
Il whimsical fashion batterà il normcore? L'eccentricismo ritorna il passerella

Le orecchie da coniglio alla Donnie Darko viste da Coach o la tuta da astronauta dal gusto rétro proposta da Acne Studios non appartengono a un set cinematografico di Stanley Kubrick né a una pellicola di Richard Kelly, ma a un linguaggio estetico che sta acquisendo sempre maggiore spazio sulle passerelle: il whimsical fashion. Si tratta di uno stile eccentrico che rielabora con ironia i codici del ready-to-wear, contaminandoli con suggestioni provenienti dal mondo cartoon, dai costumi teatrali o da immaginari cinematografici e magico-fiabeschi. Ma quali sono le dinamiche socioculturali che ne spiegano il ritorno in chiave contemporanea?
Massimalismo e moda maschile
L’avanzare della moda whimsical è da attribuire ad una nuova fase, già annunciata, di massimalismo e di decorativismo nel fashion system e ad un filone di trend che sta reinterpretando la storia del costume catapultandola nell’everyday wear. Pensiamo al medievalcore, al ritorno dello stile vittoriano con rouches e ruff collar o all’estetica dandy che già da un po' sembra aver contagiato la moda uomo. È infatti proprio nelle proposte della moda maschile che la whimsical fashion sta trovando sempre più spazio. Il debutto di Jonathan Anderson da Dior ha incarnato alla perfezione questo trend: nella prima collezione maschile per la maison francese i riferimenti allo stile regale evocavano tanto la corte di Luigi XIV quanto le favole dei fratelli Grimm. Da Enfants Richés Déprimés e da Mcqueen l’atmosfera è decisamente più gotica e cupa: ritroviamo infatti giacche con strascico alla Dracula, drama coat e high collar di pizzo che ricordano una versione contemporanea dei costumi ottocenteschi del film Nosferatu. Il whimsical fashion si esprime anche attraverso la costruzione di silhouette che superano i confini dell’umano. Pensiamo alla moda di Duran Lantink che sfida le proporzioni naturali del corpo utilizzando protesi in silicone, trasformando i modelli in creature ibride e aliene. Nell’ultima collezione di Marc Jacobs, invece, il corpo femminile viene trasformato in un soggetto al limite del fantasy: volumi sproporzionati, scarpe dal design surrealista e proporzioni esasperate delineano figure che ricordano bambole inquietanti, non lontane dall’estetica disturbante del recente video Dead Dance di Lady Gaga.
Moda giocosa e infantile
Un altro volto del whimsical fashion emerge nel ricorso ad abiti dall’estetica infantile e giocosa, che sembrano provenire più dal guardaroba di un bambino che da quello di un adulto. Magliano, ad esempio, nella sua ultima collezione invernale propone un maglioncino con una macchinina rossa applicata sul petto, Auralee e Fiorucci giocano con le proporzioni realizzando cardigan in versione “mini”. Prada, invece, inserisce nel menswear una t-shirt floreale attillata che strizza l’occhio a un’ironia quasi naïf mentre Vivetta propone un cappello che ricorda il tradizionale cappuccio arricciato con fiocco indossato dai neonati. Su questo registro si muovono anche brand come Kidsuper e Moschino per i quali la moda non può che essere giocosa. Nel primo caso, Colm Dillane ha trasformato la presentazione della SS26 in un vero e proprio cartoon-show, ispirato al suo libro illustrato The Boy Who Jumped the Moon. Nel secondo, Moschino ha da sempre costruito negli anni un intero immaginario legato all’infanzia: dagli orsetti iconici alle stampe giocattolo fino al trompe-l’œil, tecnica che più di tutte incarna lo spirito whimsical. Ancora il brand Bode centra in pieno questa sfumatura della tendenza utilizzando nella SS26 bamboline voodoo al posto dei modelli.
La declinazione dark: il whimsigoth
Parlando di magia nera, esiste una particolare declinazione della whimsical fashion nella moda femminile: il whimsigoth. Sembra che questa tendenza, che unisce suggestioni witchy e gotiche a capi boho e giocosi, sia tornata non solo sulle passerelle e nelle For You Page della Gen Z su TikTok, ma anche sul grande schermo nel sequel di Amori e Incantesimi con protagoniste Nicole Kidman e Sandra Bullock e nella musica con l’annuncio del nuovo album dalle atmosfere halloweeniane di Florence and The Machine. A tal proposito a New York, Anna Sui - spesso definita “la strega della moda americana” - nella SS26 ha riportato in vita silhouettes e stampe anni ’90 dai suoi archivi: un mix di grunge e gotico illuminato da simboli mistici, come amuleti, collane di cristalli e conchiglie, foulard annodati tra i capelli, presenti anche nello show newyorkese di Christian Cowan, a evocare l’immagine delle streghe medievali rifugiate nelle campagne. Nel regno della stregoneria contemporanea troviamo anche Dilara Findikoglu, che nell’ultima sfilata autunnale ha fuso il mermaidcore con un twist oscuro e perverso, mentre Rodarte, nella sua collezione invernale, ha guardato all’universo di Tim Burton con citazioni dirette a personaggi femminili come la Sposa Cadavere e Mercoledì Addams.
Whimsical fashion tra nicchia e mainstream
Per lungo tempo e ancora oggi il whimsical fashion è stato spesso relegato a estetica di nicchia o definito uno stile lontano dalla realtà della vita quotidiana, poco pratico, da indossare solo in occasioni particolari come una festa in maschera, una sfilata di Haute Couture o per pochi eletti al Met Gala. È interessante notare, però, come ultimamente anche quei brand che avevano abbracciato e in parte continuano ad abbracciare il normcore stiano trovando un nuovo dialogo con la moda whimsical: Coach per esempio abbina cardigan preppy a corone e spade giocattolo da re, Louis Vuitton trasforma l’accessorio in oggetto “ironico”, realizzando borse a forma di rana o di delfino, da Hermés troviamo una borsa da uomo con scimmie stampate mentre Ferrari firma la sua nuova it bag con un inaspettato porta-birilli in pelle.
Whimsical fashion nel 2025
Il ritorno del whimsical fashion non è un semplice capriccio estetico, ma una risposta alla crisi economica che il fashion system sta attraversando, un indicatore di recessione che aiuta le persone ad immaginarsi in luoghi alternativi al reale. La moda ha già vissuto una fase whimsical: negli anni ’90 McQueen e Galliano sfidavano il minimalismo pratico di Klein e Sander con show disturbanti e teatrali, capaci di imprimere un’impronta duratura sul fashion system. La nuova ondata di whimsical che oggi si sta diffondendo sulle passerelle, però, seppur attraente, non sembra avere la stessa incisività di quegli show: rimane una tendenza “spettacolare”, ma meno radicale e meno capace di trasformare il linguaggio della moda e i gusti dei consumatori, che nel mercato del lusso, almeno per ora, continuano a privilegiare capi più formali e silhouette conservatrici con il rischio, alquanto probabile, che il whimsical fashion resti confinato ai red carpet o agli armadi delle celebrities.

































































