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Cos'è il 'vanilla shaming' e perché se ne sta parlando su TikTok

L'ultimo trend nato tra la Gen Z a metà tra 'Cinquanta Sfumature di Grigio' ed estetica e-boy

Cos'è il 'vanilla shaming' e perché se ne sta parlando su TikTok  L'ultimo trend nato tra la Gen Z a metà tra 'Cinquanta Sfumature di Grigio' ed estetica e-boy

Che cos’è il vanilla shaming? Perché se ne parla su TikTok? E, soprattutto, perché le ragazze che non amano il choking sono chiamate frigide? Per spiegare con precisione da cosa nasce l'ultima polemica scatenatasi sul social media, che coinvolge soprattutto la Gen Z, bisogna tornare indietro più o meno di dieci anni, quando il mondo BDSM ha fatto irruzione nel panorama mediatico pop con l’uscita di Cinquanta Sfumature di Grigio. L’adattamento cinematografico dei romanzi erotici ha ampliato la diffusione mainstream: in radio si sentiva solo Earned It di The Weeknd e circolavano più e più meme su Christian Grey. Da lì è iniziata una lunga discussione sulle pratiche BDSM e sulla loro rappresentazione, che ancora oggi ha delle grandi ripercussioni sugli stereotipi e sulle idee che abbiamo a riguardo. 

La differenza tra Vanilla e Kink

Negli anni Settanta, in particolare con le sex-wars, il dibattito sulla sessualità era particolarmente acceso. La sottocultura Gay Leather e il femminismo lesbico sadomaso rivendicavano una sessualità “alternativa” in contrapposizione a quella che fino a quel momento era considerata “classica”. È qui che si crea la distinzione formale del sesso tra vaniglia e kinky

Avevamo parlato di “vanilla sex” in relazione alla pornografia femminile. Si tratta di un’espressione usata per definire quello che consideriamo sesso “normale”. La vaniglia è un gusto di gelato semplice, piuttosto comune, e per alcune persone questo andrebbe a indicare una tipologia di sesso che è anche noiosa. In ogni caso quella era (e spesso è ancora) la sessualità che stabiliva la norma, e che si rifaceva principalmente all’eterosessualità, mentre le pratiche BDSM erano considerate come vere e proprie deviazioni. Alcuni atti parte della sessualità BDSM sono stati a lungo classificati dalla comunità scientifica come potenziali disturbi psichiatrici o parafilici. Tutto ciò ha contribuito a creare un grande stigma verso queste preferenze sessuali atipiche, infatti, si parla di kink shaming

 

Kink Shaming: un problema di rappresentazione

Discriminare o insultare le persone perché praticano attività kinky rientra, appunto, nel kink shaming che, come tutte le altre tipologie di shaming, si basa su stereotipi, costrutti sociali e preconcetti. Il BDSM è spesso associato a una comunità di gente malata o sociopatica, a causa dei suoi interessi anti convenzionali. Il fatto è che questa paura del diverso è alimentata da una disinformazione notevole. Il caso di Fifty Shades è emblematico a riguardo, perché all’epoca ha suscitato polemiche proprio per come ha raffigurato il BDSM, spoiler: male, molto male. Non è un caso isolato, perché critiche simili sono state portate avanti anche per la prima stagione di Bonding - mentre la seconda, che è uscita da poco, sembrerebbe essere un po' più in linea con la realtà. 

Violenza, manipolazione e mancanza di consenso sono solo alcuni errori che commettono questo tipo di rappresentazioni, proponendone una visione distorta. Basti pensare che, successivamente all’uscita del primo libro di Cinquanta Sfumature, il Washington Post ha notato che gli infortuni legati al BDSM e all’uso di sex-toys erano aumentati di oltre il 50%, perché le persone hanno provato a ricreare ciò che avevano letto senza avere nessuna familiarità con la pratica sicura del bondage o altri feticismi più o meno stravaganti. Questa narrazione edulcorata per i media mainstream ha comunque contribuito a una normalizzazione (parziale, s’intende) di certe pratiche, aiutata anche dalla crescente popolarità del rough sex nella pornografia. È diventato sempre più comune sentir parlare di capelli tirati o mani sul collo durante i rapporti sessuali, specie tra i ragazzi e le ragazze più giovani. 

 

Il caso di FreakTok

Paradossalmente nell’ultimo periodo si è iniziato a parlare di vanilla shaming in relazione a diversi trend nati su TikTok. Il social più amato dalla Gen Z è diviso in quelle che vengono chiamate “parti”, ovvero sezioni tematiche suggerite dall’algoritmo in base ai propri interessi, una di queste è FreakTok. Se ora si va a ricercare questa dicitura sull’app, i risultati sono nascosti, perché violano le linee guida della community. Infatti FreakTok è un lato caratterizzato da contenuti NSFW (not safe for work), consigli sul sesso o comunque espliciti e allusivi. Gli utenti qui scherzano e, in un certo modo, “ghettizzano” le persone che preferiscono una sessualità di tipo vaniglia. 

Si mostrano lividi e tremori causati da rapporti “spinti”, si pubblicano video sullo spitting (dove il/la partner dominante sputa in faccia e dentro la bocca dell* sottomess*), sul choking (la tecnica per cui si preme sulla carotide per limitare il flusso di ossigeno al cervello, temporaneamente) e sullo spanking (la pratica della sculacciata, con le mani o altri strumenti). Si tratta di pratiche che derivano dal mondo BDSM e che gli utenti mostrano con nonchalance. Questo tipo di contenuti diventa problematico perché non rispecchia la comunità fetish/BDSM, perché spesso mancano il rispetto, il consenso e anche la sicurezza. Infatti la comunità BDSM sta cercando di correggere le informazioni diffuse errate, che possono soprattutto essere pericolose e romanticizzare comportamenti abusivi e tossici.

Questo trend non rappresenta un’improvvisa isteria collettiva, ma arriva da un’estetica precisa: quella di e-boy/e-girl. Infatti i ragazzi e le ragazze appartenenti a questa sottocultura hanno maturato dei tratti riconducibili a una parte dell’estetica "goth” legata al BDSM. Vestiti e accessori - come choker, pelle, borchie - ma anche gesti precisi (l'ahegao face delle e-girls o quando gli e-boys mordono le collane) sono alla base di questa realtà. Per rientrare in questa categoria le persone non devono avere rapporti-vaniglia, ma la sessualità non dovrebbe essere un trend. Altri esempi di video presenti su FreakTok sono descrizioni di fantasie sessuali, foto di luoghi ideali in cui avere rapporti, oppure brevi testi erotici. Questi ultimi contenuti, invece, non sono da demonizzare in toto, perché stimolano una conversazione sex-positive sulla sessualità, libera dai tabù culturali.

Il caso di FreakTok è l’ennesima dimostrazione di quanto sia necessaria un’educazione sessuale nelle scuole che tratti approfonditamente tutte le sfumature della sessualità, per uscire dagli stereotipi e in particolare per divulgare la ricchezza positiva delle differenze, anche e soprattutto in ambito sessuale.