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Abbiamo chiesto a un chirurgo estetico cosa pensa della body positivity e del baby botox

Intervista al dottor Giulio Borbon

Abbiamo chiesto a un chirurgo estetico cosa pensa della body positivity e del baby botox Intervista al dottor Giulio Borbon

Parlare di bellezza non è facile, almeno per me. Ma parlare di bellezza con il dr. Giulio Borbon, è stato facilissimo. Non so di preciso da dove nasca questa mia difficoltà. Forse perché parlarne mi fa sentire in colpa, mi dico, ci sono cose più importanti, urgenti, serie. Ma forse la bellezza, in senso ampio, non è mai stata una cosa tanto seria, oggi. Lo è grazie a TikTok, alle Kardashian, alla cugina che si è rifatta le labbra e l'ex fidanzato che si è messo con una che ha le tette più grandi delle tue. Come lo sai? Da Instagram, che ringraziamo. La bellezza è sempre stata importante, lo è da molto prima che noi tutte e tutti nascessimo. Ma so per certo che nella mia vita è entrata ad esserlo nel momento in cui mi sono iscritta ai social e insieme alle app per comprarsi i follower e i like iniziarono a comparire nella schermata home dell'Iphone quelle per modificare le foto. Ve lo ricordate Facetune? La domanda quindi, sorge spontanea. Perché perdere tempo a modificarci il volto ogni volta prima di pubblicare un selfie? A questo punto la chirurgia estetica, sembra una valida opzione. Ma perché sto modificando le mie labbra in primo luogo? Questa è una domanda scoraggiante, che tocca la scomoda verità che le nostre nozioni di bellezza estetica – nasi perfetti, capelli lisci, vita sottile e sederi formosi – sono radicate nel razzismo e nella misoginia. 

Abbiamo incontrato il Dottor Giulio Borbon in piazza Giovine Italia, all'esterno ci hanno accolto le fioriere blu, all'interno un meraviglioso studio con una candida luce bianca che ha fatto chiarezza sui nostri dubbi e su quelli della nostra community. Per chi abita a Milano ed è appassionato, se così si può dire, di chirurgia, Giulio, è un animale mitologico che cura i volti dei e delle content creator che animano il nostro Instagram. Laureato in medicina a Trieste, specialistica a Barcellona e internship a New York, quest'anno è stato inserito nel ranking della Beauty & Cosmetic Surgery Guide di Tatler Magazine. «La Surgery Guide sta al mio lavoro come le stelle Michelin ai ristoranti» ha scritto nella caption Instagram del post in cui celebra questo momento. 

Ma perché siamo andate dal Dottor Giulio Borbon? La Gen Z è una generazione che tende a pensare a se stessa come, per mancanza di una parola migliore, sveglia. Siamo persone che si recano a protestare e votare su questioni a cui teniamo, dall'accesso all'aborto al cambiamento climatico. Più liberali dei nostri genitori, sfruttiamo il nostro potere di spesa per supportare marchi i cui valori sono in linea con i nostri. La generazione più diversificata dal punto etnico della storia, siamo investiti nell'affrontare questioni importanti come il razzismo sistemico, il pregiudizio di genere e il crescente divario di ricchezza. Chiediamo equità sul lavoro – e non abbiamo paura di mettere in discussione le generazioni più anziane che rispettano lo status quo. Siamo anche una generazione che sta ricevendo Botox e filler a tassi molto più alti rispetto a prima. «Ho molta considerazione della visione e dell'opinione che hanno i giovani sulla medicina estetica. Quello che mi piace è che non sono tanto spinti da un bisogno, come magari le altre generazioni che cercavano più una sorta di affermazione o di aumento dell'autostima. Questo discorso non mi è mai quadrato perché io non posso aumentare l'autostima posso aumentare il volume delle labbra. Le nuove generazioni invece mi sembra che abbiano inteso e interpretato la medicina anche meglio di noi operatori medici, hanno una visione della medicina estetica come da un punto di vista tecnologico, come un tool, uno strumento che può aiutare, che può servire a cambiare, armonizzare e a migliorare certe parti del sé.»

