riuscita a interpretare ogni elemento che io vedevo nelle macchie per descrivere le caratteristiche personali, con cui mi sono decisamente ritrovata”: dalle conclusioni finali della Verace, la domanda sorge spontanea: è possibile psicoanalizzarsi con l’IA senza ricorrere all’intervento di un esperto? Come due facce della stessa medaglia, ci sono aspetti negativi ed aspetti positivi, ma andiamo con ordine.

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Definizione della Psicoanalisi sotto la lente di un esperto

Prima di approfondire il recente rapporto tra psicologia e intelligenza artificiale, è importante spiegare cosa sia la “Psicoanalisi”. La psicologa Gaia Cavalleri ci invita a riflettere sull'uso di determinate parole: “Spesso c'è molta confusione a riguardo. La psicoanalisi è uno degli orientamenti psicoterapeutici; non tutti i professionisti psicologi sono, quindi, psicoanalisti. È necessario frequentare una scuola di Psicoterapia con questo orientamento, basato sulle teorie di Sigmund Freud e dei suoi successori. Psicoanalizzare significa condurre un'analisi approfondita della psiche, dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti di una persona al fine di comprendere i motivi profondi di determinati atteggiamenti o potenziali disturbi psicopatologici. La psicoanalisi richiede l'utilizzo di tecniche specifiche, come l'associazione libera e l'interpretazione dei sogni, attraverso le quali lo psicoanalista cerca di portare alla luce pensieri e sentimenti inconsci. L'obiettivo di queste pratiche è favorire la crescita personale e il superamento di eventuali blocchi.

Perché non è possibile auto-psicoanalizzarsi

@madeofmillions With the rise of AI, we’ve seen lots of people online talking about using chatbots as a replacement for therapy. But while chatbots can provide some general helpful feedback, they don’t always get the full picture, and can sometimes cause more harm than good

Non è possibile psicoanalizzarsi autonomamente per gli stessi motivi per cui è impossibile fare auto-terapia: mancano tutti i meccanismi relazionali all'interno dei quali si può effettuare il cambiamento. Parlando di un'analisi "self-made" si accende dunque un campanello d'allarme, poiché è già errato e rischioso, soprattutto per chi non ha familiarità con questo mondo e lo incontra solo facendo "scrolling" sui social.

Ad avvalorare questa tesi, le parole della cyber-psicologa Olga Armento: “Utilizzare l'IA per queste pratiche è davvero molto pericoloso. Un'IA non potrà mai sostituire il lavoro di uno psicologo e la relazione che esso instaura con il paziente.” Come suggerisce Armento, è importante soffermarsi sul codice deontologico degli psicologi italiani, in particolare sull'articolo 21 – “La psicologa e lo psicologo, anche attraverso l'insegnamento, in ogni ambito e ad ogni livello, promuovono conoscenze psicologiche, condividono e diffondono cultura psicologica. Tuttavia, costituisce grave violazione deontologica l'insegnamento a persone estranee alla professione psicologica dell'uso di metodi, tecniche e di strumenti conoscitivi e di intervento propri della professione stessa. Costituisce aggravante il caso in cui l'insegnamento dei metodi, delle tecniche e degli strumenti specifici della professione psicologica abbia come obiettivo quello di precostituire possibili esercizi abusivi della professione.” Per chiudere questo punto, l'esperta si pone un quesito: “Quindi, chi avrebbe fornito a ChatGPT l'autorizzazione di poter usare questi strumenti, ovvero quelli propri della professione di psicologo/a?”

Luce e ombre della Psicoanalisi fatta dall'IA

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Nonostante sembri un campo ancora inesplorato, ci sono numerosi studi e articoli scientifici sull'argomento facilmente reperibili online. Un esempio è il caso del chatbot Wysa, un ibrido tra AI ed esperti del settore che educano l'algoritmo per renderlo sempre più efficiente. Secondo gli studiosi, questa alternativa è più sicura di ChatGPT per quanto riguarda il concetto di "Privacy", poiché Wysa non raccoglie indirizzi email, numeri di telefono o nomi reali e censura le informazioni che gli utenti condividono e che potrebbero aiutare a identificarli. L'applicazione, che fornisce terapia cognitivo-comportamentale per ansia e disturbo cronico, ha ricevuto la Designazione “Breakthrough Device” dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Può essere utilizzata come strumento autonomo o integrata nella terapia tradizionale, dove gli psicoterapeuti possono monitorare il progresso dei loro pazienti tra una sessione e l'altra, ad esempio valutando le prestazioni negli esercizi di riformulazione cognitiva.

“Questo sistema non è destinato però a sostituire psicologi o supporto umano. È un nuovo modo di ricevere supporto”, ha rivelato Smriti Joshi, la psicologa capo dell'azienda che ha promosso il progetto. Anche la Cavalleri ha sottolineato alcuni aspetti positivi di questa “insolita” collaborazione: “Può essere potenzialmente utile come “assistente virtuale” di uno psicologo, in quanto offre servizio 24 ore su 24: il paziente può utilizzare questo servizio per esprimere gli stati emotivi di un momento specifico oppure per affrontare i “compiti” assegnati dal terapeuta, consentendo così un migliore monitoraggio (Eshghie e Eshghie, 2023).

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Bisogna però considerare anche i limiti, poiché si tratta comunque di un'intelligenza artificiale: primo tra tutti la mancanza di empatia, ossia la capacità di mettersi nei panni dell'altro e comprendere i suoi stati interni, pilastro fondamentale per un buon terapeuta (Ray, 2023). Non è in grado di interpretare quanto viene detto dal paziente, per cui un piccolo malinteso o un'informazione fuorviante potrebbero portare a gravi conseguenze.

Secondo lo studio di Dergaa et al. (2023), la qualità dei contenuti generati da ChatGPT è ancora lontana dall'essere una guida per utenti e professionisti o per fornire informazioni accurate sulla salute mentale. Resta quindi prematuro trarre conclusioni sull'utilità e sulla sicurezza di ChatGPT nella pratica della salute mentale. Per destreggiarsi al meglio in queste acque, l'Armento propone dunque l'educazione sul cyber nelle scuole e per le famiglie, di cui attualmente siamo sprovvisti. Voi cosa ne pensate? Vi affidereste mai a un chatbot per indagare aspetti così importanti come la propria interiorità o affrontare problemi personali?