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L’importanza di beauty e moda per Freddie Mercury

Il suo uso del make-up e gli outfit provocatori ha aperto la strada all’estetica genderless di Maneskin e altre star contemporanee

L’importanza di beauty e moda per Freddie Mercury Il suo uso del make-up e gli outfit provocatori ha aperto la strada all’estetica genderless di Maneskin e altre star contemporanee

"Non diventerò una star, diventerò una leggenda". Ripeteva quando i Queen erano solo agli della loro carriera. Il tempo gli ha dato ragione, perché Freddie Mercury è entrato nell’olimpo delle icone del ventesimo secolo, non solo nella musica, ma anche nella moda. Eccentrico, carismatico, dotato di un’estensione vocale straordinaria, aveva una grande padronanza del palcoscenico ed un rapporto viscerale con il pubblico che rendevano ogni sua performance unica. Quando Freddie saliva sul palco non c’era spazio per nessun altro. Era, come lo hanno descritto molti di quelli che lo hanno conosciuto, "larger than life".  Come David Bowie, Mick Jagger, Iggy Pop ed Elthon John, amava osare, giocare con eyeliner e ombretti, chiffon e catsuit, dissipando i confini tra i generi per dare voce alla libertà creativa e facendolo ha aperto la strada a musicisti contemporanei come Damiano dei Maneskin o Jared Leto e all’affermarsi del trucco maschile. Eccessivo, ma anche straordinariamente magnetico. Sapeva usare la voce come nessun altro e, da vera rockstar, ricorreva agli abiti e al trucco per regalare ai suoi fan uno spettacolo a tutto tondo, una totale immersione nell’universo suo e dei Queen.

Nato nella capitale dell’arcipelago di Zanzibar, si trasferì a Londra nel 1963 dove frequentò l’Ealing College of Art e si diplomò in graphic design, insieme a Ronnie Wood, dei Rolling Stones, e Pete Townsend, degli Who. In quel periodo la capitale inglese era in pieno fermento: c’era la rivoluzione della controcultura, Mary Quant con la sua minigonna, il glam rock e la moda stava infrangendo barriere e regole. Freddy, che nel frattempo aveva sviluppato una passione per il teatro e aveva preso in gestione un banco al mercato di Kensington dove vendeva le sue illustrazioni insieme ad abiti vittoriani, vestiti e accessori su misura, stava creando il suo stile personale e, contemporaneamente, quello da frontman dei Queen. Nella costruzione del suo personaggio, fashion e beauty erano fondamentali. L’elemento più importante nel make-up di Mercury era l’eyeliner, che usava in modo che le persone in fondo alla sala potessero vedere i suoi occhi e applicava (sempre a torso nudo) con grande maestria, interiorizzando la tradizione degli uomini e donne delle antiche culture orientali. Nato e cresciuto a Zanzibar, il cantante non si truccava solo per aderire all’estetica glam rock, ma come espressione della sua personalità e della sua tradizione culturale. Nella sua toilette, davanti allo specchio, c’era sempre un assortimento di trucchi sparsi qua e là che, oltre all’eyeliner e al kohl, comprendeva uno speciale struccante francese di Rene Guinot, due confezioni di fondotinta Max Factor o di Revlon Ivory numero 3, crema viso a protezione totale Vital di Clinique, mascara Lancome Maquimat, un guanto rosa, batuffoli di cotone, lacca per capelli, uno speciale shampoo a secco e molte spazzole per capelli. Il risultato di queste sessioni di trucco era quasi una maschera, un volto che Freddie indossava per affrontare il pubblico e regalare ai suoi fan un vero spettacolo a 360°. In questa sorta di allestimento personale, il trucco, da quello del viso allo smalto nero che indossava su una sola mano, la sinistra, era completato dagli abiti. 

"Non è un concerto che state vedendo, è una sfilata di moda", diceva Freddy a chi gli chiedeva di spiegare le scelte estetiche sue e della band. Il suo amore per l’eccesso e la platealità si rifletteva nei suoi outfit iconici che, specialmente nei primi anni, erano un trionfo di paillettes, catsuit, stivali plateau, glitter, kimono ed altri capi tutti attillatissimi, stravaganti e provocatori, spesso realizzati dalla designer Zandra Rhodes. Ricordate la tutina in bianco e nero ispirato dal balletto Carnaval de Venise o l’outfit decorato con occhi e piume, visionario omaggio al dramma I Pagliacci, indossato nel videoclip della canzone It’s a Hard Life o la combo gonna di pelle, top rosa e orecchini scelta per trasformarsi in casalinga repressa nel video di I Want To Break Free? La sua immagine più famosa, resa ancora più immortale da Bohemian Rhapsody, il biopic con Rami Malek, è quella legata agli anni ’80, influenzata dalla scena dei club gay di New York e San Francisco: baffi, capelli corti, un velo di eyeliner, giacche militari, pantaloni di pelle S&M, gilet, bandiera inglese, corona, jeans, canotta scollata che mette in evidenza il petto villoso e sneakers. In particolare, fissata nella memoria collettiva, c’è l’istantanea di Mercury al Live Aid del 1985 con i Wrangler chiari, la canotta bianchi, le adidas Hercules ai piedi, la cintura ed il braccialetto (portato sul bicipite) borchiati.

L’ultimo tocco che distingueva lo stile di Freddie Mercury? Il profumo.  Tra i suoi preferiti c’erano l’Eau Dynamisante di Clarins, Monsieur e L’Interdit di Givenchy. Un po’ di make-up, un outfit speciale, una spruzzata di profumo e, quando i riflettori sul palco si accendevano e la musica partiva, la magia iniziava e tutti gli occhi erano per Freddie.