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Comprereste un rossetto di seconda mano?

Sempre più persone sono disposte a esplorare i prodotti beauty usati

Comprereste un rossetto di seconda mano? Sempre più persone sono disposte a esplorare i prodotti beauty usati

Andare per mercatini o in negozietti bui a scovare pezzi vintage unici a prezzi convenienti, per poi vantarsene sui social, è ormai pratica accettata anzi celebrata. Fa bene a tutti: alle fashioniste che non vogliono omologarsi ai trend del momento e che sono alla ricerca di capi d’abbigliamento che nessuno altro ha, al portafoglio, all’ambiente, in generale al sistema moda, che per troppo tempo è andato a 100 chilometri l’ora, chiedendoci di comprare comprare e comprare, perché ogni 2 o 3 settimane c’erano nuove tendenze con cui stare al passo. Thriftare è diventata un’attività da condividere, non più il segreto delle famiglie a basso reddito ma un passatempo glamour da fare in gruppo con le amiche. E se vi dicessimo che, tra qualche tempo, questa attività si affermerà anche per i prodotti beauty?

Una nuova categoria merceologica entra nel mercato dell'usato

Secondo il report annuale condotto dal sito di vendita dell’usato ThredUp, fortissimo negli Stati Uniti, ormai il 52% degli americani hanno acquistato qualcosa di seconda mano nello scorso anno. Impressionante, no? Mentre la moda del vintage divampa, sollevando anche le sue dedicatissime polemiche (quella dei reseller, che rivendono a prezzi maggiorati le gemme scovate tra le piramidi di sintetico, o quella delle ragazze che comprano capi L o XL e li modificano, come se non fosse già abbastanza complicato trovare taglie adatte a tutti) i consumatori esplorano un campo nuovo, quello dei prodotti beauty e make up di seconda mano. E non nel senso di antico, da collezione o utilizzato dalle icone del passato, come ci mostrano alcuni utenti su TikTok che partecipano ad aste da sogno per aggiudicarsi il rossetto di Marylin Monroe.

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L'esplosione del vintage: consapevolezza, recessione o moda?

Avete capito bene. Anche l’industria della bellezza entra nel mercato del vintage. Non è difficile capire perché. Su TikTok ogni giorno c’è un prodotto nuovo da comprare. Un gloss virale, un contorno occhi da-non-perdere, una schiuma per capelli che fa le magie. Anche se, di solito, i prodotti cosmetici tendono a costare meno di una borsa di lusso, alcuni brand di fascia alta risultano ancora irraggiungibili a una persona normale, soprattutto se giovane, e il rischio è di comprare tutto, accumulare e accumulare, e trovarsi poi con un conto in rosso e già prodotti di quelli che potremmo consumare in una vita intera. Le funzioni integrate di shop in app di Instagram e TikTok non aiutano, anzi invogliano all’acquisto. In un momento di consumismo fuori da ogni logica, di prodotti status symbol e di marchi di lusso, è solo logico che ci si rivolga al mercato del vintage. Segno di una nuova coscienza anti-capitalista o solo recessioncore? Non importa, quello che conta è consumare di meno.

@gloubeauty Be like Elsa and LET IT GO !! Declutter your collection and rehome your stuff with someone who will love it!! We also have a recycling program coming soon for all the empties and items you can’t sell. See you on the flip side #destash #makeupsale #resaleresolutions Congratulations on Your Breakup - Hana Wilianto

Il mondo del beauty si presterà a questa tendenza? I numeri parlano chiaro

Non è facile adattarsi a questa nuova filosofia. Per anni, le nostre mamme, le nostre nonne e probabilmente anche le nostre dermatologhe ci hanno detto di non condividere per nessun motivo pennelli e spugnette, mascara, fondotinta e rossetti. La verità, però, è che il processo è già iniziato, e sarà difficile arrestarlo. Secondo una recente indagine di Mercari (shop online simile a eBay) quella dei prodotti per la cura di sè è stata una delle cinque categorie di ri-vendita che è cresciuta più rapidamente l'anno scorso e si prevede che crescerà del 126% entro il 2031. Da considerare, anche, che molti di questi prodotti vengono venduti ancora sigillati: solo un altro sintomo della nostra smania all’acquisto di cose che, alla fine, non arriviamo neanche ad utilizzare prima di caricarle su Depop, Vinted e Poshmark. L’espansione di questa tendenza è talmente forte e travolgente che adesso, negli Stati Uniti, ci sono siti di re-selling dedicati soltanto a make up, skin care e prodotti vari, come ad esempio Glambot e Glou Beauty, e nuovi sbucano ogni giorno, cercando di coprire una nicchia in rapidissima espansione prima della saturazione.

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E in Italia?

Facile notare come, in Italia, questa nuova tendenza non si sia ancora manifestata nel suo pieno potenziale. Non ci sono shop appositi, che garantiscono l'integrità e sanificazione del prodotto prima di ri-venderlo e, forse, i clienti dei marchi di lusso non sono disposti a rischiare. Questa novità, però, potrebbe essere una manna dal cielo per le ragazze più giovani, che vogliono provare prodotti esclusivi senza ridursi sul lastrico e in nome dell'anti-consumismo sfrenato e della sovrapproduzione. Siete disposti a dargli una possibilità?