Ben Gorham lascia Byredo E affida il marchio di profumi da lui fondato a Puig per dedicarsi a nuovi progetti personali
Dopo quasi vent’anni alla guida creativa del marchio che ha rivoluzionato il concetto di profumo e stile di vita, Ben Gorham, dice addio a Byredo, la maison che ha fondato nel 2006. La sua uscita, prevista dai termini dell’accordo siglato nel 2022 con Puig, segna la conclusione ufficiale di un passaggio di consegne iniziato due anni fa. Il gruppo spagnolo, che oggi detiene il 100% della società, assume ora la guida totale del brand svedese di profumi di lusso e lifestyle contemporaneo.
Byredo: da brand indipendente a icona globale
Gorham non è solo il creatore di una linea olfattiva; è stato il demiurgo di un’estetica. Un ex giocatore di basket con un background artistico, un outsider che ha costruito da zero un impero del lusso contemporaneo, rendendo il minimalismo scandinavo non solo desiderabile, ma iconico. Grazie a una visione fortemente legata al design e a un linguaggio estetico ben riconoscibile il suo Byredo, fondato nel 2006, è diventato rapidamente uno dei marchi più rilevanti nel segmento della profumeria di nicchia e del lifestyle di lusso. Gorham ha guidato il brand con uno stile personale e diretto, trasformando un piccolo progetto indipendente in un marchio globale, capace di generare valore attraverso fragranze, cosmetici, pelletteria e accessori. Nel corso degli ultimi anni, infatti, Byredo ha ampliato con coerenza la propria proposta: oltre ai profumi, ha introdotto una linea make-up lanciata nel 2020 con la truccatrice Isamaya Ffrench, poi supervisionata da Lucia Pica. Ha inoltre esteso l’offerta a categorie come gioielli, occhiali, pigiami e articoli in pelle, consolidando la propria posizione come brand di lifestyle completo.
L’accordo con Puig e la valutazione del brand
L’addio di Gorham arriva come atto finale di una transizione iniziata due anni fa, quando Puig ha acquisito il 100% di Byredo, valutandolo oltre un miliardo di euro. Una mossa strategica in vista della quotazione in borsa del colosso catalano, e che oggi si completa con il ritiro del suo fondatore dalla scena creativa. All’epoca, Gorham aveva accettato di restare fino a metà 2025 per garantire continuità creativa e accompagnare la fase di integrazione. Oggi, con l’uscita definitiva del fondatore, Puig si trova a controllare un marchio già ben posizionato nel mercato del beauty di alta gamma, pronto per affrontare una nuova fase di espansione. Nel frattempo, Puig rafforza la propria strategia di crescita nei segmenti premium, posizionandosi come uno dei principali player globali nel settore della profumeria di lusso e della cosmesi contemporanea. Il suo portafoglio include marchi come il recentemente acquisito Charlotte Tilbury, Rabanne, Dries Van Noten, Jean Paul Gaultier e Carolina Herrera. La sinergia con Byredo è evidente: entrambe le realtà condividono una forte attenzione al design, all’identità visiva e alla capacità di raccontare il prodotto attraverso un linguaggio culturale prima che commerciale.
Le dichiarazioni di Gorham e Puig
"Sono orgoglioso di ciò che siamo riusciti a costruire in un percorso durato quasi vent’anni" ha dichiarato Gorham. "Il brand ha ora una forte identità che affido completamente a Puig, mentre mi preparo ad abbracciare nuove opportunità". Nessun accenno ai progetti futuri, ma la sensazione è che Gorham continuerà a operare nel mondo creativo, con la stessa attitudine indipendente che lo ha caratterizzato sin dall’inizio. Puig eredita non solo un marchio, ma una precisa cultura di prodotto. "Ben ha fatto un lavoro straordinario", ha dichiarato Marc Puig, CEO del gruppo. "Ora il nostro compito sarà preservare la sua visione e, al tempo stesso, liberare tutto il potenziale di Byredo per affrontare il futuro".
Il futuro di Byredo
Un nuovo capitolo si apre per Byredo sotto Puig, e, stando alle dichiarazioni del CEO spagnolo, lo fa nel segno della continuità strutturata e della crescita internazionale. Il marchio fondato da Gorham entra ora in una nuova fase, più aziendale, ma con basi solide su cui costruire. Riuscirà Puig a mantenere, come promesso, intatta l’identità del brand, espandendola con rigore e visione strategica verso nuove categorie e nuovi mercati?