Se avete aperto TikTok nell'ultimo periodo vi sarà sicuramente capitato di imbattervi nel trend baby botox. Ma cosa c'è oltre quei video in cui le ragazze alzano le sopracciglia e non si muove nulla sulla fronte? Lo abbiamo chiesto a Giulio cercando di capire prima di tutto quali sono le differenze tra baby botox e botox. «Le differenze sono sostanziali. Il baby botox, che in realtà in chirurgia si chiama mesobotox, è una tecnica di iniezione del botulino diversa, perché la si intende come tecnica più superficiale. Il botulino si inietta nei muscoli per creare un effetto di rilassamento. Il baby botox invece si inietta nella pelle, quindi su uno strato più superficiale e ha un effetto biorivitalizzante. Botox e filler invece sono come un aereo e una macchina, due cose che servono per la stessa cosa ma, al contempo, molto diverse. “Filler” è un termine generico che sta per “to fill” ovvero “riempire”. Il più famoso è l'acido ialuronico ma poi ce ne sono di tanti tipi, di tante sostanze, di tanti usi e scopi diversi. Comunque per semplificare un filler è un riempitivo meccanico dei tessuti. Il botulino, invece si definisce come neuromodulatore così da ottenere effetti diversi dove i muscoli sono superficiali.»

Ma funziona davvero oppure no? «Beh, prima di farlo dovete sapere se vi serve davvero o no. Quindi dovete andare da qualcuno di bravo che sappia consigliarvi. Noi tendiamo a chiedere ai pazienti che tipo di effetto vogliono avere e non che tipo di trattamento vogliono fare. Dal punto di vista delle complicanze, non esiste una procedura priva di complicanze. Il baby botox ha una percentuale bassa di complicanze, se fatta bene da degli operatori medici che hanno fatto training specializzati in dei centri giusti. Può avere delle complicanze rovinose se fatta a caso da chi non è preparato da chi utilizza dei materiali sbagliati.» Ma cosa ci viene iniettato in fronte? «Le componenti del mesobotox si caratterizzano per essere simili e quelle di un botulino molto più diluito e viene diluito a parte con soluzione fisiologica anche con un mix di vitamine proprio un bio rivitalizzante, quindi ha una componente minerale vitaminica e di botulino.» Al dottore non piace che il mesobotox venga chiamato baby botox e il perché è molto semplice «Il termine "baby" può confondere e far credere che sia una pratica che può essere fatta senza problemi in età molto giovane. Non è così. Penso che la chirurgia o la medicina estetica deve essere fatta quando c'è un'indicazione che molto raramente coincide con il prima possibile. Poi parlando di esempi pratici, se c'è una ragazza con un seno piccolo di una forma che non le piace, la vuole cambiare e ha ventidue anni, perché no?»

Se i valori della Gen Z sembrano in contrasto con la sua crescente partecipazione a queste procedure cosmetiche, è perché lo sono. Inchinarsi agli standard di bellezza che premiano le caratteristiche classiche occidentali (come il naso piccolo e la pelle chiara) fa parte della stessa retorica che prontamente denunciamo. Capire perché ci rivolgiamo alla chirurgia plastica e agli iniettabili - e come ci sentiamo a riguardo - rivela quanto siano profonde le nostre concezioni di bellezza. «La chirurgia estetica esiste da anni, da quando le nuove generazioni non erano ancora nate, loro l'hanno reinterpretata. La Body Positivity mi sembra una cosa meravigliosa. Io personalmente, e poi tutto il mio team, chiunque lavora e lavorerà con me sarà sempre contro un ideale stereotipato di bellezza. Mi è sempre sembrata una cosa molto stupida anche il concetto che una forma fisica possa essere esclusiva.»

