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La rivincita degli autoabbronzanti

Bye bye colorito arancione, le nuove lozioni e oli abbronzanti sono sempre più evoluti ed inclusivi

La rivincita degli autoabbronzanti Bye bye colorito arancione, le nuove lozioni e oli abbronzanti sono sempre più evoluti ed inclusivi

L'abbronzatura è forse la più dibattuta e altalenante tendenza di tutti i tempi. Associata ai cambiamenti socio-culturali della nostra società, negli anni '30 del ‘900 ha preso il posto del pallore come segno di benessere economico grazie ed emblema del glamour grazie a Coco Chanel e al suo viso baciato dal sole della French Riviera. I primi bikini, l’amore per la tintarella degli hippie e il boom dei Solarium hanno trasformato la pelle dorata in un guilty pleasure estivo irrinunciabile. Il trend ha toccato il suo vertice nei primi anni 2000, quando nessuno, da Simona Ventura a Britney Spears, da Paris Hilton a Nicole Richie, dall’intero cast di Jersey Shore a Victoria Beckham (soprannominata dall'Evening Standard "l'originale donna Tango'd", marca di oli abbronzanti famosa in quegli anni), poteva resistere alla tentazione di sfoggiare la sfumatura di pelle più scura possibile. E poco importava se molto spesso il risultato, ottenuto con dosi generose e mal spalmate di spray autoabbronzanti, faceva somigliare a carote avvizzite. C’è voluto del tempo perché gli appassionati di beauty e il popolo mainstream capissero che forse aveva ragione Superdrug a l'abbronzatura finta come "il più grande errore di bellezza del 20° secolo". Così, complice una nuova consapevolezza estetica e, soprattutto, diversi studi scientifici che hanno collegato un'eccessiva esposizione ai raggi solari a danni visibili e interni all'organismo e l’esposizione agli ultravioletti dei lettini abbronzanti a un aumento del rischio di melanoma portandone al successivo divieto in molti paesi, la popolarità dell’abbronzatura è diminuita notevolmente. La prevenzione delle scottature e il successo dell'SPF come prodotto per la cura della pelle hanno poi inferto il colpo definitivo al mercato dell'abbronzatura.

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Ora, però, le cose stanno cambiando. Stanno nascendo una serie di nuovi brand che si propongono di rivoluzionare il settore e di farci dimenticare per sempre le vecchie soluzioni abbronzanti che lasciavano la pelle arancione, secca, a chiazze, con un odore sgradevole e spesso macchiavano anche gli abiti. Insomma possiamo dire addio per sempre al self tanning esagerato di Anne Hathaway ai tempi del film Bride Wars. Brand come Bondi Sands, Dolce Glow e Tan-Luxe propongono prodotti in grado di fornire un glow estivo dall'aspetto naturale senza esporre la pelle ai dannosi raggi UV. Il segreto del loro successo? L’aver capito che temi come la salute e il benessere dominano l'industria della bellezza e che c’è bisogno di maggiore sicurezza, qualità e inclusività. Le lozioni e gli oli abbronzanti 2023 stanno introducendo nuove formulazioni, ampliando l'assortimento di tonalità per essere più inclusivo per i consumatori, un po’ come si fa con i fondotinta, e, in alcuni casi, assicurandosi l'investimento di celebrità. La strategia sembra stia ripagando tanto che, secondo i dati di Euromonitor, la categoria degli autoabbronzanti è cresciuta del 70% negli Stati Uniti tra il 2017 e il 2022, raggiungendo i 304 milioni di dollari di vendite nel 2022 e si prevede che le vendite raggiungano i 416 milioni di dollari entro il 2027.

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Ad esempio Isle of Paradise ha debuttato nel 2018 con le gocce abbronzanti nel 2018, un siero da mescolare alle lozioni per il corpo, che consente al consumatore di personalizzare l'abbronzatura; mentre la gamma "Technicolour" di Bondi Sands, come i fondotinta, considera il sottotono dell’incarnato insieme alle tonalità di base ed è disponibile in quattro tonalità: chiara, media, olivastra e scura, rendendo il loro prodotto più appetibile anche per le persone di colore. E come stanno combattendo “l’effetto carota”? Gli abbronzanti di Bondi Sands includono sottotoni blu e verdi, in contrapposizione alla tonalità caramello, che "è quella che faceva diventare la gente arancione". Il futuro più roseo nel settore sembra averlo Dolce Glow, il brand fondato da Isabel Alysa che vede tra i suoi testimonial e investitori Miley Cyrus. Come le Kardashian, Sophia Richie e Jennifer Lopez, la cantante è cliente personale del marchio da oltre tre anni e ha usato i suoi prodotti autoabbronzanti nei visual del suo ultimo album, Endless Summer Vacation. Se fino a qualche tempo la gente si vergognava di ammettere di essere ricorsa ad autoabbronzanti per ottenere la tintarella, l’esempio di Miley e di altre celebrità fan della categoria come Hailey Bieber (che usa Tan-Luxe) può contribuire a cambiare l’opinione pubblica e a rendere popolare la pelle dorata baciata dal finto sole.