Rodgina e il ritorno del cross-shipping Cosa ci dice sul futuro dell’intrattenimento e sul potere del fandom?

Jack Frost ed Elsa hanno camminato così che Regina George e Rodrick Heffley potessero correre. Se hai passato anche solo un po’ di tempo a scorrere Twitter (o X, come si chiama ora), probabilmente ti sei imbattuto nell’ultima ossessione del fandom: Rodgina. A prima vista, l’accoppiata tra la mean girl e il ragazzo emo potrebbe sembrare un errore. Ma scavando un po’ più a fondo, tutto torna: entrambi sono personaggi che usano la crudeltà come meccanismo di difesa. E con fan art mozzafiato e montaggi perfetti che alimentano la fantasia, Rodgina sembra davvero una coppia end game.

Le origini del cross-shipping: dalle fanzine agli universi condivisi

Nel caso ti fossi perso il memo (o il meme): il cross-shipping sta vivendo una vera e propria rinascita. Se il termine ti suona poco familiare, pensa all’atto, o meglio, all’arte, di creare relazioni romantiche tra personaggi provenienti da universi completamente diversi. Film, serie, libri: nessun mondo è off-limits, ed è proprio questo il bello. Secondo Marie Nicola, storica della pop culture presso Past/Forward, le radici del cross-shipping risalgono alla fine degli anni ’80, quando prosperava inizialmente nelle fanzine cartacee e soprattutto all’interno dello slash fandom, uno spazio in cui i fan accoppiavano personaggi dello stesso genere. Quello che era iniziato come una risposta ingegnosa alla mancanza di rappresentazione queer nell’intrattenimento mainstream si è evoluto in un movimento fondamentale per innumerevoli fandom, cambiando per sempre il modo in cui le persone interagiscono con e vivono le loro storie e i loro personaggi preferiti. Con l’emergere dei social media, il cross-shipping è diventato molto più diffuso, come afferma Nicola, “mantenendo viva la tradizione” in forme più rapide e visive. Con il pubblico che guida lo zeitgeist culturale, richiedendo simmetria visiva, coinvolgimento emotivo e una chimica che sembri autenticamente viva, era naturale che una ship come Rodgina venisse incoronata Coppia dell’Anno. Ma la loro chimica innegabile non è l’unico motore del fenomeno.

Il cross-shipping tra automazione, nostalgia infinita e voglia di novità

In un’epoca in cui l’intrattenimento è minacciato dall’AI (intelligenza artificiale) e le ondate di nostalgia sembrano infinite, gli spettatori desiderano qualcosa di nuovo. Secondo i sondaggi Tubi dell’ultimo anno, oltre il 70% della Gen Z e dei Millennials preferisce film e serie TV originali ai remake. “È un modo educato per dire che la stanchezza da franchise è reale”, scherza Nicola. Ma, cosa ancora più importante, le persone stanno riprendendosi l’autorialità. “Stanno prendendo pezzi dei media corporativi e li usano per raccontare le proprie storie, invece di essere consumatori passivi”, spiega la storica della cultura pop. Stacy Jones, fondatrice e CEO di Hollywood Brandes, è della stessa opinione e sostiene che il cross-shipping, umano, caotico ed emotivo, rappresenti una reazione all’idea che i contenuti stiano diventando troppo automatizzati a causa dell’ascesa dell’AI e del predominio dei cliché. “Quando molte narrazioni mainstream iniziano a sembrare prevedibili, i fan vanno a creare le dinamiche che non stanno ricevendo”, afferma Jones. “Il cross-shipping diventa una valvola di sfogo e uno spazio per esplorare relazioni con più tensione e profondità.” Caleb John, fan di Resident Evil e Left 4 Dead, che shippa Jill Valentine con Bill di Left 4 Dead, si riconosce in questa visione, aggiungendo che il cross-shipping è “un modo per la comunità dei fan di dimostrare che solo le persone possono creare relazioni fittizie inaspettate e appassionate”.

Il fanlore e la narrazione collettiva

Ma l’attrattiva del cross-shipping non è guidata solo dalla fame emotiva, dalla creatività, dalla ribellione all’AI o dal desiderio di innovazione. Come osserva Nicola, le ship sono diventate una parte integrante della narrazione collettiva. “Il fanlore è chiaramente uno spazio collaborativo e comunitario, progettato dai fan per supportare altri fan sia nel dare forma sia nel connettersi ai contenuti che per loro sono più significativi”, spiega la storica della cultura pop. Favorendo la connessione e un senso di scopo condiviso, il cross-shipping sta rapidamente ridefinendo i fandom, trasformandoli in comunità sempre più unite, dove la storia non è solo amata, ma anche creata e diffusa.

Il futuro dell’intrattenimento è nelle mani del pubblico

Con i fan che assumono il ruolo di narratori, guidati dall’immaginazione, il futuro dell’intrattenimento promette molto più della semplice fruizione passiva. Come spiega Jones: “Li espandono. Uniscono mondi, costruiscono nuovi archi narrativi e decidono cosa ha senso stare insieme”. In definitiva, il fandom non è mai stato sinonimo di accettare un unico canone fisso. E, come afferma Nicola, il suo futuro “consiste nel preoccuparsi meno dei confini rigidi imposti dagli studios e nell’usare la tecnologia per dare vita alle proprie narrazioni”. Il potere della cultura ora risiede nel pubblico, e gli studios che sapranno ascoltare prospereranno. “Se un accoppiamento creato dai fan prende fuoco, ti sta dicendo dove si trova la domanda emotiva”, conclude Jones. “Chi ascolta rimarrà rilevante, chi si oppone finirà fuori sincrono rispetto a come la cultura si muove davvero”.