
Un filtro grassofobico è andato virale su TikTok
Sollevando interrogativi sull'accuratezza digitale e sul ruolo dei filtri nel rafforzare stereotipi estetici
21 Aprile 2025
Se dovessimo tracciare una linea temporale, all’estremità ci sarebbero coroncine di fiori sgargianti, occhi esageratamente grandi e orecchie da cane, muso compreso. Sono passati dieci anni: come tutti, i filtri hanno perso quella spinta iniziale di innocente divertimento, diventando uno strumento accurato. I filtri non glitchano più, sono impalpabili: un sostituto tecnologico dell’immaginazione. Recentemente su TikTok è andato virale un filtro dall’evocativo titolo chubby filter, suscitando contemporaneamente critiche e un massiccio utilizzo del filtro stesso, al fine di testarne l’accuratezza. il filtro è stato poi rimosso a fine marzo da CapCut, l’applicazione di editing di proprietà di ByteDance, la stessa azienda madre che possiede TikTok. Video in cui le persone provavano questo filtro sono comparse anche sulla mia FYP, nonostante io non abbia mai interagito con contenuti del genere.
@sadiebass16 Literally when did we start body shaming again? Why are we going backwards in 2025!!! #chubbyfilter #bodyshaming #bodyimage original sound - sadiebass
Filtri, TikTok e immagine corporea
Il trend consisteva nel giustapporre nel video due foto: una in cui la persona è senza filtro - dei selfie scattati solitamente in palestra o allo specchio - e poi la stessa identica foto, in cui la silhouette della persona viene allargata. Potremmo decidere di analizzare questo filtro e la sua viralità da due diverse tematiche: il primo riguarda l’accuratezza dei filtri e la loro malleabilità, il secondo interessa movimenti come la body positivity, la neutralità dei corpi e la critica sociale. In merito a questi ultimi temi, TikTok poteva possedere inizialmente delle premesse intriganti: un social media frequentato da persone molto giovani e basato su un algoritmo modellato dall’utente. Se un utente avesse cercato e/o apprezzato dei contenuti relativi alla body positivity, l’algoritmo avrebbe soddisfatto questo suo bisogno, e, in una certa misura, l’avrebbe anche protetto da altri tipi di contenuti più problematici o dannosi. Contemporaneamente, studi psicologici condotti sui social media hanno evidenziato come l’interazione con piattaforme prevalentemente visive abbia un impatto negativo sull’immagine corporea. E, proprio perché TikTok è una piattaforma visiva e guidata dai video, questo potrebbe rivelarsi ancora più dannoso, poiché i video sono più coinvolgenti di un’immagine statica e portano ad un consumo più elevato. Ulteriori studi hanno osservato come l’esposizione a video motivazionali relativi alla forma fisica (i famosi #whatieatinaday, per esempio) possono avere effetti negativi sull’umore e aumentare il confronto con l’aspetto fisico altrui.
@yungsue I think not to reward yourself with junk* food. Too much or too little of almost anything is bad for you
original sound - Flóra
Le azioni dei colossi tech nei confronti dei filtri
Solo pochi mesi fa, precisamente a novembre 2024, la Director of Public Policy EU di TikTok, Christine Grahn, aveva affermato con un post su LinkedIn come la “la sicurezza sia al centro di ciò che facciamo a TikTok […] solo in un ambiente protetto la creatività e l’autenticità che distinguono la nostra piattaforma possono fiorire”. Negli stessi giorni, la piattaforma di proprietà cinese aveva annunciato che avrebbe inserito delle restrizioni per i minori di 18 anni d’età nell’accesso ai filtri facciali deformanti, “di bellezza”, a seguito di un report commissionato dalla NFPO Internet Matters. Delle premesse simili, tiepide ma incoraggianti, venivano eseguite da altri colossi come Meta, che a gennaio 2025 aveva dichiarato che avrebbe rimosso gli stessi filtri da Instagram e quelli creati dai creator esterni su Spark AR - salvo mantenere, sulla piattaforma, i filtri proprietari.
@minazalie if this offended you, save your breath you will never chnage my mind
original sound - MINAZALIE
La body positivity svuotata e i vecchi canoni estetici che tornano sotto altre forme
Ovviamente, appare tutto molto contraddittorio: i filtri deformanti per i minori no, dei filtri altamente problematici e denigratori su un’app di proprietà della stessa casa madre sì. La forza d’azione di movimenti come la body positivity sembra essersi esaurita, aggregata a campagne di marketing e associata a prodotti da vendere. Il periodo in cui gli slogan di accettazione venivano continuamente ribaditi e appoggiati - dalle riviste, dai titoli sul web, dalle sfilate - appare per quello che è: un periodo, un momento culturale. I canoni estetici standard, la magrezza, il miglioramento del sė, il fitness, erano solamente stati oscurati per un attimo.