Se le tecniche, la ricerca e il target della chirurgia estetica sono cambiati ed evoluti negli anni, ci sono cose riguardo a questo ambito che non cambieranno mai. «La medicina estetica, soprattutto quella che si è sviluppata negli ultimi anni, è una medicina che raggiunge tutti e tutte e che definirei proprio crossover. Uno dei grandi cavalli di battaglia delle ragazze tra i venti e i venticinque anni, cosa che a me sta molto a cuore, sono le labbra, la biorivitalizzazione, come il mesobotox e altre forme di prevenzione come skincare e mantenimento.» Ma non solo. «Tra le procedure che vengono fatte di più dal punto di vista statistico c'è in vetta, da sempre, per la chirurgia estetica femminile, la mastoplastica additiva. Essendoci sempre più attenzione al volto, questo dovuto ovviamente, a tutti gli sviluppi tecnologici che ci sono, opero spesso anche di blefaroplastica. Solitamente è un'operazione che si fa in età più avanzata ma mi è capito di avere anche pazienti molto giovani. È un intervento che cambia l'aspetto, ma non modifica lo sguardo.»

Ma in un Paese in cui sono oltre 1,3 milioni i trentenni che non hanno alcuna possibilità di affittare una casa e farsi - anche volendo- una propria famiglia, la quale non potrebbe essere mantenuta, come facciamo a permetterci un intervento di chirurgia estetica? «Ci sono professionisti di buona qualità e dei centri di buona qualità, con range di prezzo medio alti. Ci sono dei centri che fanno dei pagamenti dilazionati, noi non ancora, perché è una cosa che vorremmo capire meglio. Ma cosa consiglio? Consiglio di risparmiare, se uno può farlo subito bene, oppure di attendere quando si ha un budget adeguato per potersi permettere un intervento di medicina e chirurgia estetica sicuro. Raramente è una cosa a buon mercato, ma essendo un intervento di chirurgia e medicina estetica non è neanche una cosa così urgente da esporsi a un rischio perché non si hanno i soldi per farlo

E se volete lasciarvi tentare da tutti i centri che propongono un listino prezzi e le fiale come le mail di spam delle offerte del supermercato, il dr. Borbon ha le idee molto chiare. «Penso sia impossibile avere un listino prezzi. Per noi non ci sono misteri, abbiamo dei prezzi di partenza dei trattamenti, ma poi un preventivo serio, viene dato solo alla luce di una valutazione del paziente, della sua morfologia e delle sue aspettative. Quanto costa una fiala? Alcuni medici fanno le promozioni. Noi valutiamo un lavoro in base alla sua completezza in base a quello che deve essere fatto all'interno del preventivo. La quantità di materiale è una voce ma noi non vendiamo fiale. Decidiamo noi la quantità di materiale, è una cosa tecnica che deve essere appannaggio del medico.»

Il rapporto che ognuno di noi ha con il proprio corpo è complesso e molto personale. Esistono persone che hanno imparato ad accettarsi e amarsi per quello che sono. Ad altri, invece, può capitare di non riconoscere l’immagine che vedono riflessa nello specchio fino a ingaggiare con essa una sorta di relazione tossica che li fa sentire sbagliati, brutti, mai all’altezza. «Il dismorfismo corporeo o dismorfofobia esistono purtroppo da molto tempo. Andare in terapia è sicuramente utile, ma non è così facile trovare dei terapisti che si occupino di questo. Noi personalmente, come centro abbiamo dei professionisti di riferimento che si occupano di dismorfia, perché siamo un filtro. Noi vediamo molte persone che soffrono di questo tipo di problema, soprattutto ragazze giovani. Spesso quando si pensa alla dismorfia corporea si pensa all'anoressia o alla bulimia che sono un po', le più famose. Il nostro ruolo è quello di cercare di indirizzare queste persone, ovviamente non verso un intervento di chirurgia estetica perché sarebbe rovinoso, ma verso un percorso diverso, un percorso di terapia.» Il più grande malinteso verso la professione del chirurgo estetico? «Che possa essere come uno psicologo o uno psichiatra che possa curare alcune malattie o, peggio ancora, che l'intervento le possa curare. Che certe cose che magari nella vita di una persona non quadrano, e questo succede nella vita di tutti, una mastoplastica additiva possa metterle a posto, questo è sicuramente un grosso malinteso.»