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La musica pop in Italia è roba da uomini (ancora per poco)

Elodie e le altre stanno cercando di cambiare la situazione

La musica pop in Italia è roba da uomini (ancora per poco) Elodie e le altre stanno cercando di cambiare la situazione
Francesco Pradoni
Fotografo
Francesco Prandoni

Quando si parla di musica pop, soprattutto se declinata al femminile, vengono sempre portate a esempio colonne portanti del genere come Madonna, Lady Gaga, Kylie Minogue, Beyoncé e più recentemente anche Taylor Swift, Miley Cyrus e Olivia Rodrigo. In comune, oltre all’aver sfidato il decoro e il senso comune, hanno la provenienza: arrivano tutte dagli Stati Uniti, anche nella loro diversità di riferimenti, percorsi, età e influenze. In Italia si rimane manchevoli, ancorati a ideali melodrammatici, romantici e sanremesi di musica femminile, sempre composta e dignitosa, che urla di dolore e non per rabbia o per sfidare qualcuno o qualcosa. 

Le ribelli del passato

A rompere le scatole, in passato e anche attraverso i canali tradizionali, furono personaggi unici e irripetibili come Anna Oxa, Loredana Berté o Patty Pravo, che sfidavano le convenzioni e venivano bollate come strane, ribelli, un po’ matte, uniche e per questo isolate. Anche nel loro mondo - quello dello spettacolo - nelle interviste e nel discorso pubblico che le ha sempre circondate erano spesso rimesse apposto, schernite e mai capite davvero, trattate come fenomeni da baraccone. Le domande sulla vita privata, sul matrimonio e sulla maternità sono sempre state usate come armi, brandite come una mazza, minacciose e normalizzanti, respingenti.

Adesso ci pensa Elodie

Adesso, a portare il pop alla statunitense in Italia (con concept album e visual album, cambi look, valori di produzione molti alti sia nei videoclip che nei live e coreografie elaborate) ci pensa una nuova generazione di artiste, che tentano a fatica di fare rete contro le consuetudini, le domande misogine e i pregiudizi. Capofila di questa lista è sicuramente Elodie, che con il suo clubtape Red Light si spinge oltre, e presenta al suo amato pubblico  - fatto dalla comunità LGBT+ e dalle donne, perché a lei, e citiamo testuale, degli uomini etero non interessa - un esperimento provocatorio, un manifesto di libertà e sessualità che si scaglia contro chi la attacca e precisa il suo target con precisione millimetrica.

Il progetto Red Light

Si tratta di un’unica traccia formata da 7 canzoni ininterrotte accompagnate da visual diversi, densi di riferimenti al pop anni Ottanta e Novanta, a Madonna e alla moda di quei tempi, pensate per ballare in un club con gli amici. Nei testi e nei video trasuda la sua libertà e la sua voglia di rottura, ma anche il riconoscimento di uno status di icona della comunità LGBT+ italiana che, se non è ancora arrivato, arriverà molto presto e al fianco della quale si schiera senza paura, anzi con coraggio. Lo stesso coraggio che le serve per dichiararsi orgogliosamente femminista, senza ombra di dubbio, in un periodo in cui la parola sembra voler essere piegata in negativo e usata dispregiativamente, soprattutto in Italia. 

E Annalisa, anche a nome di chi verrà dopo

Nessuna promozione, nessuna corsa alle classifiche, solo l’esigenza personale di parlare, anzi di urlare di se stessa contro tutto e contro tutti. Il momento non potrebbe essere più adatto, per lei e anche per le sue colleghe. Basti pensare ad Annalisa, che dopo anni è finalmente sbocciata in un vero e proprio fenomeno pop, con tanto di posizionamenti in classifica e dischi di platino e a cui viene comunque chiesto come si sente da sposata e quando si deciderà a rimanere incinta, e su cui addirittura escono periodicamente fake new su una presunta gravidanza. Non solo, spesso le due (Elodie e Annalisa sono entrambe uscite dal talent show Amici) vengono messe a confronto, una contro l'altra, come se le donne potessero esistere solo così, in un ring immaginario, a tirarsi i capelli.

Fare rete per le giovani cantanti del futuro

Anche Elodie non è certo nuova alle polemiche. Da sempre contro il governo vigente, ha scambiato in passato parole di fuoco con Matteo Salvini e, alle critiche di chi le chiede se fosse necessario spogliarsi per presentare il clubtape risponde piccata di sì, perché si sente libera e senza paura, perché il corpo è suo e perché questo è il momento giusto. Adesso, l’idea è quella di debellare piano piano lo sguardo sul corpo femminile e sulla sensualità nella musica italiana che è maschile e maschiocentrico, e dunque misogino, per permettere alle interpreti più giovani di esprimersi in piena libertà e senza essere continuamente messe a confronto con le altre performer.