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Cosa ci racconta il caso "The Idol" sul mito del genio maschile

E perché piace tanto a Hollywood

Cosa ci racconta il caso The Idol sul mito del genio maschile E perché piace tanto a Hollywood

«Doveva essere una critica a chi cerca la fama in epoca post-trumpiana, siamo finiti a fare uno show pieno di tutte quelle cose che prendevamo in giro», queste le parole che un membro della troupe di “The Idol” ha raccontato nell’inchiesta di Rolling Stone sul film di Sam Levinson (regista di "Euphoria"). In questi giorni il caso “The Idol” è scoppiato su stampa internazionale, fino ad arrivare a noi, sui nostri computer, sui nostri feed, nelle nostre conversazioni. Abbiamo già parlato delle controversie legate alla serie ma non ancora di ciò che significa ancora oggi la visione del “genio maschile” nel nostro quotidiano, nei nostri computer, nei nostri feed, nelle nostre conversazioni. L'inchiesta di Rolling Stone non contiene accuse di cattiva condotta, critica, invece, il tipo di potere incontrollato e arrogante che può portare a comportamenti tossici e addirittura abusi. Nonostante il movimento #MeToo, Hollywood sembra ancora concentrarsi sul concetto fuorviante del genio maschile. Storicamente, le donne che lavorano in un ambiente impegnativo vengono spesso etichettate come difficili, dive o addirittura messe direttamente in lista nera. Al contrario, uomini come Levinson e Tesfaye (The Weeknd) vedono la fatica come un segno distintivo del processo creativo maschile e del suo genio. Tuttavia, se non si è d'accordo con questa visione è perché non si comprende quanto debba essere grande - e incontrollato - lo sforzo per creare un'opera di tale valore. O forse no.

Ma facciamo un passo indietro. Secondo quanto riferito da Deadline, The Weeknd - che nella serie interpreta Tedros - aveva espresso la sua opinione già sulla prima sceneggiatura dello show, affermando che questa avesse uno “sguardo troppo femminile”. Tuttavia, Rolling Stones US ha rivisto questa versione, sostenendo che la serie era troppo incentrata sulla co-star dell’artista (Lily-Rose Depp) e non dava abbastanza spazio al suo personaggio. Poi è arrivato un articolo di Variety che nell'aprile 2022, riferiva che Amy Seimetz, regista originale di The Idol, aveva lasciato lo show con l'80% delle riprese già effettuate. Questo ha sollevato i primi dubbi sulla stabilità del set. Secondo fonti interne alla produzione, sembra che HBO abbia causato seri problemi alla regista, tanto che si sarebbe sentita abbandonata e frustrata dalla gestione della situazione. Nel frattempo, Levinson, già coinvolto nel progetto, è intervenuto come nuovo direttore per portare a termine la serie. Ciò ha comportato una revisione creativa completa del progetto, nonché un notevole aumento dei costi: il budget iniziale di 54-75 milioni di dollari è stato superato. Dopo l'uscita di Seimetz e l'ingresso di Levinson, il creatore di Euphoria ha completamente rinnovato il cast originale, includendo nomi altisonanti come Rachel Sennott, Jennie dei BLACKPINK, Dany Levy e Moses Sumney. Inoltre, ha aumentato la presenza di scene esplicite di sesso e nudità, e ha introdotto sequenze violente che alcuni hanno paragonato al porno.

Nonostante l'atmosfera tesa sul set, le ingenti spese per il reshoot, le preoccupazioni per scene crudeli verso le donne e la mancanza di una data di uscita ufficiale, i membri della produzione hanno rivelato che Levinson sembrava usare la terza stagione di Euphoria come un'arma per ottenere ciò che voleva. L'impressione era che l'enorme successo dello show avrebbe costretto HBO a piegarsi alle sue richieste, qualunque esse fossero. Purtroppo, sembra che questa strategia abbia funzionato. Hollywood è notoriamente indulgente con i comportamenti scorretti, soprattutto quando il talento di qualcuno è così evidente da far passare in secondo piano le loro azioni. Tesfaye ha recentemente pubblicato un video sui social media in cui Jocelyn e Tedros, personaggi di The Idol, minimizzano la proposta di una cover su Rolling Stone. La reazione di Tesfaye alle preoccupazioni legittime mosse dalla troupe è stata un grande dito medio, lasciando intendere che le sue priorità sono altrove.

Lily-Rose Depp, tuttavia, ha affermato che Levinson è "il miglior regista" con cui abbia mai lavorato e "non si è mai sentita più protetta in un set come su quello di The Idol". Anche se l'attrice ha cercato di minimizzare, sembra evidente che Levinson abbia una propensione per le storie di traumi femminili, la sessualizzazione e per creare un clima tossico sul set, come mostrano le sue opere precedenti Assassination Nation, Malcolm & Marie e la stessa Euphoria, criticata per aver utilizzato spesso il nudo in modo gratuito in una serie sugli adolescenti, sottoposto la troupe a ritmi di lavoro estenuanti e fatto pressioni sulle attrici.

Molti dei cambiamenti nella sceneggiatura coinvolgono Lily-Rose Depp. Ma è condiscendente supporre che Depp sia in qualche modo una vittima di tutto questo. Allo stesso modo in cui Levinson tratta Zendaya con riverenza sul set di Euphoria, è facile immaginare che questo sia il caso di Depp. Più significativo è il rapporto di Levinson con le donne che non hanno un profilo così alto come Zendaya o Depp. A parte l'esperienza dei membri dell'equipe, un esempio saliente di questo è un altro caso in cui si diceva che Levinson avesse creato un set tossico, questa volta coinvolgendo Barbie Ferreira durante le riprese della seconda stagione di Euphoria. Nonostante la dichiarazione pubblica di Ferreira secondo cui non c'era cattivo sangue tra Levinson e lei, giravano voci secondo cui c'era stato un litigio tra il regista e l'attrice sull'arco narrativo per il personaggio di Ferreira, Kat Hernandez. Kat è stata notevolmente meno coinvolta nella trama della seconda stagione e nell'agosto 2023, Ferreira ha annunciato definitivamente la sua uscita dal cast di Euphoria.

Se è vero che prima di giudicare un prodotto bisogna aspettare di guardarlo è anche vero che un'inchiesta è sempre un'inchiesta, che chi ha lavorato a The Idol ha denunciato orari estenuanti e  comportamenti non adeguati. È vero - poi - che le condizioni di lavoro devono sempre prescindere dai capricci di tutti, anche di Hollywood. E che nulla - mai - deve giustificare questi comportamenti, tantomeno il mito del "genio maschile".