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Depilazione, tra diktat sociale e scelta personale

Una nuova indagine di Braun ci fa riflettere su pregiudizi, convenzioni e metodi

Depilazione, tra diktat sociale e scelta personale Una nuova indagine di Braun ci fa riflettere su pregiudizi, convenzioni e metodi

Per alcuni è un semplice automatismo, per qualcuno una pratica imposta dalla società a cui ribellarsi, per altri è una domanda da porsi a seconda delle occasioni, ma che in estate si fa sempre più pressante: depilazione sì o depilazione no? Dipende.

Breve storia della depilazione

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Guardando al passato pare che una delle prime donne a depilarsi sia stata Cleopatra. Come il resto del suo popolo, la regina d’Egitto associava questa abitudine ad un mix di igiene, estetica e purezza spirituale ed usava una sorta di ceretta molto simile a quella che si fa oggi con lo zucchero. Viaggiando tra epoche e diverse parti del mondo, scopriamo che le donne turche sono state fra le prime collaudatrici della ceretta, mentre le arabe hanno inventato la depilazione col filo. Durante il medioevo i peli femminile erano qualcosa da tenere nascosto e privato che non deve essere né eliminato né mostrato, un’idea non condivisa da Elisabetta I d’Inghilterra secondo cui la peluria (almeno quella sul viso) andava curata come segno di civiltà. Il primo rasoio femminile? Lo lancia la Gillette nel 1915 e diventa subito un successo, grazie al cinema ed alla diffusione delle riviste femminile che contribuiscono ad affermare la depilazione come statement femminile. Una curiosità? Si dice che Marilyn Monroe e Liz Taylor si rasassero non solo gambe, inguine e ascelle, ma anche faccia. Da allora, complice l’estetica della pornografia, che contribuisce alla diffusione tra gli anni ’80 e ’90 della depilazione alla brasiliana, un corpo privo di peli, liscissimo, è quasi un dovere. Oggi, retaggio del femminismo dei sixties, c’è chi cerca di liberarsi da questa schiavitù beauty. Il Body Hair Positivity Movement spinge per il libero arbitrio. Bisogna ribellarsi alla dittatura del glabro, riscrivere i concetti di bellezza e femminilità scegliendo autonomamente se stringere fra le mani un rasoio o lasciare i peli liberi di crescere.

La depilazione è veramente libera da pregiudizi e convenzioni sociali?

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Braun, insieme all’Istituto di Ricerca Sociale e di Marketing Eumetra, ha indagato le scelte personali in tema di depilazione scoprendo che ancora oggi le donne parte del campione intervistato dichiarano di percepire la depilazione come un’imposizione per sé o aspettativa sociale e di rinunciare a causa dei peli ad attività significative come andare dal medico (lo fa ben 1 donna su 4) o avere rapporti intimi (oltre 1 su 5). Senso di inadeguatezza e frustrazione, persino vergogna sono i sentimenti più correlati alla presenza dei peli, tanto da negare spesso la possibilità di vivere in armonia il proprio corpo. È interessante, invece, notare come il campione rappresentativo della comunità LGBTQIA+, spinto dalla necessità di instaurare fin da subito un dialogo più attento e cosciente con il proprio corpo, sembra vivere il proprio rapporto con i peli in maniera meno conflittuale. Il 7% delle intervistate sceglie di non ricorrere a pratiche di rimozione dei peli, rispetto all’1% del campione totale, e inoltre il 55% dichiara che la sicurezza in sé non dipende dalla depilazione (rispetto al 29% del campione base). Anche in relazione con il partner, il 46% non si preoccupa della presenza di peli (rispetto al 26% del campione totale). 

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Nonostante la difficoltà di molti intervistati a emanciparsi dal diktat che vuole i nostri corpi liscissimi, dalla ricerca emergono una serie di segnali che sottolineano un lieve cambiamento culturale rispetto al tema della depilazione. Il 36% dichiara di accettare l’idea che una donna scelga di non depilarsi. L’atteggiamento cambia quando si parla di depilazione intima: solo il 16% dei rispondenti ritiene che sia accettabile non depilare la zona bikini. “I dati raccolti ci suggeriscono come oggi ci siano segnali incoraggianti rispetto ad una maggiore libertà nella scelta della depilazione. – commenta la psicologa Ilaria Albano – “Col tempo le persone hanno acquisito una maggiore consapevolezza e autostima, grazie alla promozione di un’immagine di sé autentica e oltre gli standard di bellezza imposti. Ognuno può essere sempre più libero di scegliere in relazione al proprio corpo e ai propri peli. Perché ogni corpo ha la sua storia e dobbiamo rispettarla, con tolleranza.”

Depilazione o epilazione?

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Come depilarsi sopracciglia unite, baffetti, ma anche peli indesiderati su gambe, inguine, ascelle, pancia, schiena?

I metodi sono tanti e diversi a seconda delle esigenze e delle sensibilità personali. Il primo passo per orientarsi è capire la differenza tra depilazione e epilazione. Nella prima categoria rientrano le soluzioni rapide e indolori che rimuovono il pelo dal punto di emersione dal livello della pelle e, perciò, offrono un effetto temporaneo come il rasoio, la pinzetta, i dischetti e la crema depilatoria.

  • Rasoio: taglia il pelo dal punto in cui esce dalla cute, la ricrescita è rapida, ma è veloce e indolore. E non è vero che i peli ricrescono più folti, duri e ispidi. È importante usarlo insieme ad un prodotto dedicato alla depilazione che ammorbidisca la pelle (che va idratata anche post-rasatura) e cambiare spesso la lama per evitare la proliferazione di batteri.
  • Crema depilatoria: simile al rasoio, taglia il pelo chimicamente. Non è indicata in caso di pelli molto sensibili.
  • Pinzetta: meglio usarla solo per le piccole zone di precisione come sopracciglia, mento e per i baffetti sopra il labbro.

Al contrario della depilazione, l’epilazione va più a fondo e rimuove anche il bulbo. In questa categoria rientrano le metodologie che consentono tempi di ricrescita del pelo più lunghi e vanno dalle 4 settimane per la ceretta ai 5/6 anni per la depilazione definitiva. 

  • Ceretta a caldo o a freddo: da fare dall’estetista o in casa. Il dolore è medio, ma per un periodo di circa tre settimane non dovrete più pensare ai peli.  In genere è sconsigliata a chi ha la pelle sensibile o soffre di fragilità capillare.
  • Sugaring: è l’epilazione con la pasta di zucchero. Si tratta di una tecnica molta delicata che sfila il pelo senza spezzarlo. Il plus? Perfetto per le zone più delicate, come l’inguine, contribuisce a evitare che i peli incarniti.
  • Epilatore elettrico: le tante piccole pinzette posizionate sulla testina (spesso completamente flessibile per adattarsi alle curve del corpo) estirpano il pelo con tutto il bulbo. Il dolore è soggettivo, ma può risultare piuttosto fastidioso soprattutto nelle zone più sensibili. Un consiglio utile è un’ora prima dell’epilazione fare uno scrub con acqua calda per aprire i pori e ammorbidire la pelle.
  • Laser: è un trattamento indolore, ma definitivo, che lavora sulla melanina del bulbo pilifero e si svolge in varie sedute in base alla quantità di peli da eliminare. Il contro? Non si può fare su peli rossi e bianchi, che non hanno più melanina.
  • Luce pulsata: un fascio di luce policromatica ad alta intensità agisce sul pigmento del pelo, determinando la caduta del pelo stesso. Da effettuare in un centro specializzato o a casa con degli strumenti ad hoc. Come per il laser non si può fare su peli rossi e bianchi.